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Sono passate diverse settimane da quando ho accettato la proposta di Arthur che oramai ho concluso. Arthur può sembrare una persona cattiva ma in queste settimane ho avuto modo di conoscerlo, lui è sempre stato il padre che ho sempre desiderato, ovviamente nulla da togliere a George. Arthur mi ha invitata diverse volte a diversi eventi e non ho potuto fare a meno di accettare, lui è una persona premurosa ma nonostante io sia cosciente del fatto che lui fosse al mio fianco ero contemporaneamente cosciente del fatto che era ancora diversi passi davanti a me. È una mente geniale e non tutte le menti geniali sono folli, lui agisce con calma essendo paziente. Inoltre Arthur mi ha anche insegnato a giocare a poker e nonostante io abbia concluso le sue esigenze di vincita su oceana lui mi ha permesso di restare qui quanto volessi.
"Darren cos'hai?" Domando riferendomi al ragazzo di fronte a me che è pensieroso. Di Darren in queste settimane non ho scoperto un granché, lui è un ragazzo che sta sempre nel suo mondo e ancora non ho capito di che mondo si tratti. Sofferenza. Nei suoi occhi nonostante il suo sorriso non lo dimostrasse era molto sofferente e desidererei sapere il motivo.
"Ellen no, questa sera non chiamerai il tuo psicologo." Dice sbuffando. Mi sono tenuta in contatto con il dr. Addox sia per tenere a riposo il mio cuore migliorante sia per tenere a riposo i miei squilibri mentali.
"Perché?" Domando innocua cercando di mantenere la calma.
"Perché ti avevo chiesto esplicitamente di non permettergli di rintracciarti." Dice con un tono di voce calmo. I suoi occhi e la sua mascella serra fanno capire la sua rabbia ma nonostante ciò non alza di un piccolo seppur minuscolo il suo tono di voce. Darren è molto diverso da Justin, sono due persone del tutto diverse e non so se la cosa mi fa piacere.
"Infatti non l'ha fatto Darren, e poi, il telefono non è rintracciabile" sbotto arrabbiata del suo essere in dubbio della mia fiducia o ancor peggio di quella del dr. Addox.
"Allora spiegami per quale motivo stamattina un certo Taylor e un certo Justin mi hanno puntato una pistola alla gola?" Domanda ancora una volta con una certa calma. Questo suo modo di essere mi rende nervosa a tal punto di desiderare che le sue corde vocali si spengano perché a momenti lo farei io.
"Taylor? Mio fratello?" Domando sbarrando gli occhi.
"È tuo fratello?"
"Come hai fatto a sfuggire a Justin?"
"Ellen non rispondere ad una domanda con un'altra domanda" sbotta irritato. Ah che bello, almeno ha dei sentimenti purché negativi sono pur sempre dei sentimenti. Vedendoci da fuori io e Darren sembriamo due bambini e nulla toglie il fatto che forse, in fondo, lo siamo.
"Darren adesso sono abbastanza seria, non puoi capire come sono fatti."
"Abbastanza seria? Mi preoccupi più tu che il tuo ex ragazzo psicopatico seguito dalla sua gang. So come sono fatti, ti ricordo che Justin Drew Bieber possiede tutta Londra." Dice ridendo amaramente e alzandosi per sgranchirsi le gambe
"Posso chiamarli? Chiamerò Taylor, lui è ragionevole." Dico mentendo spudoratamente, desidererei sentire, ascoltare per un millesimo secondo la voce di Justin.
"Arthur mi ha ordinato di proteggerti, non sono riuscito a far sparire il resto dei giornali e neanche gli autori, come potrei fermare una gang molto, ma molto più grande della mia o di quella di Arthur?" Domanda sbuffando rumorosamente del suo essere imponente di fronte a ciò. Sembra che lui abbia già vissuto ciò. Sono uscita sul giornale diverse volto in prima pagina dove ci sono foto di me con Darren e di me con Arthur, i giornalisti ne inventano così tante che è difficile poi, credere alla propria e vera versione dei fatti.
