LEILA
«è qui?» domanda mentre stacco le braccia dal suo busto e mi siedo meglio, tolgo il casco alzando il capo sulla casa che abbiamo dinanzi.
«sì, è casa sua» deglutisco sentendo il mio stomaco tremare dall'ansia mentre osservo la porta chiusa e il vialetto isolato, la sua auto è parcheggiata sul portico.
«che vuoi che faccia, quindi?» domanda voltandosi verso di me, scendiamo entrambi, posa i caschi sulla sella della moto e si appoggia su quest'ultima a braccia conserte.
«aspetta qui, devo parlargli» annuisce mentre tendo una mano verso di lui, mi incammino tenendo le mani tra loro e busso piano alla porta.
Nessuna risposta, quindi apro la borsa e prendo il mazzo di chiavi, cerco quella per la porta di Tom.
«hai una chiave di casa sua?» domanda divertito il ragazzo corvino dietro di me, io annuisco distratta mentre la serratura scatta ed io entro nella casa.
Facendo un grande sospiro poso la borsa sul tavolo e mi guardo intorno, tutto è calmo, le sue cose sono sparse per il divano e a terra.
«Tom?» domando alzando la voce, non ottengo nessuna risposta.
«Tomas sei in casa?» domando nuovamente salendo le scale, non lo trovo da nessuna parte percuote deduco sia salito nel suo posto preferito, il tetto.
«Tomas» sussurro mentre apro la finestra della sua camera ed esco sul tetto, l'aria è decisamente più forte e gelida, appena mi rimetto in piedi stringo la felpa sul collo.
Mi volto e lo trovo seduto mentre fissa il paesaggio dinanzi a lui, le macchine sfrecciano velocemente sulla strada, si può vedere la città, sempre piena di vita.
«ehi, sono io» i suoi capelli svolazzano ad ogni folata di vento che colpisce il suo volto, mi siedo al suo fianco, sembra quasi addormentato.
«che ci fai qui» dice mantenendo lo sguardo fisso sulla città che si illumina mentre il cielo si incupisce, sospiro avvicinandomi.
«sono venuta per chiarire» rimane in silenzio, trattengo un sorriso felice del fatto che non ha ribattuto e che vuole anche lui chiarire.
«hai usato le mie chiavi per entrare?» domanda d'improvviso, il suo pomo d'Adamo si muove mentre deglutisce.
«si, quelle che tu mi hai dato in caso di emergenza» annuisce abbassando la testa.
«sto ripensando di togliertele» trattengo il respiro «devo avere paura di trovarti in casa a notte fonda?» accenna un sorriso divertito ed io mi rilasso, una risata lascia le mie labbra.
«Tom» si volta verso di me «sei ancora arrabbiato con me?» domando, sento il mento tremare ma mi trattengo, lui osserva attentamente il mio viso illuminato dal sole che sta tramontando.
Sospira poggiando la fronte sulle braccia conserte, io rimango ad osservarlo in silenzio, le mani tremano, lo stomaco si chiude.
«io ho solo paura per te» inizia «ti ho visto mentre hai toccato il fondo, mentre hai cercato di ucciderti, ho visto quello che ti sei fatta, e non voglio che accada di nuovo, non voglio vederti soffrire nuovamente» si avvicina posando una mano sulla mia, mi mordo un labbro sentendomi in colpa per averlo trattato male.
«stamani, non intendevo dire che non puoi stare con Jace, non conosco il suo carattere ma è stato in carcere, non riesco a fidarmi di lui, anche solo se ci provassi non ci riuscirei, per te Eily, perché non riesco a fidarmi di qualcuno che potrebbe farti del male» sbuffo leggermente.
«non ti vieterò di state con Jace, sai perfettamente che non mi azzarderei mai, ma per favore Leila stai attenta» annuisco accennando un sorriso, mi sporgo verso di lui per abbracciarlo.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...