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È tutto okay. Il mio cuore sta abbastanza bene ed è sotto controllo. Mancano due giorni a natale ed io sto girovagando per Liverpool con una maglietta leggera. Decido di continuare a girovagare fin quando non mi fermo vedendo una strada stretta. Mi è familiare. Entro nella strada stretta dove si può camminare solo a piedi ma è deserta. Mi fermo vedendo un insegna sopra ad un negozio con sopra scritto 'the books in the paradise'.
È la libreria di cui parlava Justin. Scuoto la testa allibita mentre mi siedo atterra inconscia dei miei ricordi.

Flashback

"Smettila e dimmi dove mi stai portando!" Dico cercando di tirare Dan ma è impossibile. È più forte di me. "Ti ho detto che devi camminare, ci stanno cercando" dice arrabbiato e preoccupato mentre mi tira cercando di camminare più veloce.
"Chi ci sta cercando?" Domando innocua come una Mosca.
"Elvis e non ti piacerà cosa vuole da me, quindi cammina e sta zitta" dice mentre alleggerisce la presa sul mio polso, fortunatamente.
"Cosa vuole da te? Non hai nulla che gli possa interessare. Lui sta cercando i documenti" dico avanzando il passo. Quando sono nervosa devo fare qualcosa.
"Giriamo in questa piccola strada, non ci passa mai nessuno" dice Dan tirandomi, di nuovo.
"Dan è meglio essere tra la gente e non evitare la mia domanda! Cosa vuole Elvis da te?" Domando arrabbiata mentre Dan mi tira nella piccola strada molto deserta.
"Ellen il sapere ti uccide, per una volta, almeno una, nella tua vita, non farmi domande alla quale dovrei risponderti con una maledetta bugia!" Urla fermandosi fuori ad una biblioteca.
"Dan tu mi proteggi ma nessuno protegge te. Il sapere mi salva e riesce a farmi salvare anche te!" Urlo arrabbiata.
"Ti prego, entra e non complicare le cose" dice sbuffando con una voce triste.
Entriamo nella biblioteca dove nell'insegna c'è scritto 'the books in the paradise'

Fine Flashback

Sorrido mentre penso alla preoccupazione di Dan. Non ricordavo ciò, non ne ero a conoscenza. Entro e inizio a girovagare per la piccola biblioteca, trovo ciò che cercavo: il primo atto de 'la tempesta' di william shakespeare.
Non so perché l'ho preso, già l'ho letto e lo possiedo anche a casa ma amo leggere nella tranquillità delle biblioteche. Torno all'entrata principale e mi faccio una cioccolata calda, in fondo manca poco a natale. Prendo la mia cioccolata e raggiungo il mio tavolo che è escluso dagli altri, è al buio in un angolo. Accendo la lampada che si trova sul tavolino e sorrido al profumo dei vecchi tempi. Libro, cioccolata calda e me.
Mi alzo i capelli in una crocchia e prendo i miei occhiali per la stanchezza, li metto e inizio a leggere.


***

Mentre sono persa nella mia dolce lettura e senza accorgermi del tempo trascorso la bibliotecaria anziana mi si avvicina. "Signorina stiano chiudendo" dice appoggiandosi una mano sulla spalla.
"Perché? Che ore sono?" Domando shoccata mentre scuoto la testa dal mal di testa.
"Le 22:30 ho fatto di tutto per chiudere tardi, non si vedono più giovani come lei qui" dice sorridendo e sedendosi al mio tavolo. Sorrido chiudendo il libro.
"Mi scusi, quando leggo mi perdo nella lettura e fantastico le scene. Non leggevo da tempo questo libro" dico alzandomi e facendoglielo vedere.
"William shakespeare, non molti ragazzi lo leggono, soprattutto i primi atti de la tempesta" dice sorridendo.
"Ci sarà sempre qualcuno diverso, non lo dimentichi" dico alzandomi ed uscendo dalla biblioteca.
Cazzo, si è fatto tardi.
Adesso non potrei mai arrivare alla metropolitana.
Cammino per le strade scure mentre ho le mani nei capelli. Perché sono così stupida da non pensare nemmeno all'ora? Ho davvero perso il senso dell'orientamento? Sbuffo rumorosamente e ripetutamente.
"Lo sbuffo è dato da due diversi tipi, o ti sei stancata di qualcosa o te ne stai stancando" dice una voce troppo familiare. Giro le testa e Justin è al mio fianco con le mani nelle tasche come un pinguino, in realtà fa freddo, molto. Alzo gli occhi al cielo.
"Signorina non alzi gli occhi al cielo con me e sarei felice se quel qualcosa si trattasse di Toby" dice con un'aria seria come se davvero sperasse ciò.
"Lo sai che non accadrà mai" dico continuando a camminare senza meta e anche Justin.
"Lo ami?" Domanda mentre mi fermo perplessa dalla sua domanda, non mi aspettavo una domanda del genere.
"Cosa?" Domando alzando la testa e incontrando i suoi occhi, ancora.
Una tempesta fa un fracasso nel mio stomaco mentre Justin abbassa lo sguardo.
"Rispondimi" dice alzando di nuovo la testa e incontrando i miei occhi. Ha incastrato i miei occhi nei suoi e li ha incatenati.
"Non sono domande da fare" dico indietreggiano lentamente.
"Perché? Ho tutto il diritto di saperlo" dice continuando ad avere le mani nella tasca, ma stavolta le ha nella sua giacca lunga.
"Certo" dico andando a sbattere contro un muro mentre Justin continua ad avvicinarsi.
"Allora?" Domanda a pochi centimetri mentre sento la sua voce sulla mia pelle facendomi rabbrividire.
"Allora niente, spostati e ti darò una risposta adeguata" dico sospirando silenziosamente.
"Perché? Non riesci a resistermi? O la mia vicinanza non riesce a farti dire bugie?" Domanda alzando un sopracciglio.
"Justin, allontanati" dico chiudendo gli occhi.
"Guardaci, in fuga dai nostri sentimenti e pieni di paura" dice accarezzando una mia guancia.
"Allora, lo ami?" Domanda aggiustandomi dei capelli dietro l'orecchio.
"Non lo so"
"Sei felice con lui?" Domanda di nuovo rimanendo la sua mano sulla mia guancia.
"Sì" mento
"Più di quanto lo eri con me?"
"Non lo so"
"Perché sono così complicate le cose?" Domanda
"L'hai voluto tu, tu hai preferito mentire e io ho scelto diversamente, ho scelto di essere felice con Toby, dovresti fartene una ragione" dico mentre la sua mano non si sposta di un millimetro.
"Ellen credi che se io non sentissi ancora il tuo nervosismo notato dal respirare nervosamente e affannosamente ad ogni mio tocco lotterei ancora per te?" Domanda mentre io mi faccio mille domande.
Mi manca.
Mi manca come l'aria.
Mi manca baciare le sue labbra.
Mi manca fantasticare un posto per scappare insieme, di nuovo.
Mi manca abbracciarlo quando tutto va male.
Mi manca guardare la luna piena con lui.
Mi manca dormire con lui.
Mi manca la sua arroganza.
Mi manca la sua strafottenza.
Mi manca la sua gelosia.
Mi manca la sua protezione.
Mi manca il suo respiro sul mio collo di mattina.
Mi mancano i suoi abbracci da dietro.
Mi manca scherzare con lui.
Mi manca giocare con lui.
Mi manca terribilmente ma il mio orgoglio non è pronto, al momento, non posso fare altro che seguire il mio cuore guidato dalla mia testa, influenzato.

Amore che ti uccide✝||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora