Cerco di aprire gli occhi e mi sento come se non li aprissi da anni. Ecco di nuovo la stessa situazione, il passato si ripete. Ho pensato subito ciò prima di focalizzare tutto. Il sole non riesce a farmi riaprire gli occhi, sono pesanti e le mie forze sono tutte esaurite. Ricordo a malapena cosa è successo ma lo ricordo. Respiro affannosamente e cerco di aprire gli occhi.
Mi riappaiono davanti alcune scene, Dan che mi dice di farcela da sola in modo tale da ringraziare me stessa, Taylor che mi evita ma in fondo cerca di proteggermi da tutto, Justin, menefreghista ma con un cuore grandissimo, Luke e Mason cattivi ma buoni, avrei da dire un po' di tutto e di tutti ma non sono pronta per fermarmi e contemplare tutti, ho una domanda a me stessa che prima non mi sarei mai posta.Chi sono?
Cerco da tempo, abbastanza tempo, una risposta specifica al perché del mio essere ma ho appena scoperto che prima ero una persona che adesso non sono e il mio dubbio è:
Chi delle due persone sono? C'è una terza me stessa? Ho la facile scelta?
Credo che tutto dipenda da me, devo essere forte in modo tale da affrontare tutto, devo captare tutto e non posso farlo con i ragazzi che mi stanno addosso, devo programmare un qualcosa di utile come una fuga per riprendermi i documenti, Dan voleva che li avessi io, non mia cugina Alissa.
Potrei fare di tutto con i documenti, vendicarmi, bruciarli e usare il denaro a buon fine per i bambini dell'Africa.
Fortunatamente, ho del tempo a disposizione.
Apro l'occhio destro e poi quello sinistro. Vedo sfocato, delle ombre che a mano a mano si mettono a fuoco. Mia madre è seduta sulla mia destra che mi sorride e mi tiene la mano. Questa stanza, mia madre, io e la situazione mi fa pensare alla morte di Dan rendendomi disperatamente infelice.
"Ehi, piccolina, come stai?" Domanda George che è al fianco di mamma ed ha le mani sulle sue spalle.
"Bene" dico sorridendo debolmente. Taylor entra nella stanza e appena vede i miei occhi aperti corre verso di me.
Mi da un lungo e forte bacio sulla fronte e mi sorride.
"Come stai sorellina?" Domanda con un sorriso sulla faccia, uno di quei rari e pochi sorrisi che mi mostra mio fratello.
"Bene" dico mentendo per la seconda volta.
Il mio corpo non è tanto in forma ma col tempo si rimetterà mentre la mia anima, la mia anima ne dubito che riuscirà a mettersi in sesto.
Non so perché ma ho sempre odiato la mia 'famiglia' perché non è stata mai presente ma in questo preciso, istante momento non posso fare altro che scoppiare di gioia mentre George e Taylor mi abbracciano e la mamma li rimprovera dicendo che non sono in forma.
Le mie emozioni sono amplificate e ridotte quasi allo sfinimento.Odio.
Mancanza.
Menefreghismo.
Amore.
Bene altrui.
Tristezza, amara tristezza.
Infelicità.Non possono andare d'accordo è impossibile e improbabile.
Un infermiere bussa alla porta entrando sbuffando.
"Oh, signorina Evans Steele ben tornata tra noi, il medico arriverà fra un po' per l visita. Qui fuori c'è un pazzo che vuole entrare, ha cercato di corrompermi già tre volte, cosa faccio?" Domanda esausto. Si capisce dai suoi sbuffi rumorosi.
"Chi è?" Domanda mamma.
"Dice di essere Justin Drew Bieber"
Il mio cuore perde un battito. Mi ero quasi dimenticata di Justin, come ho potuto?
Mi sono immersa la pelle e i suoi successivi strati con diverse emozioni cosicché le mie scelte del pensiero fossero corrotte inconsciamente.
Mi giro verso mamma con degli occhi supplicanti, mamma non credo sappia di me e di Justin ma credo l'abbia capito.
"Ellen a me non piace quello che vedo, sia chiaro" dice puntandomi un dito.
"Mamma, abbi almeno un po' di dignità" dico cercando di urlare ma non ho abbastanza forze.
Lei sbuffa rumorosamente abbassando lo sguardo.
"Non posso sempre farti avere la buona sulle cose che ti vieto" dice mantenendo la calma.
Mi sono appena svegliata e desidero sprofondare di nuovo nel coma.
"Guarda in che condizioni sono, se non farai entrare Justin qui, andrò io da lui" dico chiudendo gli occhi e respirando profondamente.
"Saresti capace di fare una cosa del genere? Dov'è finita la mia educazione?" Domanda mentre George cerca di farla zittire. Almeno lui mi capisce.
"Non hai ancora visto di cosa sono capace" dico tossendo forte e mantenendomi la bocca. Mi fa male il petto.
"Mamma, cerca di ragionare, dalle priorità poi quando si stabilizzerà ne riparlerete" dice Taylor con un tono di voce severa. Lei ha sempre ascoltato Taylor.
"Tu? Apprendi ciò che c'è fra i due?" Domanda.
"Voglio bene a Justin è stato cresciuto anche da me ma non credo sia adatto a mia figlia." Dice severa.
"Allora signora? Cosa faccio?" Domanda l'infermiere che è ancora sulla porta.
"Mamma!" La richiama Taylor mentre io cerco di togliere i lavaggi che sono collegati ai miei bracci.
"Ellen stai ferma, lo faccia pure entrare" dice. Mi fermo alle sue parole e sorrido interiormente.
La guardo e non sembra più lei, non è mai stata lei, non è mai stata una madre presente, amorevole, socievole, tornava e ancor oggi torna a casa solo per pochi giorni per poi ripartire con George per lavoro. Una madre non presente non è una madre. Non riesco a capire perché con tutte queste ragioni per odiarla, io continua a volerla bene.
"Potete anche uscire" dico guardandola.
"Dai tesoro, andiamoci a prendere un caffè" dice George facendola alzare.
"Non sei mai stata una madre presente, se vuoi puoi anche ripartire per il tuo lavoro, qui, non fa alcuna differenza" dico debolmente mentre lei esce con George e Taylor a testa bassa.
Mi sento in colpa, tremendamente in colpa.
La porta si riapre e i miei occhi quasi non credono. Non pensavo di rivederlo. Ha delle occhiaie bruttissime sotto gli occhi, ha i capelli scombinati, i vestiti sgualciti, gli occhi stanchi di chi stava per mollare e un sorriso di sollievo. Corre verso di me e si siede al mio fianco, prende la mia testa fra le mani e non fa altro che baciare fra i miei capelli. Ah, Justin e il suo cuore che non fanno altro che scombinare il mio.
"Sei la mia felicità, Ellen!" Dice sorridendo e stampandomi un bacio sulle labbra. Mi sono mancate, queste labbra carnose e screpolate.
Sorrido alle sue parole ma mi rendono anche triste. Devo finire quello che Dan ha iniziato, non posso farlo con lui al mio fianco.
"Esageri Jus" dico sorridendo e stringendo la sua mano non riuscendoci del tutto, lui se ne accorge e la stringe di più.
"Non esagero Ellen, mi rendi felice" dice mentre io con l'altra mano accarezzo la sua che stringe la mia.
"E semmai dovessi andarmene? La tua felicità cesserà per colpa mia?" Domando con un tono di voce triste.
Lui mette due mani sotto al mio mento per poi alzare la mia testa in modo tale da poterlo guardare negli occhi.
"Non succederà perché tu non te ne andrai!" Dice abbracciandomi mentre vedo mamma sulla porta che ci fissa con un'espressione quasi felice.
"J-Justin?" Domando tremando e trattenendo le lacrime.
"Cosa c'è?" Domanda preoccupato.
"Perché non riesco a muovere i piedi? Perché non riesco a muovere le gambe? Nemmeno le dita" dico tremando.
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Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||
FanfictionEllen Hope Evans Steele ragazza bionda con occhi azzurri e fisico mozzafiato. Appena diventa sedicenne scopre tante cose ma andando avanti ne scoprirà ancora altre più gravi. Ellen è una ragazza testarda e per questo quando mancava di rispetto a Jus...