*leggero contenuto sessuale*
LEILA
Le sua mano stringe la mia, intreccia le nostre dita e mi attira a lui posando un braccio sulle mie spalle mentre camminiamo.
Nonostante oggi sia una bella giornata e il sole caldo picchia sulle nostre pelli, l'aria fredda di marzo si insinua sotto al mio cappotto e mi porta a rabbrividire.
«hai freddo?» domanda, scuoto il capo.
«sto bene» sorrido stringendomi al suo fianco, lui ricambia il mio sorriso e continua a guardare dinanzi a noi.
È davvero bello, il suo profilo mi mozza il fiato.
Mi mordo il labbro mentre calpestiamo l'erba che sta crescendo sotto ai nostri piedi, alcuni sguardi di alcune nonni e mamme si posano su di noi.
All'apparenza così diversi e contrastanti, all'interno talmente simili che possiamo curarci le ferite a vicenda.
«odio le persone» ridacchio «perché devono guardarci? Fatevi i cazzi vostri» lancia un'occhiata ad un bambino che lo guarda con il pollice in bocca.
Lui stringe la mascella e lo guarda malamente, il bambino sorride e ride all'espressione arrabbiata di Jace.
«non dovrebbe piangere?» chiede confuso, io rido salutando con la mano il bambino ma la sua attenzione rimane fissa sul mio ragazzo.
Aggrotta le sopracciglia imbruttendogli e il bambino ride nuovamente, facendo voltare la madre.
«credo sia rotto» mormora al mio orecchio mentre la mamma lo prende in braccio, lui poggia la testa sulla sua spalla e continua a guardarci mentre superiamo la famigliola seduta sulla panchina.
Lo saluto nuovamente e afferro l'enorme mano di Jace per fare lo stesso, e il bambino ride e alza una mano iniziando a muoversi tra le braccia della madre.
«odio i bambini» mi fingo offesa guardandolo dal basso, lui mi guarda e si sporge a lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra.
«anche tu lo sei stato» alza le spalle.
«già, infatti mi odiavo» dice tranquillamente, io stringo il braccio intorno al suo busto e lo attiro a me facendogli capire che io ci sono sempre per lui.
«a te piacciono?» domanda.
Annuisco. «sì, sono piccoli e pucciosi, mi piace giocare con loro» si volta a guardarmi, in imbarazzo gli regalo un sorriso mentre sento le guance andare a fuoco.
«perché a te non piacciono?» chiedo curiosa mentre tolgo il suo braccio dalle mie spalle e stringo le dita alle sue, cammino all'indietro mentre lui tende il braccio verso di me.
«sono fastidiosi, rumorosi e mi fanno perdere la pazienza» rido attirandolo a me, appoggio la mano sul suo braccio mentre lui mi circonda la vita e si sporge a baciarmi.
«ti va...» mormoro sulle sue labbra «...di andare a mangiare... lì» alzo un braccio lungo il piccolo ristorantino al nostro fianco, poco lontano.
Ho fame, anche se sono solo le sei del pomeriggio.
«mm, ho tanta fame» deglutisco guardandolo negli occhi e prima che possa baciarmi, mi scosto indietreggiando e facendo aumentare la sua voglia di me.
Sorrido maligna mentre lo trascino dentro al piccolo locale stracolmo di famiglie e coppie che il venerdì escono per stare insieme.
Sorrido, chiedendo un tavolo al cameriere e quando ne indica uno in fondo alla stanza, lo ringrazio e mi avvio velocemente alla nostra postazione.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...