LEILA
Se avessi detto alla me di un anno e mezzo fa che mi sarei ritrovata in bagno, in una biancheria intima di pizzo rosso, con un ragazzo seduto sul mio water per metà nudo, sarei andata fuori di testa.
La piega che ha preso la mia vita in pochi mesi è davvero strana: un momento prima sono una ragazza vergine, casa e chiesa, che pensa solo allo studiare, con un ragazzo gentile e buono.
Un momento dopo mi ritrovo letteralmente il bordello in persona tra le mie gambe, che mi ha fatto scoprire lati di me che non sapevo esistessero e che mi ha migliorato la vita.
Jace mi ha resa quasi... normale.
Ora gli sto asciugando i capelli mentre lui, nei suoi boxer neri, struscia la guancia sulla mia pancia scoperta e accarezza il retro delle mie cosce, affondando le dita all'interno della gamba.
Abbiamo fatto la doccia insieme perché ci stiamo preparando per andare ad una festa, l'hanno chiamata festa di fine anno anche se siamo a marzo.
Non immagino cosa faranno alla fine dell'università, affitteranno letteralmente unicorni alati e faranno piste di cioccolato fuso.
Inclino il capo lateralmente mentre gli spazzolo i capelli, lui mi lascia un bacio sotto all'ombelico e mi trascina su di lui.
I momenti di casuale dolcezza e intimità sono aumentati decisamente, non parliamo, ci stringiamo solo per quelle che sembrano ore e ci coccoliamo come se fossimo due piccoli vasi di cristallo.
Accarezzo il cuoio capelluto con le unghie, gli lascio un bacio gentile sulla clavicola mentre circondo il suo busto con le braccia e lo abbraccio.
«e se rimanessimo a casa?» propone, ridacchio nel suo collo e accarezzo la sua spalla.
«non possiamo dare buca...» sbuffa «...ma ci divertiremo, vedrai, è la nostra prima festa come coppia, non sei eccitato?» chiedo entusiasta mentre indietreggio il capo e gli afferro il volto con le guance.
«l'unica cosa che mi eccita è poter marchiare il territorio senza doverti nascondere» roteo gli occhi e rido.
Poggio una mano sul retro del suo collo per reggermi e passo le dita dell'altra mano sulla sua pelle tatuata, percorro il suo bicipite fino ad arrivare alla spalla.
Quando i miei polpastrelli tastano la pelle rovinata e piegata, ricordo solo ora che qui giace la sua cicatrice che non sapevo fosse guarita.
Mi tiro indietro con uno scatto e poggio gli occhi sulla sua spalla, lui mi guarda confuso.
Accarezzo la spessa linea bianca che ha rovinato il bellissimo tatuaggio sulla spalla, i suoi muscoli si contraggono sotto al mio tocco.
«ti fa ancora male?» scuote il capo, manda giù un fiotto di saliva mentre lo osservo attentamente.
«non fa male, ormai è guarita, ma è rimasta un po' di sensibilità che mi da fastidio» sembra frustrato e arrabbiato quando lo racconta, probabilmente odia essere debole, anche se dinanzi a me non deve assolutamente avere paura di esserlo.
«questa come te la sei fatta?» chiedo intrecciando le nostre dita, la cicatrice risalta sulla pelle abbronzata della mano.
Quella cicatrice che rovina i tatuaggi sul dorso della sua mano, ogni volta che mi prendeva per mano riuscivo a notarla nell'inchiostro nero.
«mi sono tagliato mentre fuggivamo dalla polizia» alza le nostre mani, osserva il segno «fottute recinzioni di ferro» impreca portandomi a ridacchiare.
«questa è stato un bel colpo da mio padre» socchiudo le labbra dispiaciuta, i miei occhi scattano sulla cicatrice che taglia a metà il suo sopracciglio.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...