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SCUSATE TANTO LA MIA INSPIEGABILE ASSENZA, ADESSO SONO QUI E SPERO VOI CI SIATE ANCORA, HO AVUTO PERIODI DIFFICILI, INFONDO TUTTI ABBIAMO DEI MOMENTI DIFFICILI, ANCHE SE PENSATE DI NON CONOSCERMI E CHE IO NON M VI CONOSCA SMENTO I VOSTRI PENSIERI, IO SONO QUI PER VOI E SAPPIATE CHE SEMMAI VI SERVIRÀ UNA PERSONA CON CUI PARLARE, SFOGARSI, IO SONO QUI. VI VOGLIO BENE.





ho un mal di testa tremendo, la mia gola chiede acqua e la mia voce cerca imploro. La serata di ieri non si è conclusa piacevolmente come era prevista e al sol pensarci non so se essere felice o triste.

Flashback

Il posto è abbastanza rumoroso, Darren mi guida al piano di sopra dove c'è una specie di bar ma senza fracasso. Mi lascio cadere su uno dei divanetti mentre Darren ordina al bancone.
Solo adesso faccio caso al fondoschiena di Darren, è da urlo!
Darren arriva sorridendo.
"Come facevi a sapere che questo era il mio posto e oltretutto il mio solito posto." Dice sorridendo. Lo guardo per un po' e poi rispondo: "Darren, è l'unico posto libero" dico mostrandogli gli altri posti. Lui si guarda intorno e poi torna a guardare me, scoppiamo entrambi in una fragorosa risata.
"Allora, per quanto rimarrai ancora qui?" Domanda.
"La settimana prossima me ne vado" dico sorprendo me stessa.
Quando avrei preso questa decisione? È la decisione adatta?
Devo cercare Alissa, devo scoprire cosa le diede Dan, adesso che ricordo tutto non posso perdere altro tempo
"Pensavo che restassi di più, ho visto che non vai molto d'accordo con i tuoi." Dice con uno sguardo triste. Sorrido.
"Non ricordo di aver detto di dover tornare a casa." Dico facendogli un occhiolino ironico mentre ride.
Arriva il cameriere portando i nostri drink.
Iniziamo a bere mentre Darren non fa altro che fissarmi.
"I tuoi occhi sono i miei" dice Darren mentre ordina un altro drink sia per me che per lui.
A stento riesco a reggere questo, figuriamoci un'altro, ma non dico niente.
"I miei sono azzurro, i tuoi neri." Dico
"Intendevo il dolore, puoi sorridere quanto e quando vuoi ma io noto del dolore nei tuoi occhi e ti prego, se erro, dimmelo."
Lo guardo, come può un uomo, che mi conosce da diverse settimane, riuscire a capire tutto?
"Mio nonno era in Afghanistan erano periodi difficili, si trasferì qui, con mia nonna incinta. Erano felici ed erano sollevati dallo essere in una città sicura. Iniziò a perdere il lavoro e iniziò a lavorare in nero, fu perseguitato da diversi suoi nemici di Afghanistan e fu ucciso, mia nonna si tagliò le vene e riuscirono a salvare mia madre nella sua pancia ma non lei." Dice mentre io metto una mano sulla sua per rassicurarlo.
"Darren se non vuoi, non farlo." Dico.
"Mi sono chiuso in me stesso per così tanto tempo che adesso mi sento meglio nel raccontartelo, mia madre, fu trovata dai suoi nemici Ellen, eravamo in metropolitana, avevo otto anni, eravamo andati a vedere il nuovo film di Robin Hood quando le spararono al cuore senza pietà di un bambino che urlava aiuto al suo fianco. Se oggi sono quel che sono, Ellen è grazie alla mia forza. Due anni fa, rintracciai il loro vecchio capo e lo uccisi." Dice senza pietà. Resto immobile a fissarlo. Come può aver ucciso una persona?
"Darren, ti ha riportato indietro tua madre?" Domando mentre lui si gira verso di me alzando un sopracciglio.
"Che domande sono? No." Dice
"Allora ucciderlo non serviva a niente." Dico mentre ordino un'altro drink.
"Mio cugino era tutto per me, era il nucleo della mia vita e della mia anima. Non c'era giorno che non passavamo insieme e non c'era giorno in cui mi sentissi morta dentro, lui sapeva rendermi una ragazza viziata e felice. Mi ha trasmesso le sue passioni facendole diventare anche mie. Non faceva altro che insegnarmi il valore delle lacrime, il valore della luna e il valore della vita. Mi rese più forte di quanto non lo fossi già. Non potevo più immaginarmi senza di lui, era il mio migliore amico in casi di consigli, mio cugino in caso di famiglia ma era anche come un fratello per me, riparava dove io sbagliavo e rimproverava. Un giorno mi svegliai su un lettino di ospedale, non ricordavo niente degli ultimi tempi, il suo corpo sarà disperso in un oceano ma io cercherò di rendergli vendetta." Dico mentre adesso, è lui a stringermi la mano.


***


Beviamo diversi drink, ad un tratto vedo Justin entrare e i suoi occhi cadono direttamente nei miei. Nonostante l'adrenalina nel mio corpo data dall'alcol il mio stomaco va in subbuglio, non lo vedo da parecchio e vederlo adesso, di fronte a me è un tonfo al cuore. Mi alzo ridendo ma appena cerco di raggiungerlo cado per la troppa instabilità fisica.
"Ellen?" Domanda mentre penso alla sua adorata voce rauca.
"Sì Justin, non sono una copia" dico rodendo mentre mi aiuta ad alzarmi.
"Sei ubriaca?" Domanda.
Sorrido mentre faccio segno con la mano indicando 'un pochino'.
Mi tira con il braccio facendomi scendere in fretta e furia le scala antincendio senza neanche salutare Darren e poi arriviamo nel parcheggio.
"Fermo, hei" dico tirandomi e cercando di essere lucida.
"Guarda come ti sei combinata, non ti riconosco più" urla in preda al panico.
"Mi hai ferita, mi hai distrutta, mi hai abbandonata e adesso mi chiedi il perché dei miei comportamenti senza soffermarti sui tuoi?" Dico cercando di non barcollare.
"Sali in auto, sei più ubriaca di quello che mostri, ti riporto a casa." Dice mentre io rido. Non ci salirò mai.
"Noooo" urlo ridendo.
"Quando ordino, non voglio obiezioni." Dice alzandomi e caricandomi in auto evitando le mia irrefrenabili urla.
"Domani mi ringrazierai di non averti permesso di avventurarti in cazzate." Dice chiudendo lo sportello e accendendo l'auto.

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora