JACE
«secondo me dovremmo andare a casa della Davis, i suoi shot sono una bomba» propone il riccio dinanzi a me, roteo gli occhi e scocciato sbuffo.
«Melanie mi sta sul cazzo» li informo, gli altri borbottano qualcosa di cui non mi importa nemmeno un po' e continuo a rigirare l'anello tra le mani.
«amico potresti proporre anche tu qualcosa invece di stare lì a guardarti le dita» ricevo una piccola spinta che fa scattare quella miccia che cerco di tenere spenta da quattro giorni.
«non ho voglia di andare ad una festa» iniziano a parlare ma io smetto di ascoltarli quando lei varca le porte della mensa con Tomas.
Cammina lentamente mentre parla con il suo migliore amico, da quando ci siamo scambiati quelle poche parole l'altro giorno sembra essersi ripresa leggermente.
Sul suo volto noto ogni tanto un piccolo sorriso, e non me ne spiego il motivo ma è felice, perciò lo sono anche io.
«cos'ha quella di così tanto speciale?» domanda all'improvviso Mitch, il più silenzioso del gruppo.
«come scusa?» chiedo cercando di reprimere la rabbia che ha preso il sopravvento su di me, quella nana è la mia calma e senza di lei impazzisco.
«sei noioso» mi deride «sono undici giorni che continui a stare in silenzio e a rimuginare chissà su che cosa» con un balzo scendo dal tavolo su cui ero seduto e lentamente infilo il mio anello sull'indice.
«che diavolo vuoi?» domando «mi stai chiedendo esplicitamente di picchiarti, per caso?» avanzo verso di lui che rimane seduto comodamente, il suo autocontrollo mi da sui nervi.
«rischieresti troppo» allargo le narici, se in questo momento lei mi stesse guardando si spaventerebbe, mi immagino il suo sguardo deluso che si posa su di me mentre Tomas si frappone tra me e lei, per proteggerla.
«nulla in confronto a prendere a pugni la faccia da cazzo che hai» mi abbasso verso di lui che vacilla un attimo.
«fallo, allora» scuoto il capo, mi sta provocando e non dovrebbe farlo, sono più forte di lui e rischierei di non fermarmi più pensando che si è permesso di mettere bocca su quello che ho con la ragazzina.
«se ti azzardi a parlare di lei in quel modo non ci penso due volte ad attaccarti al muro come un cazzo di lampadario» lancio un'occhiata al resto del gruppo rimasto in silenzio, sono consapevole del fatto che a primo impatto sembro molto pericoloso, e forse lo sono veramente, ma non mi piace comandare.
In questo gruppetto pensano che io sia il loro leader, sono forte e per come la pensano loro sono figo perché ho la fedina penale macchiata, ma l'unica cosa che penso sul mio passato è che detesto veramente troppo il vecchio me.
Ero uno stupido ragazzino che ha agito senza pensare ed ora mi porterò dietro questo fardello per tutta la vita, in qualsiasi cosa io faccia.
Odio tutti qui dentro, non sopporto le persone.
Mi siedo nuovamente al mio posto e i miei "amici" continuano a parlare ignorando quello che è appena successo, mettendomi da parte.
Pazienza, non ho bisogno di queste teste vuote che pensano solo ad ubriacarsi.
Il mio sguardo cade sul suo tavolo, come solito lei e Tomas siedono vicini, parlano davvero molto.
Vorrei essere lì con loro, parlare con lei e vederla ridere mentre io e Tom la imbarazziamo.
«Jace stasera vieni alla festa di Lucas?» li ignoro mentre osservo Tomas e Leila alzarsi improvvisamente, aggrotto le sopracciglia seguendoli con lo sguardo.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...