Si stava annoiando

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JACE

Le accarezzo la pelle priva di ogni indumento, i miei polpastrelli sono ruvidi e provocano mille brividi su di lei che si stringe a me.

«a volte mi chiedo...» sospira percorrendo il contorno dei miei tatuaggi, spero non smetta mai perché mi piace da morire «...come abbiamo fatto a finire dal litigare a questo» ridacchio.

«vuoi dire la nostra relazione o andare a letto?» chiedo facendogli roteare gli occhi, ho capito benissimo ma urtarla mi piace troppo.

«lo sai» mi guarda in imbarazzo «è strano, fino a qualche tempo fa ci odiavamo» scuoto le spalle stringendo a me il suo corpo nudo.

È tardo pomeriggio e la luce del sole illumina la sua pelle che sembra brillare, è ancora più bella di quando riesco a vedere il suo corpo nell'ombra.

«facciamo un gioco» dice entusiasta mentre rivolge le spalle al soffitto e si stacca da me «chi è stata la prima?» domanda poggiando la guancia sul palmo della mano.

Mi osserva mentre sbuffo e mi siedo appoggiandomi alla testiera del letto, il legno freddo aderisce con le mie spalle calde, la pelle brucia leggermente, e mi viene in mente quando qualche momento fa lei mi stava graffiando la schiena.

Stringo la mascella trattenendo l'istinto di tirarla su di me e ricominciare a baciarla, l'accontento rispondendo alla sua domanda nonostante non mi piaccia parlare del mio passato.

Non mi piace in generale raccontare quello che ho fatto prima di finire in carcere, sia le cose belle che le cose brutte rimangono parte del passato e non ho intenzione di ricordarle.

«prima cosa?» mi fingo confuso accennando un ghigno per non farle notare che sono leggermente infastidito.

È una semplice domanda, dovrò rispondere con calma e dopo il mio nervosismo passerà del tutto quando tornerò a baciarla.

È incredibile come lei sia la mia medicina che mi cura da qualsiasi male.

«smettila di fare il finto tonto» ridacchia.

«avevo quindici anni e avevo incontrato questa ragazza, era fidanzata con un mio amico» annuisce «era ubriaca quando l'ho portata nell'appartamento in cui dormivo con un altro mio amico, lei era attratta da me ed io anche e me ne sono approfittato» racconto con semplicità.

«oh» sposta lo sguardo sulle lenzuola sotto il suo corpo, assottiglio gli occhi verso di lei che non può vedermi e sicuramente starà preparando la sua prossima domanda.

«poi che è successo? S-siete stati insieme?» chiede e accenno un ghigno sentendo la sua voce vacillare nell'ultima domanda.

«siamo andati avanti per mesi anche se lei era ancora fidanzata, quando il ragazzo l'ha scoperto l'unica cosa che si è limitato a fare è lasciarla, sapeva che io non avrei occupato il suo posto» sospiro «l'unica cosa che ho ricevuto in quegli anni sono state un paio di occhiatacce mentre la ragazza continuava a girarmi intorno finché non è partita, nessuno voleva rimanere in quella città» annuisce nuovamente.

«non ho avuto tempo di avere una ragazza, in quegli anni non ho provato altro che piacere nel sesso» si morde un labbro.

«okay» si avvicina visibilmente sollevata ed io sorrido sapendo che non può vedermi.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora