Hai un pugno schifoso

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*leggero contenuto sessuale*

LEILA

Apro la porta e appena vedo chi ho di fronte perdo il respiro, i miei occhi si spalancano, le braccia cadono molle lungo i fianchi e la mia mascella cade a terra.

Lui rimane immobile, mi fissa.

«che cosa-» mi interrompo voltandomi verso Tomas «che diavolo ci fa lui qui?» chiedo incredula, le mie mano tremano quando le porto alla bocca.

«è la tua sorpresa» scrolla le spalle, ritorno a guardare dinanzi a me, sulle sue labbra si dipinge un'enorme sorriso.

«ehi» la sua voce sembra così diversa da come la ricordavo un'anno fa, il suo corpo è diverso, i suoi capelli sono arruffati.

Avanza verso di me con un passo, entra nella casa e chiude la porta dietro di lui, ora siamo talmente vicini che i nostri petti sono pressati tra loro.

Il suo calore e il suo profumo mi invadono, le mie gambe cedono e mi sento improvvisamente debole.

È davvero reale?

Si china su di me e allarga le braccia, con uno scatto salto in aria e mi aggrappo a lui, gli circondo i fianchi con le mie gambe deboli.

Mi stringe fortemente al suo petto, quasi non respiro per quanta forza applichiamo per tenerci attaccati.

«oh mio dio» gli prendo il viso tra le mani «sei veramente qui» inizio a piangere, sento tutto il dolore scivolare fuori dal mio corpo, lasciando spazio ad un'estrema felicità, quasi crudele.

«sono qui» sussurra «non me ne vado più, promesso» sorrido singhiozzando, la mia gola iniziare a fare male per il groppo che mi impedisce di respirare.

«aspetta» scendo dal suo corpo e mi allontano, lui mi guarda confuso, non riuscendo a reprimere un sorriso da ebete.

«mi hai fatto stare malissimo!» lo indico guardandolo malamente «hai idea di cosa mi hai fatto passare? Te ne sei andato senza salutarmi e mi hai chiamata solo due volte in un'anno, ti ren-» afferra il retro del mio collo scoperto con la sua mano, la sensazione fredda e piacevole delle sue dita che toccano la mia pelle e dell'anello freddo di metallo mi travolge d'improvviso.

Lascio un sospiro e socchiudo le labbra quando mi tira verso di lui, inclino il capo leggermente all'indietro e sento subito le sue labbra sulle mie.

Come se fosse passata un'eternità dall'ultima volta che ci siamo baciati, rilasso le spalle e mi inarco di poco quando l'altra sua mano mi circonda la parte bassa della schiena.

La sensazione dei nostri respiri calmi mi fa dimenticare tutto quello che abbiamo passato, che Tomas ci sta guardando mentre ci saltiamo addosso a vicenda e che ho provato a tagliarmi nuovamente per colpa sua.

Appoggia la fronte sulla mia respirando velocemente, reprimo un sorriso e mi mordo il labbro inferiore per cercare di tenere a freno le sensazioni che mi travolgono come un fiume in piena.

«davvero...» mormoro «...ci sono quasi ricaduta per tre mesi, Jace» lo informo, mi allontana tenendomi dalle spalle e mi guarda confuso.

«che cosa...» la sua voce sfuma mentre si volta verso Tomas che annuisce serio, è rimasto tutto il tempo lontano, in piedi e con le braccia incrociate.

«non me l'hai detto» annuisco e mi mordo l'interno guancia, quando incontro i suoi occhi sembra cadere in un burrone, le sue pupille sono dilatate e terrorizzate.

«ma ora sto bene...» cerco di rassicurarlo «...Tomas mi ha aiutata, ed ora che sei qui mi sento decisamente meglio» mi alzo sulle punte e gli prendo il viso tra le mani.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora