LEILA
Come mi aspettavo, quando siamo usciti da scuola non ho nemmeno visto l'ombra di Tom, è come se si fosse volatilizzato.
Mi sono limitata ad evitare Kevin e velocemente io e Jace ce ne siamo andati a casa sua.
«vuoi sapere una cosa?» domanda mentre ripongo i libri nello zaino, abbiamo studiato parecchio, e non ho notato che ormai il cielo è buio.
«cosa» dico frustrata, la mia testa non fa altro che pensare a Tomas e Melanie.
«ti stai preoccupando troppo» mi indica assottigliando gli occhi verso di me, io scuoto il capo buttandomi a peso morto sul divano.
«non ci capisco più niente» mormoro contro la stoffa del cuscino, improvvisamente sento un'odore di pizza invadere l'ambiente e mi tiro a sedere.
Un Jace divertito mi si para davanti mentre tiene un pezzo di pizza in mano e mastica lentamente.
«tu avevi della pizza...» lo indico minacciosamente «e non mi hai detto niente?» annuisce ridendo, io inizio a schiaffeggiarlo su una spalla mentre lui continua a ridere.
«forza, dov'è?» domando guardandomi intorno, lui mi porge il suo pezzo e guardandolo per qualche secondo scuoto il capo.
«è il tuo pezzo» gli faccio notare, lui scrolla le spalle «è l'ultimo» mi informa, immediatamente lo afferro dandone un morso che quasi finisce tutta la fetta.
«a saperlo, non te l'avrei offerta» sorride mentre mastica finendo il trancio di pizza, io deglutisco mentre mi alzo dato che la suoneria del mio telefono ha iniziato a suonare.
Cammino velocemente e arrivando dall'altro lato della sala, con lo sguardo di Jace addosso, prendo il telefono e sul display leggo il nome di Kevin.
Sussulto mentre lancio uno sguardo terrorizzato a Jace che capisce al volo e si avvicina, guardando l'orario sussulto una seconda volta, mi sono completamente dimenticata che avrei dovuto cenare con Kevin.
«pronto?» rispondo dopo poco, con le mani tremolanti, e il cuore che preme contro il crostato.
«Leila, ma dove diavolo sei?» domanda, lancio uno sguardo di sfuggita a Jace che mi mima di mettere il vivavoce, scuoto il capo incenerendolo.
«vivavoce, ora» ordina sottovoce e per paura che Kevin scopra che sono in compagnia di lui obbedisco poggiando il telefono sul tavolo, e sedendomi.
«sono...» mi mordo il labbro nervosa «Tom ha l'influenza, sono da lui» mento, e spero vivamente che non abbia telefonato prima a lui.
«cazzate, ho telefonato anche a lui e mi ha detto che te ne sei andata con Jace» il respiro mi si blocca nei polmoni e con uno scatto guardo Jace.
«io...» non so precisamente cosa dire, mi ha colta con le mani nel sacco, e sono costretta a raccontargli la verità.
«Leila, dimmi cosa ti succede» addolcisce il tono di voce, ma percepisco comunque un ordine.
«possiamo vederci? Ho bisogno di parlarti» mormoro mentre sento il senso di colpa mangiarmi dentro, sto sprofondando.
«va bene, ma Leila stai bene?» domanda e per quanto le mie mani tremano non riesco a tenere bene il telefono, a farmi avere un salto al cuore è la mano di Jace che si posa sulla mia come a farmi da sostegno.
Incrocio i suoi occhi perdendomi un'attimo, mi dimentico che dall'altro capo del mio telefono c'è il mio ragazzo, arrabbiato e preoccupato.
«sì, ma non ora, ci vediamo dopo a casa mia» riaggancio senza dargli il tempo di ribattere, abbasso la mano ancora in quella di Jace e sospiro.
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I'm not your enemy
Romansa[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...