LEILA
Mancano poche ore alla vigilia di Natale e non ho idea di cosa indossare per la cena con i genitori di Tomas.
Nel tentativo di ricevere qualche consiglio ho chiamato Tom e gli ho chiesto di venire in casa per aiutarmi a trovare il vestito adatto.
Non mi ha risposto, ha semplicemente mandato un messaggio con scritto "Devo sistemare casa altrimenti mamma mi rompe le palle.".
Mi sono messa a ridere e gli occhi sono caduti sul suo contatto, ho esitato nel premerlo e sono rimasta per più di cinque minuti a pensare.
Avevo deciso di chiamarlo, di stare in sua compagnia.
Ed ora, con la testa immersa nell'armadio, sto decidendo quale dei pochi vestiti che ho è il
più adatto per domani.«non ho nulla da mettere» dico esasperata mentre mi mangio un'unghia, lui continua a smanettare sul suo cellulare senza degnarmi di qualsiasi tipo di attenzione.
«smettila di giocare e ascoltami» mi avvicino a lui che finalmente alza lo sguardo su di me «oh, ma buongiorno!» incrocio le braccia al petto e lui butta la testa all'indietro sdraiandosi sul mio letto.
«qual è il problema?» domanda guardandomi dal basso, mi volto indicando l'armadio aperto con un cenno.
«ricordi che domani abbiamo la cena con i genitori di Tomas, vero?» strabuzza gli occhi, mi batto una mano sulla fronte ridacchiando.
«cazzo» piego la testa lateralmente «non ho risposto comunque» mi ricorda «ma non importa, mi metterò un paio di jeans e qualcosa sopra» si rilassa subito dopo, anche se indossasse una maglia semplicissima ed un paio di jeans sarebbe bellissimo comunque.
«aiutami a cercare qualcosa» avanzo verso di lui e afferrandogli una mano, lo tiro verso di me mettendoci ogni forza del mio corpo ma lo sposto di pochissimo.
«sei scarsa» alza un angolo della bocca guardandomi.
«tu sei troppo grosso» lo indico minacciosa mentre con uno sbuffo si alza e cammina verso l'armadio aperto.
«allora...» inizio «...avevo pensato a questo ma non mi convince, è troppo lungo ed è scollato» lo guardo frustrata mentre lui lo ispeziona attentamente, poi sposta lo sguardo su di me.
Sembra stia immaginando io che indosso quel vestito.
«non mi piace» lo scarta.
«oppure questo, è carino» osservo il vestito bianco con le maniche strette che aderiscono perfettamente alle mie braccia, la scollatura non troppo pronunciata e la lunghezza fino alle ginocchia.
«mh» lo guardo stranita «cosa vuol dire "mh"» lui mi liquida con un gesto della mano e sposta lo sguardo sull'armadio, ne osserva alcuni.
Le sue mani spostano i vari abiti e il suo sguardo scruta attentamente tutto il mio guardaroba, anche le cose che non dovrebbero interessargli.
Noto che al medio non ha il suo solito anello nero di metallo.
Rimaniamo in silenzio, lui concentrato a scegliere qualche vestito ed io attenta ad osservarlo.
Improvvisamente qualcosa attira la sua attenzione, lo prende guardandolo attentamente e poi scorre gli occhi sulla mia figura.
«questo» deglutisco un fiotto di saliva appena me lo porge e posso osservarlo meglio.
È rosso, ed ha una scollatura a 'v', non è troppo corto e sicuramente mi arriverà fino a metà coscia.
Mi piace, è carino, però l'unica cosa che mi spaventano sono le maniche, non ci sono; delle semplici spalline sottili e di velluto circonderebbero le mie spalle.
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I'm not your enemy
Romance[COMPLETA] Jace Carter, ex carcerato, nato a San Fernando, sulle coste del Messico, avrà la possibilità di tornare agli studi a 23 anni. Accusato di un grave reato, viene incarcerato all'età di 15 anni, per poi essere rilasciato a 22, dopo aver pass...