"Permettimi di chiamarlo, permettimi di dire loro che io sto bene Darren, è comprensibile la preoccupazione di un fratello." Dico avvicinandomi lentamente a lui. "E se mi permetterai di chiamarli, ti pagherò un bel drink al tuo bar preferito" dico sorridendo. Sorride silenziosamente. È la prima volta che lo vedo sorridere ed emana una strana sensazione, emana energia, dolore, sofferenza e una lieve felicità.
"Che sia una cosa rapida, io non ti vedo." Dice ponendomi il cellulare fra le mani e andandosi a sedere sul divano con il giornale il mano.
Sorrido vittoriosa e corro nella mia camera. Compongo il numero di Taylor a memoria ma non risponde quindi provo con quello di Justin. Dopo il secondo squillo risponde.
"Stai ferma, non vedi che sono al telefono?" "Dai voglio divertirmi" diverse voci sento dall'altro capo del telefono e poi una voce rauca.
"Pronto?"
"Justin, ho provato a chiamare Taylor e...-" mi blocca prima ancora che io finisca la frase.
"Ellen? Stai bene?" Domanda come se non ci vedessimo da anni.
"Sì che sto bene Justin, e tu come stai? Taylor come sta? Luke, Mason? Sembra che abbiate tutti degli squilibri mentali!"
"Perché? Dio mi fai letteralmente ridere, tu hai dei problemi seri, te ne vai, sparisci per settimane e poi mi chiami accusando tutti di essere matti?" Domanda ridendo amaramente.
"Non puoi capire"
"Cosa non posso capire? Come va con quel ragazzo? È per questo vero che te ne sei andata? Per un ragazzo? Dio mio non puoi capire quanto io sia disgustato di te adesso." Sputa queste parole con una certa rabbia che io non mi ero del tutto immaginata così.
Mi manca.
Mi manca terribilmente tanto.
"Va bene Justin, è comprensibile la tua rabbia, se la metti così, perdonami di averti chiamato, riferisci a Taylor che sto bene"
"Ellen.." Stacco la chiamata prima che lui possa dire qualcosa.
Scivolo lentamente atterra rannicchiando le mie ginocchia al petto.
Fa male.
È un dolore odioso.
Mi distrugge dentro come un uragano.
Un uragano veloce.
Forte.
Un uragano inarrestabile.
Un uragano insaziabile.
Darren entra dalla porta e mi guarda per alcuni secondi prima di parlare, come se stesse formulando o cercando le parole adatte per dirmi, non mi aveva mai visto in queste condizioni.
"Credo che il drink poi, debba offrirtelo io" dice sorridendo e sedendosi al mio fianco.
"È uno stronzo? Uno stronzo dolce o uno stronzo stronzo?" Domanda
"Hai ripetuto troppe volte la parola stronzo" dico scuotendo la testa.
"Già, effetti collaterali nel vedere qualcuno quasi peggio di me."
"Sei bravo a nascondere la tua tristezza, io non proprio" dico fissando l'armadio ma in realtà nella mia mente non fanno altro che scorrere diverse scene di me e Justin.
"Sai, mio nonno, diceva che il saper nascondere i sentimenti non è sempre una cosa positiva ma contrariamente si deve sfogare, basare i propri sentimenti su un qualcosa che sia un pensiero fisso, l'alcool o la droga non miglioreranno la situazione." Dice
"Tuo nonno è un saggio."
"Era." Dice con uno sguardo triste.
"Sembra che il destino ci abbia accoppiati nel vedere piacevolmente sgretolarci poco a poco". Dico con un tono ironico anche se la situazione nom è ironica.
"E pensi che noi dovremmo reagire così? Alza quel tuo bel culo, portami al bar e pagami un drink, in fondo sei oceana, la donna più forte di Londra". Dice sorridendo e alzandosi per poi porgermi la mano.
Di nuovo, la sua mano mi porge aiuto, di nuovo.
Se fossi stata sola avrei cercato in tutti i modi di dormire e di disperarmi ma anche se fa male, in fondo, Darren ha ragione.
Prendo la sua mano, di nuovo, e mi alzo sorridendo.
"Pagano gli uomini, Darren."

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora