È distrutto

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Ciao a tuttx!!! Come state?
Come potete ben notare, ho smesso di aggiornare ogni tre giorni perché è iniziata la scuola e non ho più tempo per pubblicare regolarmente... mi scuso infinitamente per questi continui cambiamenti, sono sicura di avervi scocciato davvero tanto hahaha ma vi chiedo di capirmi, nuovamente, perché preferisco prendermi il mio tempo per finire di scrivere i capitoli e aggiornarli una volta che sono soddisfatta del risultato e quando riesco a trovare un buco nella giornata, piuttosto che pubblicare capitoli orribili e stracolmi di errori.
Vi chiedo nuovamente scusa e vi auguro una buona lettura. xxx
<3

*leggero contenuto sessuale*

****

LEILA

Cammino in punta di piedi sul pavimento della mia camera e attentamente apro la porta senza fare rumore.

«dove vai?» dannazione.

Mi volto verso Jace che sbadiglia e con una smorfia dolorante si siede sul materasso, da quanto era sveglio?

«a scuola» dico avvicinandomi, poggio lo zaino a terra e allungo le mani verso la sua spalla; la ferita ha sanguinato poco durante la notte, quindi è già un buon segno.

«vengo con te» dice sbadigliando, sorrido guardandolo dal basso.

«devi riposare, la ferità si sta già rimarginando, comunque» lo informo, lui mi scansa e si alza raggiungendo il mio armadio.

Lo spalanca in silenzio e con il braccio sinistro cerca qualcosa, afferra una felpa osservandola attentamente e poi ritorna dinanzi a me per afferrare i suoi pantaloni a terra.

Si rialza, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra e si incammina nella direzione del mio bagno.

«ci metto cinque minuti» mi comunica mentre annuisco in silenzio, è distrutto.

****

Entriamo in aula, il suo braccio penzola lungo il suo fianco e cercando di non dare nell'occhio si siede, io lo affianco.

Cerca di alzarlo per poggiare il suo peso sul banco ed io lo aiuto rivolgendogli un leggero sorriso, lui mi guarda serio per poi abbassare gli occhi.

Tomas entra in classe, ed essendo in pochi in classe, ci nota subito e viene nella nostra direzione.

«come stai?» chiede rivolgendosi al mio ragazzo, lui in risposta scrolla le spalle e sembra innervosirsi quando stringe il pugno sotto al banco.

«come dovrei stare» mormora fissando i segni sul banco rovinato, sospiro lanciando un'occhiata di scuse al mio migliore amico.

«voglio rimanere con lui, per ora, va bene?» chiedo mentre Tom annuisce e si sporge a lasciarmi un bacio sulla guancia, con un cenno saluta Jace e si siede dietro di noi.

«ti sta aiutando e si preoccupa per te» dico accarezzandogli la mano, lui stringe la presa e mi tira più vicina.

«forse il letto era meglio» scherza tirando un sorriso che, nonostante sia forzato e triste, mi scalda il cuore.

«smettila, idiota» dico ridacchiando, lui avvicina le nostre sedie e si volta col busto verso di me, mi guarda sospirando.

Mi accarezza la guancia, facendo sparire qualsiasi cosa ci sia al di fuori di noi due, seduti su questi banchi.

Si avvicina, e fa qualcosa che non aveva mai provato a fare in pubblico, sotto gli sguardi attenti dei compagni.

Mi bacia, mi attira a lui stringendo la stoffa della mia felpa e fonde i nostri respiri con bisogno, come se fosse passata un'eternità da quando le nostre labbra si sono toccate.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora