Lasciati aiutare

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*leggero contenuto sessuale*

LEILA

I nostri nasi si sfiorano, le sue dita stringono la mia mascella e il suo respiro si infrange sulle mie labbra.

«promettimi che non ti impiccerai di questa storia» dice, annuisco tentando di regolare il respiro, ma ottengo solo il mio petto che struscia velocemente contro il suo.

Probabilmente aumentando ancora di più il suo desiderio.

«non fare così» si lamenta abbassando gli occhi sul mio petto nudo, sghignazzo mentalmente vedendolo in evidente difficoltà di mantenere un tono serio.

Le parole sfumano nell'aria e torniamo a baciarci, afferra i miei fianchi incitandomi a muoverli su di lui.

In teoria, come succede nei film, dopo aver confessato i propri sentimenti, i protagonisti fanno l'amore dolcemente e si sussurrano cose dolci all'orecchio.

Noi in questo momento siamo tutt'altro che dolci, siamo veloci e affamati, lui è rude ed io mi lascio sballottolare come una stella marina dalle onde feroci del mare.

E le uniche cose che ci sussurriamo sono i miei gemiti e i suoi grugniti che fanno vibrare il mio basso ventre.

Lui si lascia cadere all'indietro e chiude gli occhi godendosi i miei movimenti che lo fanno impazzire, mi chino su di lui mordendogli il labbro.

Provocandogli un gemito, mi abbassa i pantaloncini insieme agli slip e mi lascia nuda sopra al suo corpo, mi osserva ed io mi lascio guardare.

Mi trovo completamente a mio agio con lui e non mi vergogno più come una volta.

Mi sistemo meglio e poggio le mani sulle mie cosce, lasciandogli la piena vista dall'alto del mio corpo nudo e solo per lui.

Mi mordo il labbro e mentre lui allunga una mano verso la mia intimità, il mio telefono squilla spezzando l'atmosfera erotica che si è creata tra noi.

Chiunque sia, lo sto davvero detestando in questo momento.

Mi alzo e mi copro solo con la misera maglia con cui ho dormito, raggiungo il mio comodino e leggo il nome di Tomas sul display.

«Tom?» Jace rilascia un lamento e tira un cazzotto al materasso arrabbiato, si alza raggiungendomi e si posiziona dietro di me.

Sono ancora scossa, ho il fiatone, il mio corpo è nudo e le mie forme si intravedono dalla stoffa leggera della maglia bianca.

«passami quel cazzone del tuo ragazzo» dice, mi volto verso la montagna che rimane immobile dietro di me e gli porgo il telefono.

Mi appoggio al comodino e lo osservo a braccia conserte.

«la prossima volta che provi a richiamare ti spacco la faccia» riaggancia lanciando sul comodino il cellulare e poi torna su di me, sembra un Dio.

«magari era importante» tento, in risposta ricevo un morso sul naso che ci porta a ridere e mi afferra prendendomi in braccio.

Mi butta sul letto e con una spinta mi sovrasta, mi alza velocemente la maglia fino a sopra l'ombelico, lascia scoperta metà del mio corpo.

Deglutisco sentendo i suoi baci bagnare la mia pelle che rabbrividisce, lascia una scia dal tessuto della maglia fino al mio pube.

Mi si blocca il respiro quando il suo indice bollente scorre su tutta la mia intimità, la mia mano afferra subito le ciocche dei suoi capelli e ignoro la suoneria che squilla.

Si avvicina e sento il suo respiro caldo scontrarsi contro la mia intimità, chiudo gli occhi accogliendo in me questa sensazione così piacevole.

Lascio un sospiro quando unisce il medio all'indice e si prepara a qualunque cosa voglia fare.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora