LEILA
Mi siedo, impaziente di sentire le sue parole, spaventata dalla possibilità di vederlo nuovamente fragile e indifeso dinanzi a me.
Mi piace quando abbassa tutte le barriere e mi parla liberamente di lui, di quello che prova e di quello che sente, adoro quando cerca di aggrapparsi a me.
«è molto complicato» inarco le sopracciglia «probabilmente ti starai chiedendo il perché, perché è così difficile per me dirti certe cose» porto le gambe al petto.
«sai che non ho mai avuto qualcuno su cui contare, non ho mai parlato di me stesso con qualsiasi persona al di fuori di mia madre, lei è l'unica donna per cui avrei dato la vita, pur di vederla felice» mi trattengo dall'accennare un sorriso e avvicinarmi per abbracciarlo.
«ed è davvero complicato aprirmi qualsiasi altra persona, ma sto cercando di farlo, perché sei te, Leila» deglutisco «hai ragione, mi sto comportando da stronzo, e probabilmente conoscendoti ti starai facendo mille domande»
«non hai nessuna colpa» mi informa abbozzando un sorriso «e non mi sono arrabbiato perché mi hai vietato di baciarti, la mia testa mi diceva di ignorarti e semplicemente l'ho fatto» stringo i pugni alzandomi pronta ad andarmene, ma lui mi ferma afferrandomi per un polso.
«fammi spiegare...» rimango in piedi, lontano da lui «...ti ho ignorato perché quello che sento quando sono con te si sta ingrandendo sempre di più» schiudo le labbra.
«sono spaventato da quello che mi fai provare, perché nessuna ci era riuscita prima d'ora, e se ti ignoro è perché ho bisogno di riflettere, perché mi rinchiudo in me stesso» spiega «odio questo mio lato perché non vorrei farti soffrire, odio tutto il mio carattere perché ti faccio sempre male» distoglie lo sguardo.
Il silenzio ci circonda, e mentre lui continua ad evitare il contatto visivo io rielaboro le sue parole, e mi siedo.
È vero, mi fa stare male, ma il fatto è che non riesco a non odiarlo, dovrei, ma non ci riesco.
Riesco a vedere Jace come un'uomo solo e pieno di dolore, che ha bisogno di attenzioni e molte sicurezze, ha bisogno di qualcuno al suo fianco.
«ehi» mi avvicino mentre lui alza gli occhi e si volta nella mia direzione con tutto il corpo, porta le gambe al petto guardandomi.
«il tuo carattere non è brutto» sorrido «è solo molto complicato, non devi odiarti» lui scuote il capo «dico davvero Jace, a me piace il tuo carattere, ed anche se mi fai stare male, a volte, riesci sempre a tirarmi su il morale nuovamente» incontra i miei occhi mentre mi avvicino piazzandomi tra le sue gambe piegate.
«è vero, mi fai tanto arrabbiare e litighiamo sempre ma infondo il tuo carattere è speciale, la tua storia è speciale, tu sei speciale»
Rimane in silenzio, mentre io alzo una mano posandola sul suo braccio, che accarezzo.
«scusami» sussurra «davvero non mi sono arrabbiato, sono solo spaventato» annuisco, ricordando le sue parole.
'Sono spaventato da quello che mi fai provare'
«cos'è quel sorriso?» domanda finalmente rallegrandosi, automaticamente il mio viso s'illumina alla vista del suo raggiante.
«stavo... stavo pensando a quello che hai detto» balbetto «su quello che... insomma... hai detto delle sensazioni... e che... oh insomma, hai capito» incrocio le braccia imbronciata e lui ridacchia.
«è vero» mi alza il mento «mi piace quello che provo quando sono con te, mi piace la tua compagnia, sono solo terrorizzato da quello che provo per te» il mio cuore si ferma per un momento, tutto si ferma.
STAI LEGGENDO
I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...