LEILA
«quanto ti rimane?» chiede pacatamente il ragazzo corvino, deglutisce e le sue mani lungo i fianchi tremano leggermente.
Vorrei davvero abbracciarlo, sussurrargli che va tutto bene, confortarlo.
Ma se ha lasciato la mia mano e si è allontanato dal mio corpo un motivo ci sarà, e in questo momento è fragile, e non voglio complicare le cose.
«i dottori hanno detto che se le va bene, arriverà a settembre» stringo i denti, la sfrontatezza con cui lo dice il padre mi fa rabbrividire.
Quest'uomo tiene almeno un po' alla famiglia che ha creato?
«da quanto sei malata?» domanda lasciando un sospiro che gonfia le sue spalle, la sua schiena sfiora contro il mio petto.
«due anni» strabuzzo leggermente gli occhi e immediatamente lancio un'occhiata a Tomas che aveva già lo sguardo fisso su di me.
Percepisco la bestia risvegliarsi, il calore che il corpo di Jace mi trasmette diventa immediatamente bollente e le sue mani, il suo corpo, la sua anima fragili si trasformano in fuoco.
I suoi occhi, per quanto possibile, divengono ancora più neri di quanto lo sono già e sembrano contenere delle vere e proprie fiamme.
«mamma è malata da due anni» inizia «e tu, dopo tutti questo tempo che non ci sentiamo, vieni a dirmelo ora che sta quasi per morire?» la sua voce è carica di rabbia.
Non so se riuscirò a fermarlo.
È come quando in lontananza vedi uno tsunami, la terra inizia a tremare, tutti scappano tentando di salvarsi, sai che è la fine.
«non prendertela con lui, pensava stessi ancora in carcere» scuote il capo lei e tenta di fermare Jace che inizia ad avanzare verso il padre.
C'è pochissima distanza tra di loro, perciò l'uomo dovrà iniziare ad allontanarsi o davvero non ho idea di cosa potrebbe accadergli.
«Eily, fai quella cosa, quella magia...» indica il demone che in questo momento ha preso posto nel corpo di Jace.
Rimango in silenzio, Tomas inizia ad agitarsi quando le dita tremolanti di Jace si stringono in un pugno talmente saldo che le nocche divengono bianche.
«tu sapevi che ormai non ero più in prigione» avanza lentamente «lo sapevi, hai sempre saputo tutto, e non te n'è mai fregato un cazzo di me, anche quando sono finito dentro, mi avete abbandonato» alza la voce, Tomas si avvicina alla donna per sorreggerla mentre io rimango ad osservare Jace e il padre.
«l'ho scoperto dopo, Peacy mi ha chiamato e-» lo interrompe bruscamente avvicinandosi con uno scatto.
«stronzate, Peacy se n'era andata da due anni» in questo momento l'uomo inizia a lanciare occhiate fugaci all'ambiente circostante.
Adocchia il vaso sul tavolo, e ci metto poco a capire cosa ha intenzione di fare, e prima che io possa correre verso di loro, lui lo afferra e alza la mano per colpire il figlio.
Urlo il suo nome, e appena nota il movimento brusco del padre, alza un braccio coprendosi il capo e il vaso si scaraventa contro la sua spalla ferendolo.
Qualche secondo dopo sulla manica bianca inizia ad espandersi una macchia di sangue, ciò vuol dire che la sua ferita è abbastanza profonda.
Grugnisce leggermente dal dolore e osserva Tomas che barra la strada ad Anibal che tenta di scappare, mentre Tianna è sul punto di piangere.
«pezzo di merda» mormora appoggiandosi al tavolo nel momento in cui corro verso di lui, il mio cuore batte frenetico dalla paura e le mie mani sono spaventosamente tremolanti.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...