GIORNO 12

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MATTINO

La giornata di ieri trascorsa con Federico mi ha non poco sconvolto l'esistenza, ho provato talmente tante emozioni e sensazione, che non basterebbero tutte le parole del mondo per descriverle, Dio dovrebbe inventarne di nuove. Stare rannicchiata tra le sue braccia mi ha provocato un senso di pace così potente che sinceramente ho paura, mi ha fatto desiderare di avere altre giornate così e altri suo abbracci. Quando mi sono svegliata l'ho intravisto che si alzava dal letto e ho chiuso di nuovo gli occhi per non doverlo affrontare subito. Sono una vigliacca, me ne rendo conto, ma devo assolutamente distaccarmi un pò da lui; gli ultimi giorni mi sono avvicinata a lui in un modo che non pensavo e avendo avuto praticamente la conferma che gli piacciono i ragazzi non voglio metterlo in difficoltà e soprattutto non voglio rischiare di rimanere scottata e con lui so che sarebbe un'ustione di terzo grado con svariate cicatrici. Mi faccio coraggio e mi alzo dal letto, si stanno alzando praticamente tutti e sarà appunto più difficile trovarlo da solo. "Sai che eravate proprio bellini in veranda ieri sera?" mi dice Giulia e anche se interiormente sorrido cerco di mostrarle che non me ne importa molto. "Mi stava solo scaldando" le dico con abbastanza freddezza. "Beh eravate molto belli" mi fa l'occhiolino ed esce dalla stanza. "Ha ragione sai?" mi dice Cristiano, quasi non mi ero accorta che c'era. "Ti ringrazio, ma era solo una cosa così, era ancora il mio schiavo" virgoletto la parola con le dita. "MMh, non so tesoro, credo che dovresti fare attenzione a determinate cose" dice e con non-chalance esce anche lui dalla stanza. *Che diavolo voleva dire?* mi chiedo. "Buongiorno" alzo lo sguardo e Fede è appoggiato allo stipite della porta con addosso solo il costume, dovrà fare la doccia probabilmente.E' una dannatissima visione. "Buongiorno" dico a mia volta. "Vieni a farti un bagno con me?" chiede e anche se muoio dalla voglia di dirgli di si è meglio che mantengo fede al mio buon proposito di stargli lontana per un pò. "A dirti la verità non sto un granchè bene, quindi credo che mi spiaggerò sul divano con un thè caldo" rispondo, mentendo ovviamente; sto benissimo, ma non mi è venuta in mente nessun altra scusa per dirgli di no. "Che hai?" chiede avvicinandosi e quasi istintivamente faccio un passo indietro. *Cretina* mi dico da sola. "Mi sento solo un pò debole, nulla di grave, non ho dormito granchè bene, magari è stanchezza". *Altre bugie!Complimenti* il mio IO interiore sta applaudendo con faccia schifata e vorrei solo sotterrarmi. Non voglio mentirgli, ma non posso certo dirgli che gli devo stare lontana perchè c'è rischio che lo violenti. "Allora riposati"  mi accarezza la guancia e dopo avermi sorriso mi sorpassa per andare verso l'armadio, gli do un'ultima occhiata ed esco dalla stanza più in fretta che posso.  

"Buongiorno" saluto i presenti in cucina e per mantenere quello che ho detto, prendo il bollitore per scaldarmi un pò d'acqua; un thè comunque non mi farà male, non dopo tutto il caffè che ho bevuto nell'ultima settimana. "Non ti senti bene?" Mauro mi si mette a fianco e mi posa una mano sulla schiena. "Non ho dormito bene e sono un pò fiacca" dico riprendendo la mia bugia. Odio questa situazione. "Così mi faccio un thè e vado un pò sul divano" aggiungo. "Capisco, vuoi un pò di compagnia?" chiede con un bel sorriso stampato in faccia. A differenza di Federico vorrei dirgli di no e stare per conto mio, ma se lo facessi mi ritroverei a continuare a pensare al bel calciatore, mentre se accetto la proposta di Mauro magari mi distraggo un pò. "Volentieri grazie" mi stampo un finto sorriso stampata in faccia e mi vuoto l'acqua calda nella tazza; metto bustina e limone e dopo aver preparato tutto vado in salotto seguita da Mauro. "Allora?Che mi racconti?" si siede accanto a me e distende un braccio sullo schienale, replicando la classica mossa da film per teenager nel quale il ragazzo, che ha portato la ragazza che le piace al cinema tenta i primi approcci. Mi viene quasi da ridere, ma mi trattengo. "Beh, viviamo nella stessa casa, c'è poco da raccontare che tu non sappia già" dico ridendo per cercare di non farlo sentire uno stupido. "Si in effetti" si gratta la testa con la mano libera e mi sorride di nuovo. Probabilmente non ha niente da dire o di cui possiamo parlare, il che mi porta al fatto che vuole solo starmi intorno come faceva i primi giorni. "Sei stata formidabile l'altra sera" dice sbarrando gli occhi come se avesse finalmente trovato qualcosa da dire. "Grazie mille" dico sinceramente; infondo un complimento è sempre apprezzato. "Ho saputo che avevi fatto credere a Federico di essere negata" dice e una strana luce gli lampeggia negli occhi. "Si, un giorno nel parlare gli ho detto che non ero capace anche se ho sempre giocato a calcio fin da quando ero bambina" dico divertita, ripensando all'espressione di Federico. "E perchè?Insomma, perchè gli hai mentito?" chiede e di nuovo quella luce gli illumina gli occhi, sembra quasi affascinato dall'idea che io abbia mentito a Federico. "Non gli ho proprio mentito, all'inizio volevo parlargliene e chiedergli anche se potevo allenarmi con lui, poi un giorno l'ho detto a Giulia e lei mi ha suggerito di prendermi un pò gioco di lui dicendogli per l'appunto che ero negata in modo che quando avrebbero fatto un'altra piccola gara io avrei partecipato e magari anche vinto, lasciando i ragazzi e soprattutto Federico di stucco" gli spiego molto tranquillamente e quella luce che ha negli occhi si spegne, forse è deluso dal fatto che non volevo davvero fare un torto a Fede. "Ah capisco, beh si in effetti lo hai lasciato a bocca aperta, la sua faccia era parecchio stupita" abbassa lo sguardo, sembra proprio deluso. "Già" annuisco e bevo un bel sorso del mio thè. Forse era meglio morire un pò facendo il bagno con Federico che stare qui  con questo che si crede in competizione con un altro per me, perchè è chiaro, lui pensa di essere in competizione insieme a Federico per me ma, ma non ha capito che non c'è nessuna gara perchè anche se lui ha interesse per me io non ne ho per lui e Federico credo proprio che sia interessato a Ferdinando. "Spero di replicare presto, mi sono divertita molto" dico sorridendogli. "Magari la prossima volta faccio io il tifo per te" ammicca un pò e mi sfiora i capelli con la mano che ha appoggiato sullo schienale; faccio un sorriso nervoso. "Sam!" sposto subito lo sguardo e vedo Federico, anche Mauro si volta. "Dimmi" dico allontanando la testa dalla mano di Mauro, anche se so di non interessare in quel senso a Fede, non voglio che continui a pensare che tra me e l'architetto marpione ci sia qualcosa. "No, niente" dice abbassando lo sguardo e solo ora mi accorgo che ha una tazza grande in mano. "Sicuro?" gli chiedo. "Si, si tranquilla" mi fa un sorriso ma non sono per nulla convinta. "A dopo" dice e se ne va, facendo retromarcia verso la cucina. Non ho sentito odore di caffè, che fosse thè?

POMERIGGIO

Dopo la mattinata con Mauro e il dubbio su cosa ci fosse nella tazza di Federico che mi attanagliava mi è venuto un fortissimo mal di stomaco non sono riuscita mandare giu nemmeno un boccone. Mi sono scusata con i ragazzi e sono uscita in giardino per prendere un pò d'aria. "SAMANTHA IN CONFESSIONALE" la voce di un'operatrice dietro le quinte risuona sia nella casa che nel giardino e come già mi è successo mi reco in quella stanza che tanto desideravo vedere quando ero piccola. Quante volte aprivo l'armadio e mi sedevo sul letto che era davanti e fingevo di dover nominare qualcuno. La serratura della porta scatta appena metto la mano sulla maniglia ed entro. "Ciao" dico sedendomi sullo splendido trono dorato. "Che ho combinato?" chiedo ridendo. "Come stai?" chiede la psicologa che hanno affiancato a noi ragazze, la sua voce è sempre calda e rilassante. "Bene, a parte un pò di mal di stomaco, ma tutto bene" rispondo sinceramente. "Hai mangiato qualcosa che non va?" chiede. "No, non penso" rispondo. "E' per qualcos'altro?E' successo qualcosa in casa?" chiede. "No, non è successo niente, anzi mi sto divertendo un sacco con tutti" rispondo sorridendo. "Stai evitando Federico?" chiede e la domanda è talmente diretta e inaspettata che mi pietrifico sbarrando gli occhi. "Puoi parlare liberamente lo sai" mi rassicura. "Forse si" rispondo sospirando. "Perchè?" chiede. "Perchè, perchè fisicamente mi piace molto e diciamo che stargli così vicina come è successo ieri non mi fa molto bene" rispondo sinceramente e mi rendo conto che è la prima volta che lo dico ad alta voce a qualcuno qui dentro. "E perchè no?" chiede, ovviamente non può far trapelare nessuna emozione. "Perchè non credo di piacergli allo stesso modo, anzi credo che abbia interesse per qualcun altro dentro la casa" dico abbassando lo sguardo, dire questa cosa ad alta voce fa più male di quello che pensavo. "Diciamo che se continuo così potrei farmi male e lui uno che ti scotta parecchio" aggiungo. "E quindi che pensi di fare?" domanda. "Cercherò di limitare i contatti finchè non riuscirò a gestire la cosa" rispondo e davvero voglio farlo. "Sarà molto difficile, non lo nego, ma devo farcela sul serio. So che sembra esagerato, ma ieri è stato davvero difficile stargli vicino senza cadere nella tentazione" continuo a raccontare, è bello sfogarsi, potrei farlo anche con Giulia, ma verrebbe ripreso in diretta e qualcun altro potrebbe ascoltare. "Va bene" dice solo e io sospiro. *Che situazione* mi ripeto mentalmente. "C'è altro?" chiede e io scuoto la testa. "Puoi andare allora" mi dice e io mi prendo un attimo, ho un casino in testa. "Tutto bene?" chiede e io scuoto la testa. Sento le lacrime inumidirmi gli occhi e mi sento un'emerita stupida. "Perchè piangi?" chiede. "Non lo so, dovrei godermi il fatto di avere uno dei miei calciatori preferiti qui, con cui mi trovo anche bene a parlare e invece non riesco a tenere a bada i miei ormoni. Sono un disastro" dico asciugandomi le lacrime che sono sfuggite al mio controllo. "Pensi di provare di più per lui?" chiede e io scuoto la testa anche se non ne sono così sicura. "No, non credo, ma l'attrazione è talmente forte che mi destabilizza tutto qua" faccio un bel respiro e mi asciugo del tutto le lacrime con la felpa. "Ora va meglio...Davvero" avevo bisogno di sfogarmi e ora che l'ho fatto va leggermente meglio. "Sei sicura?" chiede. "Si, assolutamente" rispondo decisa. "Puoi andare allora, quando hai bisogno siamo qui" mi dice e io sorrido. "Grazie" mi alzo ed esco dal confessionale. Spero davvero di farcela. 

SERA

"Stai meglio bella?" mi chiede Giulia mentre preparo la pasta, Federico è in salotto con gli altri quindi mi sono offerta di cucinare in modo da potergli stare ancora un pò lontana, ovviamente ha tentato di parlarmi durante il pomeriggio, soprattutto dopo che sono uscita dal confessionale e io sono sempre riuscita a liquidarlo magistralmente con scuse a doc per il momento. Oggi  andata bene, ma devo ammettere che è veramente stressante cercare di non averci a che fare; non sarà sempre così, almeno spero. "Si si mi è passato tutto" rispondo facendole un bel sorriso, non è proprio la verità però devo provarci. "Oh meno male" dice e mi da un sonoro bacio sulla guancia. "Preparo il tavolo" dice e inizia ad aiutare Ivana, Simona ed Eleonora  a preparare la tavola. "Abbiamo una nuova cuoca" . *Porca troia* impreco mentalmente, mi ero sistemata qui apposta e ovviamente lui arriva. "Ci provo" dico a Federico senza guardarlo, se non lo guardo magari non cedo. *Credici* mi smentisce la mia vocina. "Che cucini?" chiede e lo sento avvicinarsi, sento il suo dannato profumo. "Sto facendo una carbonara" rispondo e mi aggrappo al bancone appena sento le sue mani sui fianchi. *Maledetto* lo insulto mentalmente. "Buona" dice e appoggia anche la testa sulla mia spalla. *Ti odio* vorrei tanto dirgli. "Appena torni a Torino ti manderanno dritto dal dietologo" dico facendo una risatina, se non penso alle sue mani sopravvivo. "Lo credo anche io sai?" dice ridendo. "Dai fila, tra poco è pronto" gli dico e dopo un suo lamento sonoro toglie le mani dai miei fianchi e se ne va. Per il momento sono salva. "Vuoi una mano tesoro?" smetto per un attimo di sbattere le uova al suono di quel nomignolo e soprattutto perchè pronunciato da Mauro. *E' serio?* mi domando. "No tranquillo, ho quasi finito"  rispondo comunque gentilmente. "Ne sei sicura?" si avvicina e come ha fatto Federico in precedenza mi mette le mani sui fianchi, quello che provo però è decisamente diverso, anzi credo di non provare nulla se non fastidio. "Si davvero!" dico, divincolandomi poi con la scusa di andare a prendere lo scola pasta. "Al massimo chiama gli altri e digli che è pronto" gli sorriso. "Ma certo" sorride e fortunatamente senza fare altri gesti strani se ne va.  Tiro un sospiro di sollievo e inizio a pensare davvero che non uscirò viva da questa casa.

CONFESSIONALE DELL'AUTRICE: Questo capitolo mi rendo conto che non  il massimo, ma è una specie di transizione tra quello che successo nei giorni scorsi e quello che andrà ad accadere. Fidatevi che dal prossimo capitolo succederà veramente di tutto. 
Come sempre, se vi va di seguirmi sul mio profilo IG: vanc_w li troverete qualche chicca ispirata alle mie storie e se vi va si può fare anche due chiacchiere .
Un bacio.
V.

La porta rossa || Federico Bernardeschi ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora