GIORNO 53

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MATTINO

La luce filtra flebile dal lenzuolo che ancora ci protegge dalle telecamete e illumina il viso di Federico ancora dormiente. La sua pelle sembra quasi brillare ed è talmente bello che passerei tutta la vita qui così a guardarlo. È ancora totalmente nudo e il suo corpo scalda il mio meglio di una stufa. E' stata una notte magnifica, migliore di qualsiasi fantasia io abbia mai avuto su di lui e ne ho avute parecchie in questi anni. 
Le sue braccia tatuate spiccato in tutto questo bianco e non resisto dal sfiorargliele con le dita. "Temo che prima o poi mi scuoierai le braccia per tenerteli" dice ridendo senza aprire gli occhi e gli do una piccola spinta. "Sei un cretino" gli dico, lui mi attira di più a se e mi stringe. "Ma guarda che mi farei scuoiare da te molto volentieri" dice e apre gli occhi. "Sempre più cretino" gli dico. "Ti piace quando faccio il cretino" dice accoccolandosi a me. "Può essere" dico e inizio ad accarezzargli i capelli. Sto così bene che non vorrei finissime mai. "Hai dormito bene?" mi chiede ed in effetti questa è la prima notte che qui riesco a dormire, sarà che ero davvero stanca dopo il sesso. "A meraviglia e tu?" chiedo. "Mai dormito meglio" mi guarda e mi fa l'occhiolino. "Sono stato davvero bene" mi dice e credo che sia il suo modo non volgare per dirmi che gli è piaciuto, anche se non ne avevo dubbi dal modo in cui ansimava. "Anche io, davvero tanto bene" gli sorrido. "Vorrei poterlo fare ogni notte" mi dice e faccio una piccola risata. "Rischieresti di farmi morire se ogni notte fosse come questa" gli dico. "Sarebbero anche meglio" dice ammiccando e in effetti in una stanza più grande, con un letto più grande avremmo infinite possibilità. Il sole pensiero mi manda già al manicomio. Sento la sua erezione premere su una gamba e non so se è per il classico alzabandiera mattutino o se è per questo discorso. Mi prende una mano e senza troppi giri di parola me la mette proprio li. "Qualcuno si è svegliato bene questa mattina" dico ammiccando e lo prendo in mano iniziando a massaggiarlo. "Con te accanto mi sveglio sempre bene" si avventa sulle mie labbra come se non ci baciassimo da anni e in un nano secondo è sopra di me. Voglio farlo ancora, su questo non ci sono dubbi, ma è mattina, le luci sono accese e... "Fede" lo fermo e i suoi occhi sono già talmente lucidi per il desiderio che ogni dubbio va a farsi benedire. "Cosa?" mi chiede. "No niente" lo attiro di nuovo a me e sento la punta del suo pene sbattere contro la mia femminilità facendola pulsare di desiderio. "Voglio farti dimenticare come ti chiami" mi dice e non potrei che trovare la cosa molto promettente. "Tutto quello che vuoi gli dico". "FEDERICO E SAMANTHA IN CONFESSIONALE" sentiamo e di botto ci fermiamo. "Cazzo" dice lui e si lascia andare di fianco a me. *Proprio adesso* penso. "Arriviamo GF" urlo e cercando di non far cadere le altre lenzuola cerco almeno l'intimo, la sua maglietta che mi infilerò io e i suoi pantaloni. 
Proviamo a vestirci li dentro e mi chiedo come abbiamo fatto a spogliarci e a fare sesso senza distruggere nulla. Usciamo dalla nostra tana ed entriamo in quello che è il confessionale della stazione, tutto diverso da quello della casa. "C' è un biglietto" dico e Fede lo prende. 

"Samantha e Federico, il Grande Fratello è molto felice che abbiate passato un pò di tempo da soli, lontano dagli altri, ma è arrivato il momento di tornare nel gioco e dai vostri compagni. Il Grande Fratello spera che vi siate divertiti e che abbiate goduto della compagnia reciproca.Tornate pure nella casa" finisce di leggere e l'unica cosa che penso è che ho davvero goduto della sua compagna e che se aspettava anche solo un'oretta, ne avrei goduto ancora. "Dobbiamo andare" dico sbuffando. "Eh già" dice anche lui intristito. Da adesso in poi credo che di fare sesso non ne se parlerà. "Prendiamo le nostre cose" dico e ci alziamo.

Appena apriamo la porta che ci divide dalla casa Giulia mi salta al collo stringendomi come se non mi vedesse da una vita. "Mi sei mancata" mi dice e in  effetti in alcuni momenti anche lei è mancata a me. "Anche tu" le dico. Luca ha già rapito Federico e l'ha portato in giardino insieme agli altri. "Che bello che vi hanno lasciati soli per un giorno, come'è andata?" mi chiede. "Alla grande, non volevamo più tornare" le dico. "Ci credo, guarda che pezzo di ragazzo hai affianco" dice ridendo e mi scorta in cucina. "Dai fatti una bella colazione e poi mi racconti tutto" dice e non so ancora però se le racconterò tutto tutto. 


