LEILA
Sospiro stringendo il tessuto nel pugno della mano, un profumo di limone mi invade le narici, costringendomi a sorridere.
Socchiudo un'occhio e intravedo qualcosa di nero che copre tutta la mia visuale, qualcosa mi solletica il mento e la gola.
Mi muovo leggermente sentendo un peso sul fianco, abbasso lo sguardo su quest'ultimo e intravedo un braccio tatuato.
Mi prendo qualche minuto per godermi questa pace, prima che lui apra gli occhi e che tutte le paranoie e i dubbi mi vengano in mente.
Lo sento sospirare dopo poco, mentre stringe la presa sulla mia vita e appiccica i nostri petti.
Abbasso lo sguardo per poterlo osservare in volto, i suoi lineamenti sono rilassati e il broncio sempre presente che ora non c'è, lo fanno sembrare più piccolo, sembra quasi un ragazzino.
Socchiude un'occhio quando muovo la mano che inconsapevolmente mi è scivolata nei suoi capelli mentre dormivo, rigiro tra le dita una ciocca di capelli e lui apre gli occhi completamente e mi osserva appollaiato sul mio petto.
Mi mordo il labbro guardandolo in volto e rendendomi conto di quello che sto facendo ritraggo la mano velocemente, arrossendo.
«buongiorno» mormora stropicciando un'occhio con il pugno, il braccio che prima aveva sulla mia pancia ora si trova al mio fianco, e sento immediatamente freddo.
Accenno un sorriso nella sua direzione e lui rimane ad osservarmi mentre, in imbarazzo, porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«che ore sono?» domanda poi alzando la testa e guardando intorno, mi volto verso la cucina e intravedo l'orologio.
«mezzogiorno» sussurro chiudendo un'attimo gli occhi, prendo un grande respiro e poi mi muovo intenta ad alzarmi.
«dove vai?» si abbandona maggiormente col peso del suo corpo su di me e mi costringe a rimanere immobile, sorrido mentalmente al suo gesto e alzo le spalle.
«mi stavo solo muovendo» mento, per tranquillizzarlo, e lui annuisce.
«non sono abituato a svegliarmi in compagnia» spiega riappoggiando la testa su di me, mi tiene stretta in una sorta di abbraccio.
«nemmeno io» ammetto, ho passato maggior parte della mia vita da sola, figuriamoci se al mattino mi sarei svegliata con qualcuno accanto.
L'unico ragazzo che ha dormito con me nello stesso letto è Tom, quando in clinica mi sentivo male lui era l'unico che riusciva a calmarmi, e per star bene mi stava accanto.
Gliene sono infinitamente grata per quello che ha fatto per me, mi ha resa una persona migliore, si è preso cura di me, mi ha letteralmente tirato in piedi quando io non riuscivo a farlo da sola.
Ora tocca a me.
«Tom era l'unico che dormiva con me» inizio «tu sai cosa...ho provato a fare...per questo mi hanno ricoverato in una clinica» la mia voce si incrina e sono costretta a fermarmi per non sussurrare e infine fermarmi per il groppo che ho in gola.
«Leila, se non vuoi-» lo interrompo lanciandogli un'occhiataccia, serra le labbra sospirando.
«sono uscita due anni fa» lo informo «e l'unico che c'è stato era Tom, mi ha veramente salvato la
vita, gli devo tutto» abbozza un sorriso avvicinandosi, ora la sua fronte sfioraMi stringe in un abbraccio, come se non fossimo già troppo vicini, e mi deposita un bacio alla base della trachea, facendomi rabbrividire e sorridere al contempo.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...