Hai detto sì

2.7K 69 1
                                    

LEILA

Sbadiglio stringendo le lenzuola nei pugni, il suono stridulo di un telefono mi costringe ad aprire gli occhi, mi tiro a sedere strusciando le mani sugli occhi finché la suoneria cessa di torturare le mie orecchie.

Ci vogliono parecchi minuti a guardarmi intorno per farmi capire che non sono nella mia stanza, il letto è comunque matrimoniale come quello nella camera dei miei, dove dormo, ma tutto intorno è diverso.

Le lenzuola sono bianche, sfatte solo dal mio lato, non ci sono comodini o foto sulle pareti, solo un armadio molto grande, per metà aperto e in disordine, una piccola tv e un aggeggio strano e vecchio, suppongo una sveglia.

Sbuffo chiudendo gli occhi e buttandomi sul cuscino dalla parte ancora ben intatta, spero con tutta me stessa che sia la camera di Tom, con dei comodini in meno, foto buttate e abiti cambiati, ma so che non è così.

Il cuscino profuma di un odore che non ho mai sentito in tutta la mia vita, un'aroma che solo una persona può portare, la persona che mi irrita più al mondo, ho sentito il suo profumo quando l'ho abbracciato giovedì.

Mentre mi chiedo in mille modi e domande come io abbia fatto ad addormentarmi qui, guardo in basso quando il panico mi assale, almeno non mi ha spogliato.

Spingo la porta e svogliatamente entro in sala, sarò sicuramente inguardabile, con i capelli disordinati, le occhiaie e gli occhi socchiusi.

«sei sveglia» una voce roca e profonda mi fa raddrizzare le spalle, indietreggio voltandomi lentamente verso il divano.

«già» alzo le sopracciglia, il mio sguardo cade sul suo petto nudo, ci sono vari tatuaggi, avevo ragione, è parecchio muscoloso.

«puoi coprirti?» domando spostando gli occhi nei suoi, mastica lentamente un cracker mentre sorseggia il succo, la tv è accesa.

«non ne ho voglia» si alza con un sopracciglio sollevato, io tento di mantenere il suo sguardo, ma abbasso gli occhi su i miei piedi nudi.

«ti sei addormentata su di me ieri» mi informa, divento paonazza «non volevo svegliarti, spero non ti abbia dato fastidio non averti chiesto di rimanere qui» scuoto il capo mantenendo lo sguardo basso, non riesco a guardarlo negli occhi, sono troppo imbarazzata per farlo.

«grazie per non avermi svegliato» lui scrolla le spalle voltandosi «molto probabilmente ti avrei ucciso» accenno un sorriso e lui trattiene una risata.

«non ho voluto rischiare, infatti» ghigna mentre mi sorpassa ed entra in camera, lo seguo, mi appoggio allo stipite della porta.

«è la tua camera?» domando mentre infila una maglia, io ho ancora la felpa di ieri, perciò sentendo caldo me la tolgo.

«sì»

«ti accompagno a casa?» domanda, io scuoto il capo, lui sembra rallegrarsi ma si affretta subito ad abbassare il capo e sorpassarmi con velocità.

«che vuoi per pranzo?» domanda mentre mi butto sul divano, sento il rumore di qualcosa che viene scartato dalla cucina.

Afferro il telefono guardando l'orario ed è tardissimo, è ora di pranzo ed io mi sono svegliata qualche minuto fa, non mi capitava da parecchio.

«devo rifare la spesa, posso farti dei panini» annuisco sedendomi sul tavolo, quando apro la rubrica trovo diverse chiamate da Tom e Kevin.

«oh» dico sorpresa, Jace si volta nella mia direzione e quando mi porge il panino tenta di sbirciare sul mio telefono.

«che succede?» domanda incuriosito dando un morso al suo pranzo, alzo lo sguardo spegnendo il cellulare e prendo il panino.

«Tom mi ha chiamato parecchie volte» lo informo masticando, annuisce lentamente.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora