Mi interessi

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LEILA

Le giornate senza Tom sono noiose, non ho nessuno con cui parlare, non posso maledire Jace con nessuno, non ho nulla da fare.

Se le cose sarebbero andate meglio con Jace ora starei parlando con lui, ma ogni volta che lo penso mi sale una rabbia improvvisa ed ho voglia di ucciderlo.

Sbuffo andando verso le macchinette, aspetto mentre la merendina cade nel bauletto e quando l'afferro sento qualcuno alle mie spalle.

Trattenendo il respiro mi volto lentamente e con mia fortuna non incontro i suoi occhi profondi, ma due verdi e splendenti.

«chi sei?» domando gentilmente notando che rimane a fissarmi con un sorrisetto in volto.

«Kevin, piacere» sorride mostrandomi la mano, stringendola noto che è parecchio grande rispetto alla mia.

«Leila» ricambio il suo sorriso e muovo leggermente il braccio, dopo qualche secondo la mia mano è ancora nella sua.

«ci conosciamo, per caso?» domando a disagio mentre allontano la mano e scarto la merendina, mentre la addento lui scuote il capo.

«non ti ho mai notata, a dire la verità» si scansa per farmi passare e invece di rimanere alle macchinette mi segue.

«se è per questo, nemmeno io» mi dirigo nella mia classe e lui mi segue, anche al banco.

«questo banco è riservato, scusa» accenno un sorriso di scuse ma lui rimane a fissarmi sorridendo, io abbasso lo sguardo.

«cos'hai ora?» domanda, io gli mostro il libro di italiano e lui annuisce, d'improvviso sposta lo sguardo dietro di me.

«il carcerato ti sta guardando» mormora, mi volto nella sua direzione e come se nulla fosse lo vedo mentre guarda il ragazzo al mio fianco.

«vi conoscete?» domando, lui scuote il capo.

«non credo sia una persona da frequentare, chissà cosa potrebbe farti» annuisco lentamente, di questo parlavo quando ho detto che tutti sanno di lui.

«tu sai qualcosa?» azzardo a domandare mentre lui stringe un pugno puntando il suo sguardo limpido nel mio, la sua espressione raggiante è mutata in una maschera di fastidio.

«non ci vuole molto ad intuire che si tratta di un carcerato essendo stato accompagnato da due guardie» risponde ovvio facendo una smorfia.

«stavo chiedendo, tranquillo» mi volto di nuovo verso la sua direzione e appena incrocio il suo sguardo lui si volta, quasi come scottato dai miei occhi.

«voi invece, vi conoscete?» domanda, noto una punta di fastidio e timore nella sua voce.

«sì» lui sbianca «ma non ci sopportiamo» sorrido mentre la sua espressione si addolcisce.

«bene» torna a sorridere, ha un sorriso davvero rassicurante «sai, sono una persona molto estroversa, non ho filtri» sorride ed io ricambio «quindi, te lo chiedo ora, senza divulgare la conversazione» annuisco «mi interessi, potremmo uscire qualche volta» rimango un attimo spaesata.

Rimango a pensarci un po', perché mai dovrei uscire con lui?

Non ho nulla di speciale, sono una semplice ragazza, non sono poi neanche così tanto bella, ed un ragazzo carino come lui mi chiede di uscire.

Però, d'altronde, mi farebbe bene conoscere nuova gente, stare in compagnia di qualcun altro che non sia Tom.

«v-va bene» dico balbettando, sono un po' in ansia, non so cosa accadrà.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora