#65

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Siamo in un bar che ho già dimenticato il nome ma è aperto a tutte le le ore, io ho ordinato un cappuccino con un cornetto e Justin un semplice caffè macchiato.
Il mio piede non smette di battere sul pavimento.. Perché non ricordavo di essere venuta qui con Dan?
"Ellen.." Mi richiama Justin dolcemente.
"Sì?" Domando alzando il capo e guardandolo.
"Cosa c'è che non va?" Domanda preoccupato e spostando la sedia vicino alla mia.
Decido di non mentire.
"Mi perseguita Jus" dico sbuffando e guardando altrove.
"Cosa?" Domanda non capendo.
"Il mio irrefrenabile pensiero di Dan" dico mentre il cameriere arriva con i nostri ordini.
"Siamo a Parigi, Ellen siamo lontani da Londra" dice non capendo.
"Lo so" dico evitando la faccenda del:
'Non so come ma ricordo qualcosa che non ho mai ricordato in vita mia'
Finiamo di mangiare ed usciamo dal bar salutando il cameriere che era stato simpatico, fin troppo.
"Ho un idea" dice girandosi verso di me e ridendo.
Mi prende con la mano-provocando una scossa dentro di me- camminando, non so dove.
Si ferma e mi fermo anche io, alza la testa in aria sbuffando. "Pioviggina" dice girandosi verso di me e sbuffando di nuovo, più forte.
"Allora?" Domando alzando un sopracciglio.
"Volevo passeggiare per Parigi con te, ma lo rimanderemo a domani" dice sbuffando rumorosamente, ancora.
"La smetti di sbuffare? Hai paura della pioggia?" Domando accennando un sorriso mentre piove sempre più pesante.
"Dove vuoi arrivare?" Domanda ridendo mentre l'acqua ci bagna, e non poco.
"Jus non si risponde con una domanda ad una domanda" dico rimproverandolo.
"Okay, ho afferrando il messaggio. Facciamo questa passeggiata?" Domanda ridendo e porgendomi il braccio.
"Andiamo" dico evitando il suo braccio.
"Allora, cosa ti ha spinto a Parigi?" Domando mentre camminiamo per le strade inzuppati d'acqua ed anche i capelli, come se tutto fosse normale.
"Non lo so" dice girovagando con le parole.
"Parlami del tuo primo bacio" dice ridendo.
"il mio primo bacio l'ho dato tre anni fa, tu?" Domando ridendo.
"Avevo 12 anni" dice serio.
"La tua prima volta?" Domanda.
Mi blocco.
Dio.. Perché Justin riesce sempre ad aprire discorsi imbarazzanti, brutti e soprattutto discorsi che contengono la parte più oscura del mio passato.
Mi giro verso di lui però continuando a camminare.
"Noo..." Dice ridendo.
"Sei vergine?" Domanda ridendo e mettendosi una mano sullo stomaco mentre continuiamo a camminare.
"Credevi che io facessi sesso con il primo che passava?" Domando schietta facendolo rimanere di soppiatto e facendolo smettete di ridere. Vedo passare un ragazzo con altri due ragazzi, credo siano tre amici ma lo capirebbe anche un bambino.
"Aspetta" dico avvicinandomi ai ragazzi mentre Justin mi segue.
"les gars j'ai une question pour vous" dico parlando un francese spiccato.
I miei ci tenevano sul sapere della lingua facendomi fare dei corsi, molto avanzati, adesso ne capisco le conseguenze.
I ragazzi si guardano in faccia e poi mi riguardano sorridendo gentilmente.
"Oui" dice il ragazzo al centro.
"Ellen, smettila, cosa stai facendo?" Domanda Justin sbuffando.
"Ah anche noi parliamo italiano" dice il ragazzo alla sinistra fregandosi della pioggia che gli scende addosso.
Devo ammettere che sono carini, molto.
"Beh stavo parlando con il mio amico-indico Justin mentre i tre annuiscono- credete che una 16 vergine sia una disgrazia o semplice serietà?" Domando sfacciata con un po' di vergogna nascosta in un sorriso di sconfitta vedendo la faccia di Justin paralizzata mentre quella dei ragazzi è una faccia divertita.
"Credo sia semplice serietà, tienila stretta amico, non solo è bella e intelligente ma anche sfacciata, molto" dice il ragazzo ridendo con i suoi amici allontanandosi.
La gente di Parigi è tutta così?
"Sei matta, matta sul serio!" Dice continuando a camminare ridendo.
"Lo so" dico ridendo.
"Parli il francese una meraviglia" dice ridendo.
"E dovremo anche chiamare un taxi" dice cacciando il telefono e portandolo all'orecchio mentre io non tolgo lo sguardo da un bar, chiuso.
Come se dovessi ricordarmi di qualcosa ma non so cosa.
Il nome è 'ciel' ma mi è familiare, molto.

Flashback

Cosa ci facciamo in un bar ma che all'interno sembra una discoteca? Dan non smette di tirarmi col braccio.
"Cosa ci facciamo qui?" Domando a Dan urlando sopra alla musica. Lui mi guarda e poi sbuffa facendo spazio fra la folla e spingendo persone. Mi fermo incollando i piedi atterra e sbuffo. Dan si ferma e si gira verso di me "Ellen muoviti, non ho tempo per i tuoi capricci" dice sbuffando e tirandomi col braccio con molta forza. Arriviamo davanti ad una porta, Dan si guarda indietro e poi guarda me aprendola ed entrando mentre mi tira con la mano. Ci sono delle scale, dove si sale e si scende da sottolineare che non c'è una maledetta luce. "Allora" dice a bassa voce mettendo entrambe le mani sulle mie spalle. "Devo parlare con una persona importante, lui sa che io sono solo qui, non sa che io sono oceano e non sa che tu sei oceana, quindi mentre tu mi aspetterai qui, senza far rumore io vado a parlare con lui" dice a bassa voce come se avesse paura di essere ascoltato. "Ma dopo ce ne andiamo di qui?" Domando terrorizzata.
Con chi deve parlare Dan?
Di cosa devono parlare?
"Sì Ellen ma tu devi stare buona qui, sennò domani non farai la gara!" Mi minaccia come solo un fratello sa fare. "Okay" dico a bassa voce e abbassando lo sguardo. Dan annuisce facendo un sì con la testa e va verso le scale dove c'è meno luce e dove portano giù non so dove.
Ho una voce in me che mi dice di seguirlo.
Devo?
Okay sarò silenziosa.
Mi avvio verso le scale e le scendo lentamente. Vedo Dan che gira ad un corridoio verso destra e lo faccio anche io. Mi fermo subito dietro un muro sentendo un "finalmente"
Chi è?
So solo che è una voce maschile.
"Avevo da fare" la voce di Dan stranamente fredda, questo vuol dire che questa persona non gli è simpatica.
"Allora dove sono?" Domanda questa voce.
"Dove sono cosa?" Domanda Dan alzando un po' la voce.
"Non prendermi in giro ragazzino, dove sono i documenti?" Domanda tossendo. Sento Dan ridere amaramente.
"Ah, non mi avevano avvisato del vostro interesse verso i miei documenti" dice Dan ridendo amaramente.
"Ah? Tuoi? Parlando seriamente i documenti erano di Emily, non hanno un padrone, io li voglio" dice questa voce acuta e fastidiosa.
Quali documenti?
Cosa c'entra Emily?
"Emily era mia cugina, non hai diritto di parlarne, da cosa deduci che io abbia i documenti?" Domanda Dan.
"Dal fatto che tu abbia Emily come cugina e abbia stretto alleanza con Taylor e il mio amato Justin" dice ridendo.
Dice 'Justin' con una voce stridula, come se ne ridesse ancora, ma di cosa?
"Non permetterti di nominare coloro che hai tormentato. Credo tu abbia sbagliato persona" dice Dan allontanandosi, me ne accorgo dall'ombra quindi salgo alcuni gradini sopra.
"Dan" la voce lo richiama.
so chi è.
È Elvis!
Cosa vuole da mio cugino?
"Sì?" Domanda Dan.
"Ricorda, un giorno te ne pentirai, ti pentirai di non avermi consegnato quei maledetti documenti, viviti la vita finché puoi"
Cosa?
È una minaccia?
Salgo le scale di corda e tornando al posto dove Dan mi aveva lasciata mettendomi una mano sulla bocca per non urlare.

Fine Flashback

COSA?
Non ricordavo di quella sera.
Il mio respiro diventa corto.
"Ellen il taxi sta arrivando" dice Justin girandosi e restando shoccato.
"Tutto okay?" Domanda avvicinandosi a me che fisso il vuoto, respirando velocemente mentre i miei occhi si fanno lucidi.
"Ellen respira lentamente!" Mi richiama arrabbiato.
Elvis può aver ucciso Dan?
"Justin" dico con il fiato corto pieno di paura mentre i miei occhi minacciano di esplodere.
"Ellen, cosa sta succedendo?" Domanda non capendo mente io mi copro la faccia con le mani.
Due braccia mi avvolgono attirandomi in un abbraccio, cosa di cui ne avevo bisogno, tanto.

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora