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Emily non mi aveva mai detto che mi voleva bene. Era indaffarata sempre e quella volta che mi vedeva mi sorrideva. Capire che mia sorella si è suicidata e il 50% era colpa mia mi fa stare male e non poco. Guardo l'ora e noto che sono le 20:10. Chiudo gli occhi cercando di non far trapassare lacrima e prendo la penna.

6 Settembre 2015
Caro diario, mi presento anche se Emily ti ha già parlato di me.
Sono Ellen Hope Evans. Ho 16 anni, sono bionda, ho occhi azzurri e sono alta 1.60. Spiego la mia vita di 16 anni in poche parole: 'uno schifo'.
Il mio nome ha origine da una tradizione della famiglia di mio padre, che tutte le figlie femmine dovrebbero avere l'iniziale del nome con la 'E'. Il giorno in cui mamma ruppe le acque mio padre prima di accompagnarla all'ospedale le fece promettere che mi avrebbe messo nome 'Ellen Hope Evans' e mamma così fece ma papà scomparve. Non si sa se è ancora vivo ma i poliziotti dicono che per la malattia che ha (come la mia solo peggiorata) non sarebbe andato lontano quindi dicono che lui è morto. Mamma dopo 1 anno si sposò con George Steele e cambiarono i nomi di me e Emily in "Ellen Hope Evans Steele" "Emily Evans Steele". George è ricco come noi così quando lui e mamma si sono sposati siamo diventati la seconda famiglia più ricca al mondo dopo quella di Justin. Come dicevo George è stato da sempre un padre perfetto per me ed Emily ed un compagno perfetto per mamma. Si amano molto e io vedendoli mi riaffiora nella mente l'idea di mio padre e come sarebbe potuto essere. Emily dice che i nostri occhi erano uguali. La mia vita è una vera catastrofe. Un anno fa.. È morto Dan. Mio cugino e per me affrontare le cose mi è davvero difficile. Ho fatto ciò che le ho promesso. Faccio gare di moto e macchine alcune illegali e altre legali. Sono una persona molto vulnerabile. Il contrario di come mi aveva descritto Emily da piccola. Sai, avrei una mezza idea. Buttarmi dallo stesso ponte in cui si è buttata Emily, stasera. Non ho nulla per cui restare.
-Justin mi picchia.
-mio fratello dice che non può farci nulla.
-la mia malattia mi evita molte cose.
Potrei fare una grande lista dei miei problemi visto che ne sono tanti.
                                             -tua Ellen.H.

Chiudo il diario e lo metto sotto il letto. Noto l'ora e sono le 23:10 già sono passate tre ore?! Lascio il cellulare sul letto. Scendo le scale meno rumorosamente raggiungo la porta, per poi uscire.

Inizio a camminare nel buio di Londra. Raggiungo il ponte e faccio un grande sospiro. Salgo sullo scalino.

"Perché sei disposta a farlo?"

Il mio ego è sempre pronto.

'Per vari motivi'

-ovvero?

Ma che parlo anche sola?!

-ovvero il fatto che non conto mai per nessuno, nessuno mi capisce, nessuno cerca di capirmi, nessuno in questa schifosa vita si è mai accorto dei miei finti sorrisi. Sto male e non è una bella cosa. Sento un dolore al cuore, uno di quelli che ti risucchiano tutto facendoti restare paralizzata e immobile rivivendo i bei momenti lontani. Se adesso ci fosse Dan mi avrebbe portata a casa e chiusa tutta la vita in cantina. Ah ne volete sapere un'altra? Stamattina come 'buon compleanno' Justin mi ha dato un calcio nello stomaco, un cazzotto sulla spalla e tre schiaffi. Ma questa ormai è un abitudine. Non ci riesco. Non riesco a far trapassare una lacrima. Dan in questo momento sarebbe orgoglioso e allo stesso tempo deluso di me.

Flashback
Sto piangendo perché Paolo mi ha lasciata. Ho chiamato Dan per dirle che stavo bene ma l'unica cosa che è uscita dalla mia bocca è stato un singhiozzo. Dan per me non è un cugino ma un vero e proprio fratello. I miei sono andati ad una cena importante e ho inventato la scusa che non stessi bene. Sono sola. Sento la porta di casa sbattere e salire le scale. Dan spalanca la porta e fa un sospiro di sollievo vedendomi. Viene verso di me, si mette in ginocchio per raggiungere la mia altezza (seduta sul letto) e mi sorride. "Ellen stai piangendo" mi rimporovera. "Dan mi ha lasciata. Tu non puoi capire quanto sto male" dico singhiozzando. "Tesoro io sono stato tanto male per la perdita di mio padre. Sono riuscito a non soffrire più, e così farò con te. Riuscirò ad aiutarti a non soffrire più e allora potrò anche morire se è necessario. Sei una sorella per me e non intendo vederti così" dice sbuffando. "Allora fallo Dan. Aiutami a non piangere. Aiutami a non far trapassare il dolore che sembra uccidermi senza pietà"dico tirando su col naso. "Volentieri tesoro. Iniziamo col asciugarti le lacrime" dice asciugandomi le lacrime. "Poi se verserai una lacrima in più del dovuto ti punirò okay?" Domanda e io annuisco insicura sapendo solo una cosa. Che Dan è tutto, e di lui mi fido ciecamente."poi andiamo a fare un bel giro in moto come piace a noi okay?" Domanda e io annuisco sorridendo.

Fine Flashback

Quel giorno andammo al mare. Prendo un sospiro e giro la testa. Che i miei occhi vedano male. Cosa ci fa Justin anche lui intento a suicidarsi?

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora