33. Mancanze

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"Ti sto preparando la valigia. Oggi torni a casa tua"
"Aspetta... cosa?" Chiedo ancora incredula alle parole che ha appena detto.
"Torni a casa tua. Ho bisogno di tempo per pensare" Dice e io lo guardo.
Non può farmi questo.
"Sei uno stronzo, Riccardo!" Alzo la voce e il suo sguardo è più scuro del solito. "Cazzo... ti odio!" Urlo e chiudo la mia valigia, prendendola velocemente subito dopo. "Non cercarmi mai più" Lo avviso ed esco fuori dalla stanza.
"Fede... scusami" Dice piano e si passa una mano fra i capelli.
"Va' a quel paese!" Borbotto e scendo giù in cucina, per trovare Luca e Francesca con un cipiglio sul viso.
"Stai bene?" Domanda il ragazzo e io annuisco mettendo una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"Quando ritorni?" Chiede Francesca con voce dolce.

Forse mai più.

"Presto piccola, presto" Sussurro e la abbraccio.
"Cavoli... mi mancherai" Dice e il mio cuore si scioglie.
"Anche tu, piccola" Le lascio un bacio sulla guancia e guardo Luca.
"Ti accompagno alla stazione" Si offre e io lo ringrazio.

"Ogni tanto gli capita di avere questi comportamenti" Mi spiega una volta entrati in auto.
"Ma non può fare così! Non può trattarmi in questo modo. Io sono stanca dei suoi sbalzi d'umore." Gli spiego con voce tremante, appoggiando la testa sul finestrino.
"Lasciagli un po' di tempo, vedrai che ritornerà"
"Non posso stare sempre qui ad aspettarlo" Sussurro e sento un nodo alla gola, che si scioglie quando scoppio in un pianto liberatorio.
"Una volta mi dissero che quando si ama una persona si aspetta." Dice sorridendo e io lo guardo.
"Io lo amo. Forse anche troppo, ma non posso aspettarlo per sempre"

***

Sono passati due giorni dall'ultima volta che ho visto Riccardo.
Dopo essere atterrata a Roma, sono ritornata dalla mia famiglia e abbiamo passato questi giorni insieme. Mi hanno chiesto molte volte dove fosse Riccardo e io ho sempre detto 'è molto impegnato per lavoro'. Una scusa ovviamente, a cui credono.
Ogni tanto mi viene in mente tutto quello che è successo e quello che riesco a fare è chiudere gli occhi e ingoiare il dolore atroce che si fa spazio dentro di me.
Tutto quello che mi è rimasto di lui è la sua felpa grigia. La sera la indosso e la annuso. È come se fosse qui e tutto passa.
Adesso dove sono? Beh sono su un aereo che mi sta portando a Taranto, dove ho un instore. So già cosa succederà... verrò completamente sommersa dalle numerose domande sul nostro rapporto e ovviamente non saprò cosa rispondere.
Ad interrompermi dai miei pensieri è il pilota che annuncia di allacciare le cinture di sicurezza, perché stiamo per atterrare.

"Come va con Riccardo?" Mi chiede una ragazza prima di fare la foto.
"Non molto bene" Rispondo dispiaciuta e in quel momento un vuoto si fa spazio nel mio stomaco.
"Si risolverà tutto" Mi consola e io scuoto la testa.
"Questa volta è diverso."
"Devi essere forte" Sussurra prima di andare via e io deglutisco.

Non riesco, non ce la faccio più ad essere forte.
Per quanto tempo si può essere forti?
Sicuramente non per sempre.
Solo per un pochino ma poi scoppi.
Scoppi e nessuno è lì, pronto a salvarti.

Pov's Riccardo

"Come stai?" Mi chiede Andreas sedendosi accanto a me.
"Domanda di riserva?" Ridacchio per sdrammatizzare.
"Non ne ho, dovrai rispondere a questa" Fa spallucce e io sospiro frustrato.
"Mai stato così meglio" Sorrido e lui alza un sopracciglio confuso. Guardo le mie mani e poi mi scompiglio un po' i capelli. "Una merda" Borbotto e lo vedo ridere.
"Comunque fatelo dire... ma sei un coglione" Dice e cazzo, ha ragione. "Lei ti ha aspettato per troppo tempo ma non lo farà ancora" Sussurra. "È stanca delle cazzate che fai!"
"Io sono stanco del suo comportamento da bambina!" Sbotto. "Deve fidarsi di me"
"Non può fidarsi di una persona che si vede al centro di Milano con la sua ex"
"Mi ha chiamata lei" Gli ripeto per l'ennesima volta in questi due giorni.
"Non significa nulla! Potevi almeno dirglielo o almeno non raccontare balle!" Mi smaschera. "Perché fai sempre cazzate?" Chiede togliendo i suoi occhiali da sole.
"Non lo so" Sospiro.

Perché sono un coglione.

"Ma sto bene, davvero" Sussurro e bevo un sorso di acqua.
"Non mentirmi. Ti conosco troppo bene"
"Non ti sto mentendo" Ripeto.
"Come dici tu" Si arrende alzando le braccia e io sbuffo.
"In questi giorni hai sentito Federica?" Gli chiedo.

Ho bisogno di sapere come sta.

Come dovrebbe stare, secondo te?

Zitta, vocina!

"Perché non glielo chiedi direttamente tu?" Propone Andreas ma io scuoto la testa. "Comunque è molto delusa dal tuo comportamento, Riccardo" Dice con voce composta. "E sta molto male"

Anche io sto molto male.

"Lei aspetta un tuo messaggio o una tua chiamata ma tu non fai nulla di tutto ciò"
"Prometto che in questi giorni la chiamerò e cercherò di chiederle scusa" Sussurro e lui sospira.
"Siete tutti e due duri di mente!" Borbotta e io scoppio in una risata rumorosa. "Vi odio entrambi!"
"So che ci ami!" Scherzo e alza gli occhi al cielo. "Invece tu come stai?" Domando.
"Alla grande, Riki!" Sorride e il mio cuore si riempe di gioia vederlo sorridere così. "Mi dispiace un sacco vederti star male" Sussurra dispiaciuto.
"Passerà presto, te lo prometto" Rispondo con un sorriso e lui si alza per abbracciarmi. "Stammi vicino, ho solo te" Sussurro e posso sentirlo emozionato.
"Non ti lascerò mai da solo, amico mio"

Allora? Vi piace?🌳
Premetto che l'ho scritto abbastanza di fretta, quindi scusate per le eventuali cazzate che avrò raccontato.🍇
Ecco... SIAMO #40 IN FAN FICTION E TUTTO CIÒ MI SEMBRA UN SOGNO😍🌟
Non so davvero come ringraziarvi. So che posso sembrare monotona ma tutto quello che sta succedendo è merito vostro🌹
-Come stanno andando le vostre vacanze?⛱❣
Le mie molto bene🍒
Un abbraccio🌊
-Roberta💐❣

Dopotutto - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora