L'hai fatto di nuovo

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LEILA

Kevin manca alle lezioni da due giorni, ci sono rimasta male, avrei voluto chiarire con lui, voglio farlo il prima possibile perché non sopporto questo senso di colpa che mi assale ogni volta che ripenso all'altra sera.

Ho spiegato tutto a Tom, Jace quando mi sono svegliata non c'era, ho trovato la coperta arrotolata sull'angolo del divano, se n'era andato da poco.

Tom non ha proferito parola, sapeva che mi sarei cacciata nei guai con Jace, non era sorpreso, ma quando gli ho detto della rissa tra lui e Kevin mi ha trucidato con lo sguardo e ha detto che è stato un bene che quel cazzotto non sia arrivato al mio volto.

«ora dov'è?» domanda mentre indica con il cenno del capo il suo banco vuoto, mi volto a guardarlo, oggi avrebbe avuto la sua seconda interrogazione e manca da due giorni.

«se n'è andato prima, non ho fatto in tempo a fermarlo e non ho avuto più notizie sue» spiego mentre annuisce, fisso il mio quaderno chiuso mentre ripenso a come sia cambiata la mia vita nell'ultimo mese.

«vieni qui» si avvicina e circonda il mio collo con le sue braccia, io stringo il suo giacchino avvicinandolo e respiro il suo profumo che riesce sempre a calmarmi.

«ultimamente non ci sono molto» muove il mento sopra la mia testa «ma mi preoccupo, prima eravamo solo noi due, ed ora hai un ragazzo e fai da tutor ad un carcerato» sospiro «ah, dimenticavo, entrambi si odiano a morte e si sono picchiati» ridacchia mentre io rimango seria.

«molto divertente» ironizzo mentre mi stringo nuovamente al suo busto, appoggio la guancia sul suo petto.

«perché deve essere così complicato?» domando, lui scuote le spalle, mi allontano per uscire dalla classe dal momento che siamo rimasti solo noi.

Usciamo dalla scuola e mantengo lo sguardo basso mentre sorpasso gli studenti che sghignazzano e parlano in cortile.

Mentre sto per svoltare l'angolo la mano di Tom si posa sul mio petto e mi ferma bruscamente, spingo il suo braccio guardandolo malamente.

«ma che diavolo fai?» domando mentre lo guardo stranita, lui accenna un sorriso di scuse e poi mi indica il parcheggio, io mi volto.

Jace appoggiato alla sua moto guarda l'entrata della scuola e tiene un casco in mano, spalanco la bocca e stringendo i pugni mi dirigo velocemente verso di lui.

Quando mi vede arrivare accenna un sorriso e poggia il casco sulla sella della moto, quando si volta io sono già dinanzi al suo corpo, e Tom dietro di me che lo guarda.

«ehi, Leila» sorride mostrando i denti bianchi e unisce le mani, io gonfio il petto alzandomi sulle punte per cercare di arrivargli, ma mi è impossibile.

«sei sparito per due giorni!» urlacchio spingendolo per una spalla «non mi hai fatto sapere più nulla» mi avvicino arrabbiata mentre lui sospira.

«lo so, scusami» rimango a guardarlo mentre abbozza un sorriso e tenta di farsi perdonare, abbasso un attimo lo sguardo per poi abbracciarlo.

«mi hai fatto spaventare» sussurro mentre lui circonda la mia vita con le braccia, lo sento sorridere mentre ricambia la stretta.

Sento che sospira lentamente nel mio collo, accenno un sorriso sentendomi spaventosamente bene tra le sue braccia, è una sensazione mai provata prima, e mi spaventa.

Come scottata mi affretto ad allontanarmi dal suo corpo il prima possibile, guardo tutto fuorché i suoi occhi che mi domandano il perché di questo gesto improvviso.

«bene, devi rimetterti in paro» mi schiarisco la voce lanciando un'occhiata a Tom che tiene lo sguardo curioso su di me «sei mancato per due giorni» accenno un sorriso ovvia.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora