Capitolo 53

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Stare in tour con Jeremiah è fantastico. Sono passate solo tre settimane da quando siamo partiti e ogni sera è stata un'esperienza unica, ogni sera era diversa dall'altra e ogni volta che salivo sul palco l'emozione aumentava ma era quell'emozione che ti permette di dare il massimo. Prima di partire e sopratutto poche ore prima di salire sul palco per la prima volta la mia più grande paura era quella di bloccarmi, dimenticare le parole o sbagliare qualche nota, ero terrorizzato poi c'è stato il primo concerto e ogni paura è sparita, mi sentivo in cima al mondo la prima sera e tutte quelle dopo. Non ho mai avuto paura di sbagliare, di bloccarmi, ogni sera salgo sul palco e riesco a dominarlo, riesco ad attirare l'attenzione del pubblico, riesco a non farmi mangiare dal palco e non è una cosa facile, sopratutto per uno che vede il palco per la prima volta.
Sono riuscito a realizzare il mio sogno e so che questo è solo l'inizio, con Simon stiamo già lavorando al mio primo album, sto scrivendo ogni volta che ho un minuto libero, scrivo tutto quello che mi passa per la testa così da avere un base da cui partire, ho già scritto 10 canzoni e secondo Simon potrebbero anche bastare perché ho ancora alcune canzoni che avevo scritto in passato e che non sono state scelte per il mio EP quindi per lui queste canzoni possono anche bastare ma io non mi fermo, ogni volta che ho una melodia in testa, delle parole, le scrivo e poi le riprendo quando ho un attimo libero e continuo a scrivere.
Ogni sera quando sono da solo nel mio letto, sul tour bus, mi vengono in mente tante cose e non riesco a non scriverle, da quando sono partito ho preso quest'abitudine e devo ringraziare la mia ragazza che la mattina dopo il primo concerto, prima di dividerci, mi regalò un libretto in pelle e mi disse di scriverci dentro tutto quello che mi sarebbe passato per la testa e l'ho presa in parola, non ho scritto solo canzoni o strofe, ho scritto pensieri che riguardano anche lei e forse, un giorno, le farò leggere qualcosa ma per ora no, terrò tutto per me. Ho scritto pensieri che riguardano anche la mia famiglia, in queste tre settimane mi è mancata tantissimo, ci siamo sentiti tutti i giorni, così come con Perrie ma non è la stessa cosa. Mi è mancata mia madre che la mattina veniva a svegliarmi dolcemente, mi è mancato papà che fa arrabbiare la mamma, che la stuzzica di proposito perché si diverte a vederla un po' arrabbiata, mi è mancata Amethyst, la sua parlantina veloce e i suoi discorsi che mi fanno perdere il filo, mi e mancato Blue, i suoi abbracci meravigliosi e i suoi sorrisi e mi è mancata quella piccola peste di Hazel che ogni sera si intrufola nel mio letto e d'inverno infila le sue mani fredde sotto la mia maglia per divertimento, sopratutto di notte. Mi sono mancati tutti loro ma questa sera, anzi tra poche ore li rivedrò tutti, stiamo tornando a Londra per il concerto di questa sera e anche se domani ripartiremo sono felice di essere tornato a casa per un solo concerto. Londra è casa mia, con Jer ho visitato tantissimi posti in queste settimane, uno più bello dell'altro e da domani continueremo il nostro viaggio vedrò tanti altri posti meravigliosi ma nessun posto, per me, è paragonabile a Londra, a casa mia.
'Sei felice di tornare a casa?' Chiede Jer sedendosi accanto a me sul divano del tour bus.
Ad inizio tour era previsto un tour bus anche per me ma Jer propose di usarne solo uno in due, così da sentirci meno soli e io accettai senza pensarci due volte. È divertente stare con lui, ci facciamo compagnia a vicenda, la sua famiglia è molto più lontana della mia.
'Non sai quanto!' Esclamo felice. 'Siamo stati via tre settimane, è pochissimo ma mi mancano.' Ammetto.
'Ti capisco benissimo.' Dice. 'Il mio primo tour non è stato faticoso a livello emotivo diciamo.' Racconta. 'Mia madre mi ha seguito in ogni tappa quindi non ho sentito la mancanza di casa mentre dal secondo in poi si.' Spiega. 'Nel secondo tour ho chiesto io a mia madre di farmi partire da solo, era mio e volevo farcela da solo così sono partito.' Continua. 'All'inizio è stato difficile poi con il tempo mi sono abituato, è la mia vita, il mio lavoro e sognavo tutto questo da tutta la vita e mi sono fatto forza da solo, sono andato avanti e piano piano vedrai che sarà sempre più facile.' Afferma. 'Certo la mancanza la sentirai sempre, è normale sopratutto vedendo il rapporto che hai con la tua famiglia ma vedrai che con il tempo ti abituerai.' Aggiunge.
'Beh mi manca la mia famiglia e casa mia ma stare in tour con te è divertente.' Affermo sorridendo. 'Certo russi un po ma pazienza.' Dico.
'Io non russo!' Esclama. 'Tu russi semmai.' Afferma.
'Assolutamente no!' Esclamo difendendomi. 'Credimi se russerei lo saprei perché Hazel mi avrebbe zittito sicuro ogni notte.' Dico facendolo ridere.
'Io non russo comunque.' Ripete.
'Non sempre ma russi.' Preciso.
'Che stronzo!' Afferma facendomi ridere.
Abbiamo legato tantissimo in queste tre settimane di tour, siamo diventati amici, ottimi amici e sono sicuro che tra due settimane, quando ci sarà la breve pausa sentirò la sua mancanza, mi sono abituato ad averlo sempre intorno, a svegliarmi insieme a lui ogni mattina, abbiamo condiviso tutto in queste settime quindi sicuramente mi mancherà ma sono sicuro che mi mancherà ancora di più quando tutto questo sarà finito, quando lui proseguirà il suo tour in giro per il mondo mentre io resterò a casa a realizzare il mio primo album e ad organizzare il mio primo tour.
Queste settimane ci siamo divertiti tantissimo, ho riso fino alle lacrime e in Jer ho trovato un vero amico, un confidente e grazie a lui la mancanza di Ethan non è stata così pesante come credevo.
Quando sono partito sapevo che la mia famiglia mi sarebbe mancata ma ero certo che avrei sentito la mancanza del mio migliore amico, il non averlo tutti i giorni intorno, non poter parlare con lui soltanto con gli occhi perché la maggior parte delle volte non abbiamo bisogno di molte parole per capirci, ci basta uno sguardo, tutto questo mi è mancato ma ci siamo sentiti ogni giorno, più di una volta al giorno e ci siamo scritti sempre, anche per cavolate ma dovevo dirgli tutto così come ha fatto lui e non vedo l'ora di rivederlo, sono sicuro che a casa ci sarà anche lui ad aspettarmi, non ho dubbi su questo.
'Siamo quasi arrivati!' Esclama Jer.
Il bus ci porterà agli studi di Simon poi da lì io andrò a casa della mia famiglia mentre Jer ha deciso di andare all'arena per vedere a che punto è l'allestimento del palco e poi andrà in hotel. Gli ho detto che può stare da noi, mia madre sarebbe felicissima di ospitarlo e anche mia sorella ma lui ha detto che preferisce stare in hotel, non vuole dare fastidio e anche se gli ho assicurato che non avrebbe dato fastidio non ha cambiato idea.
'Una volta arrivati ci salutiamo?' Chiedo divertito.
'Ti ho già detto che andrò in albergo James.' Ripete per la millesima volta.
'Va bene non insisto più.' Dico sorridendo.
'So che non riesci a stare lontano da me ma per una sera fa questo sforzo.' Afferma facendomi l'occhiolino.
'Ma stai zitto!' Esclamo dandogli una spallata per poi scoppiare entrambi a ridere.

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