LEILA
Le sue dita picchiettano a ritmo di musica sulle mie spalle, rendendomi più nervosa di quanto io non lo sia già.
Non ho mai fatto sesso fuori dalla mia casa, e fino a un'anno fa pensavo che farlo dove capitava fosse davvero volgare e sciocco.
Ora non faccio altro che pensare ad aumentare il passo e mi ritrovo a desiderare che Jace conosca davvero bene questa casa da condurmi velocemente in bagno o in camera.
«siamo nervosi?» domanda alle mie spalle, scuoto incerta il capo mentre sposto gli occhi su ogni cosa in questa corridoio pur di non pensare a quello che faremo tra poco.
«non sono nervosa, solo...» lui mi interrompe con una risata «nervosa» finisce lui la frase per me mentre lascio un sospiro frustrato.
«non sarà diverso dalle altre volte» mi rassicura «io lo trovo anche più bello» alzo le sopracciglia e deglutisco un fiotto di saliva.
«l'hai... l'hai già fatto altre volte?» azzardo a chiedere, nel mio tono c'è insicurezza, paura di sentire la sua risposta anche se in testa mi balena già cosa mi dirà, e curiosità.
«sì, parecchie» annuisco lentamente «ma nessuna ha significato nulla, lo sai che sei l'unica con cui provo quelle cose... sì, insomma, mentre lo facciamo» sorrido torturando il bordo del mio vestito, mi alzo sulle punte senza staccare le mani dalla stoffa e lo bacio.
Sembriamo due imbranati, in mezzo al corridoio a baciarci come se fosse la prima volta che le nostre labbra si toccano ed entrambi fossimo inesperti.
«lo so, non preoccuparti» cerca di annuire nel bacio ma io gli afferro il colletto della camicia e lo porto in basso con me, lui china la schiena e mi spinge contro un muro o una porta, non saprei dire con precisione su cui sono appoggiata.
Appoggia le mani ai lati della mia testa mentre io tasto la mano sulla superficie dietro di me, è legno perciò è una porta.
Tasto in basso, alla ricerca della maniglia, e quando la trovo, la afferro e non perdo tempo a spalancare la porta e ad entrare nella stanza.
Lui la richiude subito dietro di lui e accende la luce, mi stacco dalla sua bocca e mi guardo alle spalle per vedere cosa c'è.
Il water è alla nostra destra, dinanzi ad esso ci sono dei mobiletti in alto, uno specchio abbastanza grande e il lavandino.
Un altro ripiano a sinistra con varie boccette di shampoo e asciugamani, sembra il bagno di un hotel.
«hai chiuso la porta?» annuisce precipitandosi sul mio collo, mi posiziona sopra al lavandino e si piazza tra le mie gambe, afferrandomi per le cosce e allargandole.
Io stringo talmente tanto il suo colletto che i primi tre bottoni della camicia si aprono, rivelando gli orli dei tatuaggi sui pettorali.
Accarezzo le sue spalle, passando le mani sui bicipiti contratti e più grandi mentre lui succhia e morde il mio collo, lasciando il segno.
Le sue mani si intrufolano nel vestito, arrivando fino alla piega delle mie anche che incontrano le gambe, preme i polpastrelli sui fianchi, avvicinandomi maggiormente.
I nostri respiri iniziano ad essere pesanti e si fondono tra loro, le sue dita agganciano le mie mutandine e lentamente le tira verso il basso.
Nel momento in cui si abbassa per togliermele, bussano alla porta e per poco non urlo per la sorpresa.
Le sensazioni e le emozioni che stavamo provando ci hanno esternati dal mondo e sentire questo bussare incessante è come se avessero sparato e il suono rimbomba dritto nei miei timpani.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...