POMERIGGIO

Ancora non ho detto nulla a Giulia riguardante il sesso, quando mi ha chiesto qualcosa sono rimasta sul vago, ma perchè una volta rientrata mi sono resa conto di dove sono e che ho fatto sesso praticamente davanti a tutta italia. Eravamo coperti, ma la gente sicuramente avrà capito cosa stavamo facendo, i suoni che emettevamo erano inequivocabile. La cosa che più mi turba è che lo hanno visto anche i miei genitori e probabilmente anche quelli di Federico. So che i miei hanno detto di lasciarmi andare e non pensare a loro, ma un conto è una pomiciata e un pò di petting, un conto è il sesso completo, non credo intendessero quello quando mi hanno dato la loro benedizione. "Giulia...posso chiederti un parere?" le chiedo, devo decisamente parlarne con lei. "Ma certo!" dice sistemandosi per guardarmi meglio. "Sebastiano lunedì è entrato e mi ha detto che i miei genitori gli hanno detto di dirmi di non preoccuparmi per loro, di lasciarmi andare e fare quello che mi sentivo. Ecco, secondo te, quanto in la si spingeva questa cosa?" chiedo e lei mi guarda perplessa. "Non sto afferrando perdonami" dice. "Insomma, quanto a loro non dovevo pensare mentre ero con Federico?" chiedo e lei sbarra gli occhi. "No" dice spalancando la bocca. "Voi due....". "Si" dico prima che finisca la frase, anche se non lo dice in maniera esplicita è comunque chiaro il concetto. "Non ci credo...Oddio e come è...". "Come vuoi che sia stato, bello" dico e automaticamente sorrido. "Ne avete approfittato subito. Bravi" dice. "Si è che ora sono un pò preoccupata, loro mi hanno detto di lasciarmi andare, ma non credo che intendessero fino a questo punto" dico esprimendo i miei dubbi. "Sam, non ti dico che da genitore sarei contenta di vedere mia figlia in quella situazione, però tu hai fatto quello che ti sentivi e siete entrambi due adulti consenzienti che si piacciono e che stando chiusi qui hanno accumulato parecchio, non credo che abbiano nulla da obbiettare" mi dice e vorrei tanto poter sapere subito la loro opinione. "Abbiamo coperto tutto non si è visto niente alla fine" dico. "E allora, stai tranquilla, ne parlerete quando uscirai, intanto vivitela come sempre in modo tranquillo" mi dice e ha ragione, anche a crucciarmi non risolvo niente però mi chiedo anche se non abbiamo precipitato le cose. Forse dovrei parlarne anche con Fede, infondo il nostro rapporto ha raggiungo un nuovo livello e ci sono alcune cose che magari dovremmo chiarire. "Dopo parlerò anche con Fede" la informo. "Si, magari ha anche lui gli stessi tuoi dubbi" mi dice. "Adesso mi godo un pò il sole, di la c'era solo una sedia scomodissima" dico ridendo. "Brava" dice lei.


SERA

"Fede possiamo parlare un attimo da soli?" gli chiedo, mi spiace interrompere la chiacchierata con gli altri, ma voglio davvero parlargli. "Sicuro" ci alziamo  e andiamo per un attimo nel nostro solito angolo. "Che c'è?Va tutto bene?" mi chiede. "Si tutto bene, solo che non riesco a non pensare a stanotte" gli dico. "Beh nemmeno io se è per questo" ammicca un pò e si avvicina per baciarmi. "Non in quel senso, cioè, anche, ma mi chiedo se...". "Ti sei già pentita, me lo sentivo" dice già nervoso. "No, ma che dici, nessun pentimento, è stata una notte meravigliosa e la rivivrei altre mille volte, ma mi chiedo se, anche dopo lunedì non sia stata una mancanza di rispetto nei confronti delle nostre famiglie, un conto è quello che facevamo, questa volta siamo andati parecchio oltre" gli dico e lui si rilassa un pò. "Ci ho pensato anche io in effetti, tu hai avuto una specie di benedizione, io non ho ancora avuto notizie dai miei e i dubbi sono venuti anche a me se devo essere sincero, ma ormai lo abbiamo fatto e credo che loro capiranno che siamo ormai cresciuti e quanto ci piacciamo. Alla fine non hanno visto niente e quindi la loro mente è salva forse" dice prendendomi le mani e intrecciandole con le sue. "Purtroppo qui siamo costretti a fare meno di quello che vorremmo realmente fare, noi abbiamo avuto un'occasione e morivo dalla voglia di stare con te" aggiunge. "Anche io" gli dico sincera. "Capiranno e se non lo faranno ne parleremo quando saremo fuori e a quel punto capiranno per forza" accenna un sorriso e sto leggermente meglio. In effetti ha ragione, io voglio costruire una base solida per quando saremmo fuori e l'unico modo che abbiamo è essere noi stessi e fregarcene delle telecamere e di qualsiasi altra cosa, anche se è brutto o spiacevole "Va un pò meglio?" mi chiede. "Si e spero davvero tu abbia ragione. Non voglio deluderli" dico. "Lo so, nemmeno io e vorrei anche evitare che tuo padre mi meni una volta uscito" dice e scoppio a ridere. "Spero proprio di no" dico ridendo, gli metto le braccia intorno al collo e lo bacio. Mi sembra quasi di aver trovato l'America insieme a lui e spero davvero che duri tanto. "Torniamo dagli altri?" mi chiede. "Torniamo dagli altri" gli sorrido, gli prendo la mano e torniamo a chiacchierare con gli altri. Spero solo di resistere dal saltargli addosso stanotte.

La porta rossa || Federico Bernardeschi ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora