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Ed ecco la sveglia mattutina per il treno che mi porterà a Liverpool sperando che il dottor Addox mi aiuti a capire qualcosa della mia infermità mentale. Okay forse ho qualche problema ma nulla di che, fatto sta che ho iniziato a bere vodka di mattina. Quando Dan era vivo era tutto diverso in questi giorni, non avevo scuola e lui amava portarmi dappertutto senza mai farmi sentire trascurata. Mi è stata data troppa importanza per poi essere il nulla.
Dopo aver fatto una doccia e una sana colazione senza la vodka esco di casa trovando Toby che stava per bussare.
"Hey" dice abbracciandomi preoccupato.
"Scusami tanto, io non volevo, davvero, non so cosa mi sia preso, forse era la presenza di Justin o non so ma scusa" dice continuando ad abbracciarmi. Sorrido.
"Tranquillo Toby è tutto Okay e mi raccomando mancano tre giorni a natale e a scuola c'è un ballo che inizierà alle 22:30 e terminerà alle 5 di mattina. Aspetteremo tutti insieme il natale ma per entrare mi serve un cavaliere, quindi, sii elegante" dico dandogli un bacio sulla guancia mentre mi allontano.
"Non dirmi che adesso stai andando andando Liverpool, di nuovo" dice correndomi dietro. In questi due mesi ho fatto spesso visita al dottor Addox e alla sua famiglia.
"Già" dico stringendo la borsa a me sapendo che a Toby non va a genio il fatto che io vada da uno 'strizzacervelli'.
"Fai due ore, quasi tre di treno per parlare con uno strizzacervelli? Sei normale?" Domanda sbuffando.
"Oggi ho anche una visita al cuore" dico rimanendolo spiazzato.
Rimane fermo tra la gente a fissare il vuoto mentre io mi allontano.
Raggiungo in ottimo orario la stazione e salgo a bordo.
Viaggiare un paio d'ore non farà male.
Gioco un po' con il mio telefono per ammazzare il tempo quando mi arriva un messaggio.

Da: Justin è troppo sexy
Non definirmi uno stalker ma sono diretto anche io a Liverpool.

Non capisco il senso di questo messaggio. Rispondo subito.

A: Justin è troppo sexy
Cosa intendi? Cos'altro vuoi che ti dica dopo ieri sera? Non ti arrendi mai?

Sbuffo cliccando su 'invia' e penso che se il dottor Addox avesse un paziente come Justin fosse morto dal suicidio e sul serio.
"Davvero credi che io mi arrenda facilmente?" Domanda una voce fin troppo familiare. È Justin ed è qui. Si siede sul sedile alla mia destra e sorride. Quindi il messaggio intendeva ciò. Ovvero che anche lui era sul mio stesso treno.
"Non iniziare" dico sbuffando rumorosamente mentre alzo gli occhi al cielo.
"Vai ancora dal tuo psicologo? Confermi la tua instabilità mentale?" Domanda ridendo. Quanto lo odio. In realtà vorrei, anzi, desidererei odiarlo.
Desidererei odiare i suoi occhi, il suo modo di sorridere, il suo modo di guardarmi e quello di toccarmi.
È come se il suo sguardo spogliasse a nudo la mia anima.
"No, confermo la sua. Ho una visita al cuore" dico aprendo una rivista a caso per evitare di parlare con lui.
"Una visita al cuore? Non me ne avevi parlato" dice diventando improvvisamente serio.
"Perché è stata progettata un mese fa e poi non trovo motivo per parlartene. È una semplice visita come le altre" dico mentendo. Questa visita è importante per la mia salute, molto.
"Non fare finta di leggere, Ellen. So quando leggi appassionatamente, dove credi che io ti abbia ri-vista la prima volta?" Domanda severo.
Abbasso la rivista girandomi verso di lui preoccupata.
"La prima volta che ti ho ri-visto è a casa mia" dico con una voce insicura.
"Leggevi attentamente con degli occhiali orrendi che però ti stavano una meraviglia e i capelli erano raccolti in una crocchia disordinata. Eri in una piccola biblioteca a Liverpool dove nessuno ormai ci passava il tempo. Era tardi e la bibliotecaria era solita chiudere tardi quindi amavo passare li prima della chiusura e leggermi un libro" dice sorridendo mentre con il suo sguardo s'immerge nel ricordo.
Perché non ricordo?
"Ero a piedi mentre improvvisamente venne a piovere. Io iniziai a correre verso la biblioteca ma quando entrai ero completamente bagnato. La bibliotecaria era ormai diventata come una mia seconda nonna quindi decise di farmi asciugare dandomi dei pantaloni puliti ma non aveva maglie quindi iniziai a cercare un libro senza far caso alla mancanza di una maglia in una biblioteca senza riscaldamenti in inverno" dice sorridendo, un sorriso vero, bello.
"È così che come ti ho detto, ti vidi attenta a leggere il primo atto de 'la tempesta' di William Shakespeare. Uno dei miei libri preferiti. Io mi sedetti vicino a te e tu, mi vedesti ma subito riportasti lo sguardo sul libro. Capii che il tuo sguardo era strano, nessuna donna resisteva al mio fascino, nessuna donna mi privava di attenzione come tu facesti quella sera." Dice sorridendo. La mia mente e in subbuglio. Inizio a vedere piccole scene di ciò che mi sta raccontando ma è come spiare in una serratura. Non si riesce a vedere o a sentire tutto.
"Iniziai a ridere e tu mi riprendesti più di una volta dicendomi di fare silenzio. 'Allora, non mi trovi attraente?' domandai con tanta stupidità. Tu non mi degnasti di uno sguardo rispondendomi 'trovo attraente un libro e le sue curve, cosa che dovresti fare anche tu'. Capii che non eri come le altre. Capii che eri diversa e quando tornai a casa, ti pensai tutta la notte" dice sorridendo mentre io lo guardo insospettita.
"Non lo ricordavo" dico freddamente distante.
"Ci siamo persi tantissime volte ma alla fine finiamo sempre per riprenderci" dice accarezzandomi una guancia. Non posso permettere che lui mi tocchi provocando brividi, di nuovo.
"questa volta è per sempre. Inizia a credere alla realtà e non sempre al tuo istinto che sembra essersi sbagliato nell'ultimo periodo e di molto." Dico togliendo la sua mano dalla mia guancia mentre il treno si ferma.
Mi alzo senza nemmeno salutarlo ed esco respirando tutta l'aria che riesco a respirare.
Vedo il dottor Addox da lontano che mi saluta con una mano e mi avvicino. Aveva detto di passarmi a prendermi per non affaticarmi prima della visita. Un dottore non solo psicologicamente disturbato ma anche preoccupato.
Arriviamo a casa e raggiungiamo il suo secondo studio.
"Allora togliti la maglia e stenditi sul lettino" dice indicandomi il lettino mentre firma alcune carte. Faccio ciò, tolgo la maglia restando in reggiseno e mi stendo sul lettino maledettamente scomodo.
"Come va con Justin?" Domanda mentre continua a firmare alcune carte. La mia risposta alla sua Domanda desidera essere quella di fargli mangiare la penna e fargliela uscire per il culo ma cerco di essere educata.
"Ti ho già detto che non dovremo parlare più di Justin, ho superato i miei sentimenti nei suoi confronti" dico sbuffando rumorosamente.
"Li hai spenti, cosa ben diversa, quando spegni una cosa desidera solo essere riaccesa e voi due siete così, non riuscite a stare lontano l'uno dall'altro ma quando siete insieme fate scintille. Scintille di odio, amore, passione, divertimento e di felicità." Dice tranquillo come se nulla fosse mai successo. Come se io non gli abbia detto di ciò che ha fatto Justin.
Lo difende, sempre.
"Ti devo rinfrescare la memoria? Mi ha nascosto cose importanti!" Dico arrabbiata.
"Ma è stato prima di conoscere te, Ellen. Ieri ti ha raccontato di Elvis, dagli tempo e ti racconterà di Dan. Se tu non hai superato la morte di Dan perché non ipotizzare che non l'abbia fatto anche lui?" Domanda ovvio. Ieri dopo aver parlato con Justin ho chiamato questo psicopatico dottore e gli ho spiegato tutto a volte me ne pento amaramente.
"Perché non lo dimostra!" Dico ovvia mentre lui si alza e accende un aggeggio con un grande televisore.
"Tu non dimostri di essere ferita e addolorata per la scomparsa di tuo cugino, come fai a sapere che lui non è ancora addolorato? Gli uomini non dimostrano mai la loro tristezza, Ellen" dice mentre mette dei fili sul mio petto un po' dappertutto.
"Tutti siamo feriti e tutti prima o poi ci curiamo. Lui ha bisogno di essere curato, da te" dice sorridendo.
"Iniziamo la visita"

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora