Io non sono fissata con la scuola

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LEILA

«Tom?» domando mordicchiando il labbro, poso la matita sul libro e mi volto verso di lui.

«dimmi»

«ho letto che facendo un suono più forte di 1.100 Decibel puoi creare un buco nero» alza le sopracciglia distratto e annuisce lentamente «che può distruggere l'intera galassia» concludo.

«ti prego, tappagli la bocca» mi volto verso Jace che tiene la testa sopra al banco, sono più di 20 minuti che sta cercando di dormire dato che abbiamo l'ora libera, ma io glielo impedisco.

«Jace!» urlacchio tirandogli uno schiaffo sul braccio, lui alza le spalle rassegnato e posa la guancia sul palmo della mano annoiato.

«sto condividendo le mie fantastiche scoperte» li incenerisco entrambi «e voi non mi state ascoltando» faccio un finto broncio e incrocio le braccia al petto.

«sono davvero noiose le tue scoperte» mi informa il ragazzo corvino al mio fianco «mi fanno venire sonno» blatera ad occhi chiusi, io lo guardo.

«e allora vattene da qui» lo spingo leggermente, sento un movimento al mio fianco, perciò mi affretto a girarmi.

Tom si alza lentamente mentre ripone le sue cose nello zaino e se lo mette in spalla, mi guarda poggiando una mano sul fianco.

«andiamo?» domanda ovvio «è l'ultima ora, non ho intenzione di rimanere qui senza fare nulla» risponde scocciato mentre mi alzo.

«va bene» accenno un sorriso mentre ci avviamo fuori, mentre lui mi sorpassa mi volto verso Jace.

«non vieni?» domando, sento Tom sospirare e Jace annuire.

****

«hai più sentito Kevin?» domanda Tom, io annuisco mentre mordicchio la mia barretta al cioccolato.

«stamani prima di entrare a scuola, abbiamo parlato un po'» annuisce «da quando ci siamo messi insieme non-» un colpo di tosse da parte di Tom e uno sguardo confuso di Jace mi fanno interrompere, dannazione.

«voi due state insieme?» domanda Jace facendo un segno strano con le mani «insieme, insieme?» domanda poi Tom ancora con la forchetta in aria.

«quando avevi intenzione di dirmelo?» domanda il mio migliore amico, Jace è rimasto in silenzio, osserva la conversazione.

«te lo avrei detto, domenica scorsa ad esempio» gli faccio notare «ma hai fatto tutto quel discorso e non ne ho avuto il tempo» alzo le spalle mentre lui annuisce lentamente.

«dicevi?» domanda Jace.

«ci sentiamo, ma non usciamo spesso, nella settimana sono impegnata con lo studio e con te» indico Jace con un cenno del capo, quest'ultimo annuisce mentre Tom continua a mordere il panino.

«ricordi cosa ti ho detto appena aver conosciuto Kevin, vero?» domanda Tom, si riferisce a quel giorno in cui Kevin mi aveva consigliato di stare alla larga da Jace, e Tom si era innervosito perché gli dava fastidio che lui mi desse degli ordini.

«sì»

«aspettate, cosa mi sono perso?» domanda confuso Jace mentre io e Tomas ci guardiamo, abbasso lo sguardo torturandomi le pellicine sulle dita.

«non gli vai molto a genio» mi interrompe con una risatina «me ne sono accorto, e se è per questo nemmeno a me sta simpatico» le sue parole rimbombano ancora nella mia testa, mentre il silenzio ci circonda.

«aveva detto che dovevo starti alla larga, e Tom aveva detto che gli dava fastidio che mi impartisse ordini prima ancora di essere fidanzati» concludo.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora