Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||

#24

Apro gli occhi di sopraffatto e noto Justin davanti a me. Sospiro pensando che è stato un altro dei miei sogni e mi butto indietro affondando nel letto/materasso. Non è possibile che io adesso sogno anche Dan che mi dice di non essere morto. Aiuto. Sono così sconvolta dal mio sogno. Tanto sconvolta. "Ellen stai bene?" Domanda Justin sdraiandosi al mio fianco. "Mai stata meglio" manto spudoratamente. "Perché nascondi la verità?" Domanda. Sbuffo girandomi verso di lui e mi trovo faccia a faccia con lui. "È passata la notte, tu sei Justin Drew Bieber ed io sono Ellen Hope Evans Steele" dico alzandomi dal letto/materasso e scendendo le scale per poi arrivare in camera mia. Entro nel bagno, lo chiudo a chiave e mi spoglio entrando nella doccia. Sono così sconvolta, delusa e arrabbiata con me stessa per non riuscire a ricordare quel fottuto giorno.
Devo ricordare, ho bisogno di ricordare.
L'acqua fredda entra a contatto con la mia pelle sudata, creando la pelle d'oca per il freddo. Questa volta i miei pensieri non scivolano con l'acqua, lasciano scivolare l'acqua e sudore ma non loro. Chiudo l'acqua e metto un accappatoio addosso andando in camera. Metto l'intimo e metto un Jeans nero strappato sui ginocchi con una maglia di Dan sopra. Metto delle converse rosse come la maglia, raccolgo i capelli in una coda e scendo giù in cucina. Entro e noto Taylor, Luke, Mason, Chaz, Ryan, Justin e quei due ragazzi. "Buongiorno" la voce di Luke fa capolinea nella stanza ma la evito. Raggiungo un mobile, caccio una mela e la avvicino alle labbra. Penso al mio sogno e mi appoggio al bancone della cucina. Non un altro attacco di panico, per favore. Faccio respiri profondi e guardo i ragazzi che mi guardano non capendo, come sempre chi è che mi capisce? Poso la mela sul bancone senza mangiarla e me ne vado dalla cucina. Raggiungo la porta di entrata ed esco. Metto le cuffie nelle orecchie e corro, corro alla ricerca della mia migliore amica Clara. Ho così tanto bisogno di lei. Raggiungo la sua porta e inizio a bussare forte. I suoi genitori si sono trasferiti e lei è rimasta sola a casa sua per restare qui, per la scuola, per gli amici e per me. Apre la porta una Clara spettinata e assonnata. "Ellen" dice stupita di me. Capisce che devo stare male così si sposta alla destra della porta per farmi entrare. Entro e raggiungo il salone dove mi siedo sul divano con le mani che mi tremano. Mi raggiunge e si siede al mio fianco prendendo le mie mani e le mette nelle sue cercando di farmi smettere di tremare. "H-Ho sognato Dan" dico chiudendo gli occhi. Lei sta zitta, aspettando che io continui. "M-mi ha d-detto c-che lui n-non è m-morto" dico dicendo ancora quella parola che a me fa tanto male. "Ellen, lui ormai non c'è più, è la tua mente che adesso non è lucida" dice lei cercando di calmarmi. "Clara io-io ho bisogno di ricordare. Non posso vivere con attacchi di panico, incubi e con questa fottuta malattia. C'è una cosa c-che devi sapere e che non ti ho detto." Dico girandomi verso di lei. "Cosa c'è di così tanto grave che ti spaventa?" Dice lei continuando a stringere le mie mani. "J-Justin..-" non mi lascia finire la frase che m'interrompe "giuro che se ti ha picchiata le distruggo la sua bella ferrari" dice arrabbiata. "Non è questo, lui..-" dico ma mi blocca di nuovo. "Ti ha presa di nuovo in giro?" Domanda. "Dio Clara fammi finire" dico esasperata. "Oh, si scusa vai avanti" dice lei nervosa. "Ecco lui, fa parte di una... Gang, quella che domina Londra, e-e anche mio fratello, Mason, Luke e io-io ho stretto il contratto di oceana per Justin perché farà una gara con Elvis, un altro membro di un'altra gang, loro stanno in competenza e-e adesso tutti stanno a casa mia anche Chaz e Ryan e-e Luke me lo ha nascosto? Ti rendi conto?"
Domando trattenendo le lacrime. Lei sembra shoccata. "Oh mio dio. Ellen, tu non ti preoccupi della gang ti preoccupi di Luke?" Domanda ridendo nervosa coinvolgendomi. Mi abbraccia forte a lei. "Stasera dormi da me okay?" Domanda al mio orecchio ed io annuisco. "Adesso, dobbiamo andare a scuola, ovvero fra una mezz'ora" dice lei urlando e correndo di sopra per vestirsi e facendomi ridere. È sempre la solita.
"Clara ci vediamo a scuola" urlo di sotto per farmi sentire. Esco di casa e m'incammino verso casa mia. Apro la porta con le chiavi, sento delle voci in cucina ma le evito e salgo in camera mia. Entro e chiudo la porta dietro di me sospirando mentalmente di non essere stata notata. Prendo la borsa e salto dalla paura notando Taylor alzato di fronte a me. Il mio cuore ha saltato dei leggeri battiti ma torna a battere normalmente. "Scusa, non volevo spaventarti" dice cercando di scusarsi con gli occhi non solo di questo. Annuisco leggermente con il capo. "Okay, ho sbagliato ad urlarti contro ma cerca di capirmi, sono così tanto terrorizzato. Quel uomo vuole distruggermi e il mio punto debole sei tu, lo so che sono un fratello diverso, non dimostro ciò che penso e ciò che provo ma se io perdo te, perdo molto. Ho passato la mia vita a cercare di evitarti, ormai il mio posto l'aveva preso Dan, lui sapeva ascoltarti, sapeva consolarti, sapeva renderti felice, sapeva anche proteggerti ma non come me, sono così stupido e testardo che non ti sono stato nemmeno accanto quando ti sei svegliata dal coma e hai saputo la notizia. Sei stata in coma un anno, ti sei risvegliata pochi mesi fa e io ancora ho paura che il tuo cuore possa saltare molti battiti e per poi fermarsi, ho ancora paura che tu cada ancora nei tuoi perfidi attacchi di panico, ho ancora paura che i tuoi incubi non smettano, adesso ho la costante paura che qualcuno ti faccia del male, ho sempre avuto paura di perderti. Per questo sono un fratello iper protettivo, cerca magari di capirmi, non è facile nemmeno per me. Ho paura Ellen, la mia unica paura sei tu e adesso che il mio nemico sa di te, io devo tenerti sotto controllo." dice sedendosi sul letto e mettendo la testa fra le mani. Resto stupita dalle sue parole. Alza la testa e tra i suoi occhi lucidi sussurra "non voglio perdere anche te, Ellen" mentre delle lacrime rigano il suo volto.