LEILA
L'aria è pesante nella stanza, la tensione e il disagio si possono toccare anche con le dita, i respiri pesanti di entrambi arrivano alle mie orecchie come una tortura.
Continuo a fissare il legno del pavimento della stanza d'attesa fino a quando non sposto gli occhi sul portone che divide noi e il preside.
Un ragazzo è entrato prima di noi ed ora io, Jace e Tom stiamo aspettando il nostro turno, e ammetto di voler fuggire e rinchiudermi in casa per passare del tempo da sola.
«che noia» mormora sbuffando il ragazzo corvino al mio fianco, ignoro le sue parole deglutendo mentre cerco di mantenere un'atteggiamento formale e distante.
«quanto cazzo ci vuole?» domanda sbracciando.
«Eily» mi riprende Tom e mi intima di mettere a tacere Jace che continua ad urtare sia me che il mio migliore amico.
«Jace, taci» dure, fredde e affilate, le mie parole lo toccano più di quanto lui vuole mostrare mentre lascia andare la schiena sulla sedia in cuoio, stringe la mascella e guarda a terra.
In questo momento sono in mezzo a loro semplicemente perché non saprei cosa succederebbe se si trovassero di nuovo vicini.
Se non fosse per questioni di sicurezza io starei molto lontano da Jace.
«mi sto stufando» si alza incamminandosi verso le porte per uscire dalla presidenza, appoggia i gomiti sul bancone di marmo e passa la mano nei capelli leggermente bagnati dal sudore.
Io osservo i suoi movimenti quasi incantata, non riesco a distogliere lo sguardo nemmeno se volessi, la sua completa visione delle spalle ampie che si muovono sotto la maglia a maniche corte.
Esce un piccolo sospiro dalle sue labbra e come se avesse percepito i miei occhi su di lui, si volta, incatena le sue perle scure al mio sguardo e lo mantiene.
Sento Tom tossicchiare e sono io ad abbassare gli occhi per prima, poiché sentendomi in imbarazzo, le mie guance saranno sicuramente andate a fuoco e il respiro è aumentato.
Ma che diavolo mi sta succedendo?
«credo dovremmo bussare» consiglia Tom al mio fianco, Jace gli riserva un'occhiataccia che il mio migliore amico non tarda a ricambiare.
Roteando gli occhi mi alzo nello stesso momento in cui la porta in legno viene aperta, un ragazzo biondo esce a testa bassa attraversando il 'corridoio del disagio'.
Passa al nostro fianco senza degnare Tom e Jace di uno sguardo, quasi intimorito, e in un secondo scompare dalla mia visuale.
«volete spiegarmi cosa succede?» nessuno dei tre fiata, in questo momento il preside mi spaventa molto e non intendo parlare a nome loro.
«signorina Thompson?» sento due occhi neri bruciarmi la pelle e facendo un grande respiro alzo lo sguardo sull'uomo dinanzi a me.
«io e Jace non andiamo d'accordo, Tom stava cercando di risolvere i nostri problemi parlandogli ma forse ha un po' esagerato con le parole» Tom sospira «e la reazione di Jace è stata questa, preside» allargo le braccia quasi ad indicarli e lui li osserva attentamente tenendo le mani incrociate davanti al volto.
«posso sapere per quale motivo vi siete picchiati?» domanda.
«Jace non dovrebbe trattare così male Leila» Tom si mette sulla mia difensiva, io guardo il tavolo mentre sento il mio cuore tremare, letteralmente.
«non la sto trattando in nessun modo, Tomas» si sporge per guardarlo in volto e Tom lo incenerisce, ci risiamo.
«oh, certo, come se lei non passasse giorni interi a rimuginare su errori che non ha commesso» mi volto contro Tom spalancando gli occhi «che diavolo di-»
STAI LEGGENDO
I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...