La porta rossa || Federico Bernardeschi ||

GIORNO 13

FEDERICO POV

Mi alzo dal letto spostando come sempre il braccio di Ferdinando dal mio corpo. Prima pensavo fosse un gesto involontario,ma ora che inizio ad avere dei dubbi su quello che davvero Ferdinando prova per me inizio a pensare che sia un modo per avere un contatto fisico maggiore con me e per farmi capire determinate cose. Non mi da fastidio piacere a Ferdinando, ognuno é libero di sentirsi attratto da chi vuole,ma purtroppo io non sono interessato a lui,per lo meno in quel senso. La persona al quale sono interessato però sembra non ricambiare proprio, l'altra sera, quando l'ho tenuta stretta a me per scaldarla pensavo fosse scattato qualcosa, pensavo che quel momento di tenerezza fosse una svolta per passare più tempo insieme e conoscerci davvero, credo però di essermi sbagliato: ieri non sono riuscito a stare con lei per nemmeno cinque minuti si fila e anche quando credevo di avere l'occasion era già insieme a Mauro che a quanto parte ha approfittato della mia assenza per tornare alla carica nel suo corteggiamento. Probabilmente hanno ripreso da dove hanno lasciato e la giornata insieme è stata solo una parentesi dettata da quel gioco, anche se non era comunque tenuta a passare tutto il giorno insieme a me, poteva benissimo chiamare quando aveva bisogno. Non riesco a capirla e la cosa mi confonde parecchio, in quanto mi ero ripromesso, prima di entrare qui, che non mi sarei infilato in queste situazioni, mi ero ripromesso che anche se ci fosse stato qualcuno di interessante non mi sarei fatto troppo coinvolgere e invece mi sto comportando come un ragazzino di sedici anni alle prese con le prime cotte.
Esco dalla stanza e vado dritto al magazzino, ho bisogno di stare solo con i miei pensieri e la palla per sfogarmi un pò; scopro però che la palla non c'è e passando per il salotto risolvo il mistero: Sam è in giardino e sta palleggiando un pò. Istintivamente sorriso e senza pensarci un attimo la raggiungo. "Buongiorno ladra di pallani" dico ridendo, appoggiandomi allo stipite della porta. Lei alza lo sguardo e mi sorride. "Parala!" esclama e calcia la palla nella mia direzione, ovviamente le mie doti da portiere sono parecchio scarse e non trattengo la palla. "Mmmh no,la carriera di portiere non fa per te" dice ridendo e io raccolgo la palla. "Hai ragione" la rigiro nelle mani e mi avvicino a lei, forse il suo distacco è stato frutto della mia immaginazione e il non stare insieme è stata solo una coincidenza, infondo siamo in tanti in casa e ci sta. "Ti alleni un pò con me?" chiedo, ora che so che è perfettamente in grado di tenermi testa gli allenamenti potrebbero diventare più stimolanti. La vedo titubare e dai suoi occhi capisco che sta cercando un modo per dirmi di no. Forse non mi sono invantato niente e lei davvero mi sta evitando per qualche motivo, magari per via di Mauro o forse lei crede che a me piaccia Ferdinando. "Va bene" dice e so che lo ha detto perchè probabilmente non ha trovato scuse che reggano. Poco importa, l'importante è una sua risposta positiva. "Ottimo" le sorrido e mi allontano un pò, metto la palla a terra e gliela passo piano,non la stoppa e me la ripassa subito. "Rendiamo la cosa più divertente?" chiedo. "Del tipo?" chiede incuriosita. "Facciamo rimbalzare la palla contro il muro e vediamo quante volte riusciamo a prenderla e rimandarla indietro, tipo come si fa con i palleggi a pallavolo ma con i piedi.Vediamo chi fa di più" le spiego. "Mmh e chi ne fa di più?" chiede, sembra interessata. "Vince" rispondo. "Quello è ovvio, intento che cosa ci guadagna?" chiede e in un nanosecondo mi da l'idea per poter trascorrere tutto il giorno insieme. "Facciamo come per le sfide solite, se io vinco mi fai da schiava,se io perdo faccio da schiavo a te" dico semplicente e questa volta i suoi occhi sembrano impauriti. *Che le prende?* mi chiedo. "Ma quella è posta per quella gara, troviamo qualcos' altro" dice e le mie speranze cadono in frantumi. "E allora che proponi?" chiedo, vediamo dove andrà a parare. "Ci sono,se vinco io tu dovrai portare i miei vestiti, se vinci tu uo dovrò portare i tuoi" dice e anche se non è quello che pensavo, l'idea di vederla girare per casa con la mia roba addosso non è poi così male, anche se ovviamente dovrò tenere conto che se perdo dovrò cercare di infilarmi i suoi pantaloncini e una sua maglietta. "Ci sto!" dico e lei allunga la mano per sugellare il patto, io la stringo e vorrei tanto tirarla a me per abbracciarla come l'altra sera. "Inizia tu" dice passandomi la palla.