113. Il mio disastro

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I raggi riscaldano la mia pelle e sento l'odore dell'estate invadermi le narici. Ho la pelle leggermente lucida e sento molto caldo a causa dell'alta temperatura.
Quando giro la chiave per aprire la porta, sento il mio cuore accelerare immediatamente. L'ansia prende il sopravvento e devo prepararmi psicologicamente alle urla di Federica.
Guardo l'ora e sono le dodici e trenta. Forse sono leggermente in ritardo e sarà sicuramente incazzatissima.
Quando arrivo in cucina, non c'è nessuno e ne approfitto per lavare le manine a Sophie e metterla all'interno del seggiolone. Afferro la torta del compleanno e la inserisco nel frigorifero. "Siamo tornati!" Urlo nella speranza che possa sentirmi.
Sbircio tra i fornelli e vedo la cotoletta all'interno della padella e un'insalata fresca posizionata accanto. Sento dei passi dietro di me e mi giro vedendo Federica in accappatoio.
"Finalmente siete ritornati a casa! Alla buonora!" Si lamenta e avanza verso di me. Con passi veloci mi scansa e inzia ad apparecchiare la tavola.
"Faccio io, vai a vestirti" Dico gentilmente, cercando di non farla innervosire.
Prendo un bicchiere e lo appoggio sul tavolo, sistemandolo proprio accanto al piatto.
"Posso farcela, stai tranquillo" Risponde secca e io annuisco, abbassando lo sguardo.
Vado via dalla cucina e mi dirigo in salotto, accendendo il televisore e vedere cosa sta succedendo in tutto il mondo nelle ultime ore.
Respiro profondamente e sono amareggiato e deluso dal suo comportamento. In questi casi, si dice che è meglio lasciar perdere ma io non ce la faccio assolutamente.
Mi alzo di scatto e la raggiungo in cucina. La vedo sussultare e si gira, incrociando il mio sguardo con il suo.
"Mi dici che cazzo ti prende?" Alzo la voce e vedo la sua fronte corrugarsi immediatamente. "Delle volte non ti capisco, gli ultimi dieci giorni non facciamo altro che litigare, e oggi... siamo scoppiati come una bolla!" Alzo la voce e lei sospira piano prima di chiudere gli occhi lentamente.
"Puoi semplicemente lasciar perdere?" Chiede supplicandomi.
"No, mi dispiace ma non riesco!" Mormoro e sposto lo sguardo verso Sophie che inzia a piangere. "Non ci riesco proprio..." Porto la mia mano sul mento e lo accarezzo piano. "Quando assumi questi comportamenti del cazzo, mi fai davvero crollare il mondo addosso! Cristo, so che in una coppia sono presenti anche questo tipo di litigi ma non pensavo fosse stato così difficile." Ammetto e lei abbassa lo sguardo.
"Neppure io lo pensavo" Risponde e prende la piccola fra le sue braccia, iniziando a farle bere qualche sorso di acqua. "Per adesso possiamo cercare di dedicarci a nostra figlia e riparlarne dopo?" Chiede frustrata dalla situazione. "Te lo chiedo per favore..." Sussurra con voce spezzata.
"Ne riparliamo dopo. Ma ricordati che io ho bisogno di te. Sentirti distante è una cazzo di sofferenza." Ammetto e cerco di incrociare il suo sguardo, appoggiando i palmi delle mani sul tavolo. Lei annuisce e mi sorride dolcemente, prima di accarezzare la guancia di nostra figlia.
"Mancano solo quattro palloncini, potresti gonfiarli per favore?" Chiede piano.
"Certo, vado subito" Rispondo e mi giro prima di dirigermi in salotto.

Pov's Federica

Il pranzo? Il pranzo è stato davvero frustrante. Né io né lui abbiamo parlato. Ci siamo scambiati solo alcuni sguardi, grazie a Sophie. La situazione sta davvero cambiando troppo velocemente ed è solo colpa mia.
Dovrei semplicemente chiedergli scusa e risolvere tutto.
Guardo l'orologio alla parete e noto che sono quasi le sei del pomeriggio. La bimba dorme, quindi ne approfitto per sistemare i capelli e prepararmi per la grande festa.
"Dove stai andando?" Mi domanda Riccardo, ruotando la testa verso di me.
"A vestirmi" Rispondo e lo vedo annuire. Salgo le scale velocemente e mi dirigo verso la nostra camera. Apro l'armadio scegliendo il vestitino giusto per l'occasione ma ho le idee confuse anche sull'abbigliamento.
"Posso stare qui con te?" La voce roca di Riccardo mi interrompe dai miei pensieri e mi giro prima di annuire dolcemente. "Non credi che tu debba darmi delle spiegazioni sul tuo comportamento?" Domanda guardandomi e io mi giro. È seduto sul letto e le sue mani sono appoggiate su di esso, tenendosi in equilibrio.
"Si..." Farfuglio e respiro profondamente prima di formare una frase di senso compiuto. "Senti... mi dispiace. Non so cosa diavolo mi sia successo. Non avrei mai voluto dire quelle cose" Gli dico a voce bassa e butto il vestitino blu sul letto. "Scusami"
"Bene..." Sospira torturando il suo labbro con le dita. "Finalmente ti sei decisa a scusarti!" Ride nervosamente e sbatte le mani sulle sue cosce. "Odio litigare con te." Ammette guardandomi. La luce nei suoi occhi è ritornata e la sua pelle è più luminosa di prima.
"Anche io." Bisbiglia. "Sei la donna più stronza, dolce, rompi palle, gelosa e possessiva che potessi mai conoscere ma giuro che non riesco a vivere un secondo senza di te!" Mi svela e sento il mio cuore accellerare velocemente. "Non ci sarà mai nessuno al posto tuo, rimarrai l'unica per tutta la mia vita. Non voglio che ti vengano brutti pensieri in mente. Sappi che non ho mai conosciuto nessuna più bella di te. Ti basta per capire che voglio solo ed esclusivamente te o devo scrivetelo muri?"
"Certe volte non so cosa diavolo mi succede" Ammetto.
"Questo non ti giustifica a comportarti così con me! Mi fai stare male"
"Perdonami, occhi azzurri" Sussurro a voce bassa e mi avvicino a lui, prima di appoggiare le mani sulle sue spalle e sedermi sulle sue gambe.
"Ti odio tantissimo quando fai la bipolare del cazzo" Farfuglia ma posso notare un piccolo sorrisino disegnare qualche sfumatura di dolcezza alla frase.
"Tu sei peggio di me" Gli ricordo alzando gli occhi al cielo. Le sue mani sono ancora appoggiate sul letto e il suo sguardo è incrociato al mio. I suoi occhioni blu luccicano e le sue labbra sono rosse e lucide. "Hai intenzione di rimanere tutto il tempo così o puoi stringermi un po'?" Chiedo corrugando la fronte.
"Voglio rimanere così" Risponde velocemente e io sbuffo prima di alzarmi. Lo sento ridere dietro di me e mi dirigo proprio di fronte l'armadio. "Vieni qui, papera" Sorride e mi tira verso di lui, facendomi letteralmente saltare il cuore. Le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie e le sue dita sono appoggiate sulle mie guance. "Non ho che te, non avere dubbi. Il mio cuore ha bisogno di te..." Mormora sfiorando le mie labbra. "Io ho bisogno di te..." Continua curvando dolcemente la testa e io seguo i suoi movimenti per cercare di assaporare le sue labbra. "Voglio che tu lo capisca, altrimenti giuro che non so cosa ti faccio."
"Sono un cazzo di disastro che fa sempre danni" Mormoro piano e accarezzo i suoi capelli.
"Il mio disastro. Solo ed esclusivamente mio." Risponde serio e le sue mani scendono verso il mio fondoschiena.
Sorrido immediatamente e sentirgli dire queste cose mi fa sorridere anche il cuore.
"Scusami ancora, Riko" Mormoro e lui scuote la testa, prima di appoggiare la mano sulla nuca e unire le nostre labbra. Dei piccoli sospiri ci accompagnano e sento la sua lingua calda sfiorare la mia. Le sue dita cercano le mie e le incrocia velocemente prima di appoggiarle sul mio fianco. "Ti amo, piccola nana" Farfuglia ridacchiando. "Anche se sei una stronza acidona sei e sarai la donna più importante della mia vita"
"Tu e il romantismo vivete in un mondo parallelo" Lo prendo in giro.
"Mi sto sforzando, almeno apprezza!" Si difende e io scoppio a ridere.
"Grazie, sei sempre così dolce, piccolino mio" Gli accarezzo la testa, prendendolo in giro e cerco di parlare con voce tenera.
"Così va meglio" Risponde deciso, facendomi scoppiare a ridere.
"Adesso sei un bimbo felice" Esclamo accarezzando il suo naso con la punta dell'indice.
"Si, adesso si."

Il peso nel cuore non c'è più e al suo posto vedo solo il suo sorriso, che mi fa dimenticare ogni cosa.

Ed è tornato tutto normale!😍👻
Spero vi piaccia, fatemelo sapere, mi raccomando!🐹
Vi voglio tanto tanto, piccolette.😘
Buona serata a tutte💞
-Roberta🔐🏹

Dopotutto - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora