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24 Ottobre

Io e Dan siamo andati a fare un giro sulla moto per la città perché mamma non c'era quindi avevamo il via libera per fare catastrofi. "Dan, se vedi Paolo, mi raccomando corri più forte che puoi" dico ridendo rumorosamente e urlando al di sopra del vento in modo tale che Dan possa sentirmi.
"Perché non ci fermiamo e gli diamo una bella lezioncina?" Domanda.
"Non comportarti da bambino, qui c'è la tua amata sorellina che vuole godersi il tuo ultimo giorno di riposo prima che tu, intraprendi la tua carriera da misterioso" dico.
Dan si ferma sulla strada che porta alla spiaggia, scendiamo e ci togliamo le scarpe prima di entrare con i piedi nella sabbia.
Vedere l'alba e stare con i piedi nella sabbia senza avere la paura che scotta, adoro questa sensazione meravigliosa.
"Cosa intendi con 'carriera da misterioso?'" Domanda stranito mentre ci sediamo sulla spiaggia quasi in riva al mare.
"Lo sai troppo bene, in questi ultimi tempi sei stato molto misterioso, non mi hai detto cose che avrei dovuto sapere da te e non da me stessa, non ti ho mai mentito, eccetto qualche volta" dico sbuffando mentre gioco con la sabbia insabbiando i piedi e avendo la sensazione leggera della sabbia che scende sulla mia pelle lentamente.
"Hai perfettamente ragione, ma, se faccio una cosa, la faccio per il tuo bene Ellen, il sapere uccide, non voglio ripeterti questa frase su una tomba, preferisco ripetertela da vivo" dice serrando la mascella.
"Tu sopporteresti la mia morte meglio di me, Dan, io non potrei sopportarla, andrei in delirio e ogni volta che parliamo del sapere, apri dei discorsi del tutto inappropriati" dico rimproverandolo.
"Hai ragione ancora una volta, sono troppo paranoico, mi perdoni?" Domanda aprendo le braccia per avvolgermi in un abbraccio.
"Se proprio insisti" dico abbracciandolo e sentendomi subito al sicuro, volevo dirgli di Paolo ma non voglio rovinare un momento di fratellanza.
Ciò ce ci interrompe è il telefono di Dan che squilla mentre io sbuffo.
"Hai ragione, stacco subito la chiamata, oggi è la nostra giornata" dice sorridendo mentre stacca la chiamata, Taylor non lo avrebbe mai fatto ma d'altronde un adolescente ha bisogno di attenzioni e Dan lo fa mentre Taylor è sempre stato in un mondo tutto suo, non ho mai saputo cosa gli passasse per la mente, ho così tante domande da fare a Dan sul conto di tutti, compreso mio fratello Taylor, spero in risposte sufficienti alla mia irrefrenabile curiosità.
"Tu si che sei mio cugino!" Dico ridendo mentre il telefono di Dan squilla di nuovo.
Alza lo sguardo dal telefono a me preoccupato.
"Se non fosse stato importante non mi avrebbero richiamato" dice giustificandosi.
"Va bene, va pure" dico abbassando lo sguardo mentre Dan si allontana per rispondere. Sento molto poco della chiamata, il più delle volte Dan impreca ma non so perché, quando andrò a casa intercetterò la chiamata e scoprirò perché impreca.
Si riavvicina a me tristemente ma molto svelto per poi dire "non c'è tempo, devi alzarti, dobbiamo andare, subito!!" Mi alzo preoccupata e inizio a seguirlo.
"Cosa sta succedendo?" Domando vedendo la sua espressione sulla faccia mentre velocemente si avvia verso la moto a passi più svelti del normale.
"Cammina!!" Dice con un tono di voce severo mostrando, forse, involontariamente anche della preoccupazione. Non l'ho mai visto così e la cosa è alquanto preoccupante.
"Dan, parlami e dimmi cosa sta succedendo o non mi muoverò da qui neanche se il sole stesse per scoppiare" dico fermandomi e mettendo le braccia conserte.
"Ellen Hope Evans Steele non è il momento dei capricci, muoviti e sali sulla moto e senza spiegazioni" urla indicandomi la moto con la mano.
"Vai pure, prenderò un taxi o chiamerò l'autista, arriverò a casa e quando ci arriverò non voglio vederti nella mia stanza con una scusa neanche plausibile, quindi, va' Dan, vattene!" Urlo con gli occhi pieni di lacrime ma che evitano di uscire, io evito che loro escano, sono come un leone in gabbia affamato, se esce dalla gabbia diventa un tornado irrefrenabile e inarrestabile.
"Ellen non capisci! Non ho tempo per spiegarti, dobbiamo andare subito" dice sbuffando rumorosamente cercando di calmarsi mentre serra la mascella.
"Non hai mai tempo per delle spiegazioni che devo sempre ricavarmele con la mia forza di volontà, sono stanca di controllarti Dan, sono stanca di proteggerti" dico alzando gli occhi al cielo "prima eri tu a controllarmi, a proteggermi" riprendo.
"Ci sono delle persone che mi vogliono morto, stanno venendo in questo preciso istante e in questo preciso posto dove tu fai dei capricci inappriopriati, cazzo Ellen, dobbiamo assolutamente andare da Alissa!!" Dice tirandomi con la mano mentre raggiungiamo la moto. Dan è cambiato, molto. Sentendo quelle parole preoccupata lo seguo senza spiccare parola, ha ragione, so essere davvero capricciosa ma mi irrita il fatto che lui attualmente sta 'rischiando ' la sua vita per qualcosa o qualcuno, il non saperlo, non solo mi irrita ma mi rende impotente, immune al difenderlo, non voglio e non permetterei mai che accada una cosa del genere, mai. Dopo dieci minuti Ferma la moto sotto casa di Alissa e scendiamo. Lo seguo silenziosamente mentre entriamo in casa.
"Stai bene? Ti hanno trovato?" Domanda preoccupata accarezzandogli la faccia. Dan si scosta irritato dalla sua preoccupazione improvvisa, sanno tutti che Alissa vuole solo il posto di Oceana e quindi, per questo, ama sembrare carina agli occhi di Dan, guerra tra cugini anche se io non desidero il posto di Oceana quanto lei ed è anche alquanto improbabile che Dan lo lasci a me in futuro.
"Sto bene, devi mantenermi questi, sai perfettamente bene cosa sono, sai perfettamente bene dove nasconderli e sai perfettamente bene a chi darli" dice dandole una usb mentre mi guarda e Alissa annuisce andandosene.
"Allora, Ellen ascoltami" dice avvicinandosi a me e prendendo il mio viso alzandolo verso il suo per farsi guardare negli occhi.
"Devo riaccompagnarti a casa" dice "Dan, cos'hai dato ad Alissa?" Domando.
"Non è tempo delle domande Ellen, devo riaccompagnarti a casa, sarai al sicuro solo lì, ti prometto che risolta questa faccenda, ti dirò tutto quello che vorrai sapere, in caso non mi troverei nella situazione di dirtelo col tempo scoprirai tutto grazie ai coglioni di Luke, Mason, Taylor e Justin anche se non ti ci vorrei in questa situazione. Sai bene come sono fatto e quel giorno, quel giorno che capirai ogni singola cosa, perché avverrà, dovrai venire qui da Alissa e chiederle la usb che le ho dato prima, fallo solo quel giorno. Ti dico di stare tranquilla, queste situazioni sono già capitate tante volte e ne sono uscito meglio di prima" dice mentre raggiungiamo la porta di servizio, quella da dove siamo entrati.
"Adesso ti prego, non parlare o dire qualcosa, non assillarmi con le tue domande, so che mi odi perché mi odierei anche io ma io ti voglio un bene immenso, Ellen. Non smetterai di essere mia sorella solo perché sei arrabiata" dice facendomi l'occhiolino e ridendo mentre saliamo in sella. Avrei voluto dirgli tante cose, tante domande, ma sono stata zotta, glielo devo. Mentre nelle strade più isolate raggiungiamo casa con maggiore velocità un lampo di tristezza m'invade facendo accadere tutto velocemente.
Un furgone esce da una strada a senso unico facendo schiantare la moto dritta nel furgone che sembrava di un metallo avanzato, quasi ferro. Con un volo dalla moto per l'impatto sia io che Dan ci ritroviamo atterra con la schiena in mille pezzi. Strizzo gli occhi cercando di trattenere il dolore che si espande molto velocemente, ho sbattuto la testa pesantemente e non riesco neanche a vedere correttamente. "E-Ellen, s-stai bene?" Domanda Dan strisciando atterra pieno di forse verso di me. Mi tocco la testa e del sangue, scuro ne fuoriesce molto velocemente. "Perdo sangue dalla testa, ma sto bene" dico accarezzando la sua mano. Dan preoccupato inizia ad urlare aiuto pieno di forze. Prende la mia testa e l'appoggia sulla sua spalla stando sdraiati sull'asfalto della strada ridotti in pezzi. "Andrà tutto bene, chiamo un ambulanza" dice mentre delle lacrime escono dai suoi occhi. Non ho mai visto piangere Dan, neanche al funerale di suo padre.
"È tutto okay, Dan, non piangere, ti prego" dico mentre inizio a piangere anche io.
"Mi avevi promesso che non avresti mai più pianto" dice sorridendo mentre altre la rime rigano il suo volto.
"Prima o poi dovevo infrangere la mia promessa, tu ne hai infrante tante" dico tossendo sangue.
"Non prendere mai esempio da me, stai tossendo sangue?" Domanda preoccupato e cercando di alzarsi.
"Aiuto!! Aiuto!!! Aiutatemi, vi prego, aiuto!!" Urla piangendo a dirotto.
"Mia sorella sta male, aiutatemi" urla Dan mentre due persone passano ma scappano cambiando strada mentre un uomo esce dal furgone.
"E-Ellen non era mia intenzione, tinprego, perdonami, ho fatto di tutto per proteggerti, sbagliavi su un fatto" dice tremando e piangendo come un bambino di tre anni mentre l'uomo si avvicina ma la mia vista è peggiorata.
"Su cosa? Normalmente non mi sbaglio mai" dico tremando dalla paura e stringendomi di più a Dan nascondendo la mia testa sul suo petto mentre il suo cuore martella velocemente anch'esso per la paura.
"Sono io che non sopporterei la tua morte Ellen, a prescindere che sia colpa mia o no" dice mentre altre la rime rigano il mio volto.
L'uomo si avvicina sorridendo e adesso riesco a ricomoscerlo, è Elvis.
"Non dovevi metterti contro di me amico" dice puntandogli una pistola.
"Lascialo stare!" Urlo con tutta la forza che ho.
"Ellen"
"Ti avevo avvertito"
"Vattene"
"Ellen"
"Oceano eh?"
"Aiuto!!"
"Ellen sono orgoglioso di te"
"In un oceano finirà il tuo cadavere, questo sarà il mio regalo"
"No, non farlo, aiuto, vi prego, ehy, tu aiutami, chiama la polizia vuole uccidere Dan!!"
"Ti voglio bene"
Mi nascondo nell'incavo del collo e, una stretta di mano. Un bacio sulla fronte e uno sparo. Sangue che schizza sul mio corpo e urla, urla su urla. Disperazione, delusione e odio. Sangue, ferite e lacrime. Buio, oscurità e terrore.
La fine di un mondo, la fine del mio mondo.

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora