Se c'è una cosa che odio tremendamente questa è il sentirmi inutile, impotente, incapace di riuscire a fare una qualsisia cosa.
È così che mi sento da tre settimane ormai, inutile, incapace di aiutare una delle persone più importanti della mia vita. In poche parole mi sento una merda e per quanto mi sforzi questa sensazione non passa, non passerà fino a quando non sarò riuscito a riportare indietro la ragazza che amo.
So cosa sta provando, so come si sente perché anche io ho perso un figlio, certo il dolore è diverso, io non sapevo che era incinta e ho scoperto tutto nello stesso giorno mentre lei lo sapeva, era consapevole di avere una vita che cresceva dentro di se e il dolore che prova adesso è immenso, lo capisco ma vederla così, vederla spenta mi distrugge e per quanto provi ad aiutarla sembra tutto inutile, niente la sta aiutando a rialzarsi.
Ci sono stati dei miglioramenti, per quanto alzarsi dal letto e mangiare meno della metà di quello che ha nel piatto può considerarsi miglioramento, ma rispetto ai primi giorni sta migliorando. Parla poco, le battute pessime di Ethan che prima riuscivano a farla ridere ora non la fanno neanche sorridere, in realtà è come se non sentisse niente, come se intorno a lei non ci fosse nessuno, solo silenzio.
Io odio il silenzio, anche lei lo odia ma sembra che ora sia una costante della nostra vita. Quando siamo solo io e lei provo a parlarle, le racconto del mio lavoro, quando uscirà l'album e delle interviste che sto facendo ma lei non risponde, ascolta e basta. In realtà credo che niente di quello che le diciamo lo senta davvero, il suo sguardo è vuoto, quasi sempre fisso in un punto della stanza, è perso. Non mi guarda da tre settimane, posa il suo sguardo su di me ma non mi vede, non vede niente in realtà se non dolore e questa cosa mi sta distruggendo, ci sta distruggendo.
Non riesco ad aiutarla, non riesco a riportarla da me, ho provato tutto, sono così disperato che tre giorni fa ho chiamato Maddie e le ho chiesto di venire qui per parlare con lei. È una psicologa, è il suo lavoro e credevo che palare con qualcuno che non sia io o Jade o Ethan l'avrebbe aiutata, non è servito neanche quello. Zia Hope dice che deve piangere, così da buttare fuori il dolore. Non lo ha ancora fatto.
Da tre settimane praticamente vivo qui, torno a casa mia una volta ogni tanto, quando sento il bisogno di fuggire dal dolore che c'è in questa casa, quando ho la necessità di scappare dal suo silenzio, dal suo sguardo vuoto, pieno solo di sofferenza. Torno a casa mia per dieci minuti, sto con Hazel che mi aiuta a non pensare alla situazione in cui mi trovo, con Blue che mi racconta degli allenamenti e mi fa liberare la mente per qualche istante, sto semplicemente con la mia famiglia che non fa domande, rispetta il mio dolore, il dolore di Perrie.
Mia madre più di tutti la capisce e mi ha detto che dipende tutto da lei, io posso fare tutto quello che è un mio potere per aiutarla ma se lei non riesce a trovare in se la forza di rialzarsi sarà tutto inutile. Speravo si sbagliasse.
Sono tre settimane che c'è fisicamente ma non mentalmente, sono tre settimane che si è chiusa in se senza permettere a nessuno di aiutarla, tre settimane di inferno e credo che ce ne saranno altre.
'Si è addormentata.' Dico entrando in cucina dove ci sono Jade e Ethan.
Dorme poco da quando è tornata a casa, la notte se riesce a chiudere gli occhi per più di quattro ore è tanto così di pomeriggio, quando è talmente stanca da non riuscire più a tenere gli occhi aperti si addormenta, anche solo per un paio d'ore.
'Come stai James?' Chiede Jade porgendomi una tazza di caffe e invitandomi a sedere accanto a lei e il mio migliore amico.
Come sto? Non lo so, non ho parole per descrivere il mio stato d'animo al momento.
'Bene.' Rispondo sbrigativo. È più facile fingere di stare bene che provare a spiegare come sto.
'Puoi darci una risposta sincera?!' Dice Ethan puntando il suo sguardo su di me.
Da quando Jade lo ha portato qui la prima volta e ha visto con i suoi occhi come stava Perrie vieni qui ogni giorno, a modo suo cerca di aiutarla a riprendersi e lo apprezzo tantissimo.
'Non ho una risposta a quella domanda allora.' Ammetto bevendo un po' di caffè.
'Vuoi uscire un po'?' Chiede il mio migliore amico. 'Vuoi guidare la Mustang?' Propone e so che lo sta facendo per farmi stare meglio, non mi proporrebbe mai di guidare la sua amata auto in circostanze normali.
'No grazie.' Rifiuto la sua offerta. 'