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4 Settembre 2015
"Quindi hai vinto e non mi hai svegliata" mi rimprovera Clara. Il fatto è che non sono riuscita a dormire tutta la notte pensando alla gang. "Si, perdonami ma ero esausta" dico abbracciandola tra i corridoi di scuola. "Okay ti perdono per questa volta" dice ridacchiando. "Comunque.." Non finisce la frase che suona la campanella. Mi fa il muso e se ne fa fingendosi arrabbiata facendomi scoppiare in una fragorosa risata. Mi accorgo di essermi dimenticata il libro e torno indietro. Compongo la mia data di nascita e si apre l'armadietto. Prendo il libro di matematica e richiudo l'armadietto. "Pivella" sento dire alle mie spalle.
"Tum-tum..." Il mio cuore sembra rallentare ad ogni battito. Il libro mi cade atterra, mi appoggio agli armadietti per poi cadere atterra. "Pivella stai bene?" sento dire. Un dolore alla spalla sinistra. Lentamente riesco a prendere il battito normale e faccio un sospiro di sollievo appoggiando la testa all'armadietto. "Cos'era?" Domanda Justin. "Cosa t'interessa?" Domando a mia volta. Sembra che il suo sguardo si sia fatto più duro. "Nulla" dico sbuffando. Prendo il libro di storia e mi alzo. "A me non sembrava nulla" dice guardandomi serio e freddo. "A me non importa." Dico allontanandomi e raggiungendo la mia classe dove avrei avuto lezione di storia.

*Driin*
che bello. Finalmente esco da questa prigione dopo 4 fottute ore. Raggiungo Clara.

Il resto dei giorni è passato normalmente.

6 Settembre 2015.

Oggi è il mio compleanno. Mi sono messa un Jeans strappato con una maglia larga e strappata anch'essa. Ho messo il rossetto rosso, l'eye-liner e il mascara. Scendo in cucina trovando mamma e George. Mi avvicino e mamma mi fa gli auguri. George(il marito di mamma)mi da un bacio nei capelli e mi fa gli auguri. Odio questo giorno. Odio profondamente questo giorno. Vi starete chiedendo perché?
Vi rispondo accontentandovi subito.
Mia sorella si è suicidata il 6 settembre 2003. Ricordo quel giorno come se fosse ieri.

*flashback*
Siamo tutti in pensiero per Emy. Ancora non torna da ieri sera. Mamma e papà si dondolano sulla sedia abbracciandosi e piangendo entrambi. Suona la porta e mi nascondo per sentire cosa dicono. È la polizia. Cosa ci fa qui? La mamma li fa accomodare in salotto dove io sono nascosta dietro alla scrivania. "Signora Evans le faccio le mie condoglianze. Vostra figlia Emily è morta" dice un carabiniere. Mi tappo la bocca per non urlare. La mia sorellina Emily.. Non può essere. "C-come?" Domanda mamma tra le lacrime. "Sospettiamo suicidio ma non abbiamo le prove. Potrebbe essere che sia stata spinta ma non sappiamo proprio dirvelo. Sul ponte a pochi passi da qui" dice il carabiniere. Presi il giubbotto e scappai. Nessuno mi da le attenzioni. Nessuno pensa a me. Sono scappata e nessuno se n'è accorto. Sono solo una bambina insignificante.

*fine flashback*

Emily diceva che io ero un angelo ma con la sua morte sono diventata l'esatto contrario. Adesso non spruzzo amore per tutti i fori. Adesso solo odio e persino contro me stessa. Arrivo a scuola e vado alla solita straziante e noiosa lezione.

Sono passate cinque ore. Non ne posso più. "Ellen" sento chiamarmi. "Clara" dico facendole un sorriso. Mi abbraccia facendomi restare di stucco. "Tanti auguri" dice dandomi un bacio sulla guancia. "Festeggiamo sabato?" Domanda sapendo che oggi è una brutta giornata per me. "Si" dico annuendo e sorridendo. "Okay io vado a casa. A domani" dice andandosene e m'incammino anche io a casa. "Sono a casa" urlo ma nessuno mi risponde. "Signorina Evans non c'è nessuno." Dice la cameriera ed io annuisco salendo le scale e arrivando in camera mia. Ciò che attira la mia attenzione è un libro gigante sul mio letto. Mi avvicino e ricordo che questo libro lo teneva sempre Emily. Trovo una lettera che subito apro.

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora