Concentrati su di me

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*leggero contenuto sessuale*

JACE

La osservo dinanzi al mio corpo che cammina in quel vestito dannatamente stretto e corto.

Appena l'ho vista il mio cervello ha smesso subito di funzionare alla vista di quel pezzo di stoffa nero che le sta alla perfezione.

Apre la porta, lasciandomi entrare.

È ubriaca, e lo sono anche io.

«Leila-» tento di parlare, perché mi sento in colpa e mi accorgo di aver esagerato, sono stato un coglione a comportarmi come un ragazzino in piena fase di ormoni.

Quando l'ho vista avvicinarsi al volto di quel ragazzo avrei voluto tanto colpire quella faccia da cazzo che si ritrovava il biondino.

«non ho voglia di parlare, mi scoppiano le orecchie» si siede, chinandosi sulle ginocchia e schiacciando il petto su di loro, la sua scollatura è ben evidente ora e sono costretto a voltarmi.

Cerco di distrarmi con qualsiasi cosa ci sia qui dentro, al di fuori di lei e del suo corpo.

«che stai facendo?» domanda.

«guardavo il soffitto» accenna un sorriso «sai è molto bello, il colore bianco è limpido e molto... bianco» ride, ed io mi volto ad osservarla mentre tiene gli occhi chiusi e sorride.

È bellissima.

«vieni qui» dice picchiettando la mano al suo fianco, come ho detto sono ubriaco e ho pochissimo autocontrollo.

Ma voglio andarci piano con lei, perché in questo momento è l'unica cosa bella della mia vita e non sopporterei di perderla.

Mi siedo a debita distanza, tenendo le mani in tasca, il suo sguardo cade sul mio petto esposto e sento un brivido lungo la schiena.

Non fiata, non sta facendo assolutamente niente, e mi sta mandano in cortocircuito il cervello.

«abbiamo sbagliato entrambi» dice, e non posso che dargli ragione, perché io sono sempre dalla parte del torto.

«mi dispiace» mi scuso, ultimamente con lei non so fare altro.

«prima, quando stavamo ballando» mormora cambiando argomento «e mi hai sussurrato all'orecchio che eravamo entrambi ubriachi» deglutisce «ho provato una strana sensazione» mi informa, io alzo un angolo della bocca.

Mi complimento mentalmente perché riesco a fargli provare delle sensazioni che per lei sono del tutto nuove, questo vuol dire che le ha provate solo con me.

«bene» mi guarda confusa, le sue guance sono rosse.

«bene?» annuisco avvicinandomi, l'atmosfera è di nuovo elettrica come quando ballavamo attaccati e non ho intenzione di tirarmi indietro ora.

Alza un sopracciglio, infondo mi piace questa Leila, sfrontata e senza nessun filtro; peccato però che sia ubriaca.

«non dovevi reagire in quel modo con quel ragazzo» dice avvicinandosi, mi guarda le labbra «non mi ha fatto niente» mente.

«ah sì?» le circondo la schiena bruscamente e la sua espressione sicura vacilla leggermente dal dolore, ritraggo immediatamente il braccio guardandola con rimprovero.

«sto bene, davvero» stringo ripetutamente la mascella, ho una voglia matta di ritornare a quella festa e pestare quel pezzo di merda che le ha fatto male.

Ma mi trattengo per lei.

«è evidente che non stai bene» dico «quel pezzo di merda ti ha fatto male e io voglio spaccargli la faccia» scuote il capo lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.

I'm not your enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora