LEILA
Le mie spalle sbattono contro le ante dell'armadio, tengo le mani in aria dato che non so dove appoggiarle mentre lui infila rudemente la lingua nella mia bocca.
Lascia un sospiro quando sente la mia lingua ruotare insieme alla sua, e per quanto io possa essere arrabbiata in questo momento, vorrei tanto che le sue mani si staccassero dall'armadio e si poggiassero su di me.
Ricambio, ma il mio cervello immediatamente mi ricorda che non posso farmi trattare come una bambola e che non può sempre avere tutto, perciò lo spingo.
«stammi lontano» si allontana di qualche passo osservandomi, porta il suo pollice sulle labbra e si pulisce gli angoli della bocca.
Ignoro le strane sensazioni che quel gesto maledettamente sexy e provocante mi sta facendo provare e cercando di ragionare lucidamente, distolgo lo sguardo dal suo.
«lo vuoi anche te, è inutile negarlo» continua imperterrito, sembra quasi deridermi.
«no, non lo voglio, ho detto che non ti devi avvicinare, non puoi sempre avere tutto quello che vuoi, non puoi fare sempre come ti pare» ignora le mie parole e si focalizza sulle prime.
«sì, invece, hai ricambiato» mi fa notare, lo so dannazione che ho ricambiato, l'ho fatto perché sono una stupida.
«bene, ora hai avuto il tuo bacio, vattene» apro le porta, lui mi guarda e noto il suo sguardo d'improvviso diverso, si sta arrabbiando.
«continui a ripetermelo, se sono ancora qui ci sarà un motivo» richiude la porta con una spinta ancora più forte di prima e chiudo gli occhi per un attimo, la forte botta mi ha riportato in mente dei ricordi che dovrei immediatamente scacciare dal mio cervello, in questo momento.
«non ho baciato nessuno» ammette riferendosi alle mie parole, scuoto il capo quando lui si avvicina ed io mi sposto di lato per fuggire dalle sue grinfie.
«certo» mi appoggio sul fianco destro incrociando le braccia al petto, ma chi vuole prendere in giro?
«porca puttana Leila, non ho bevuto né baciato nessuno, volevo solo chiarire con te ma hai deciso di fare quello stupido giochetto con Tomas» mi indica alzando la voce, socchiudo gli occhi.
«non gridare, per favore»
«voglio solo chiarire questa situazione di merda con te, ma sembra che stiamo facendo di tutto per non risolvere» lo guardo quando pronuncia la parola 'stiamo'.
«mi hai trattata male ed ora pretendi che ti baci» dico «l'ho visto quando mi guardavi disgustato, scommetto che se avessi accettato il tuo invito avresti infilato la lingua nella bocca di qualcuna mentre io guardavo, solo per farmi dispetto» lo indico mentre sento l'aria consumarsi nei polmoni.
«stavate dando spettacolo» dice amaro, il suo tono profondo e schifato arriva dritto alle mie orecchie, la musica non c'è più, le urla nemmeno, ci siamo solo noi due e le nostre voci arrabbiate.
«stavo cercando di capire se fidarmi di te o no» lo informo mentre sulle sue labbra nasce un sorriso aspro e divertito.
«e come, strusciandoti sul tuo migliore amico?» butto via l'aria dalle narici e punto un piede a terra.
«volevo farti ingelosire, vedere se saresti venuto da noi per fare una delle tue solite scenate di gelosia, mi avresti dimostrato che tieni a me, che non vuoi vedermi con qualcun'altro, ma mi rendo conto di aver sbagliato, totalmente» stringo i pugni conficcando le unghie nei palmi, in questo momento ho voglia di prenderlo a calci.
«sì, è un ragionamento del cazzo» roteo gli occhi sbuffando, lascio andare le braccia lungo i fianchi.
«non mi interessa se non mi credi, io non ho baciato nessuna, voglio te» vorrei ribattere, parlare, ma in questo momento è come se fossi congelata.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...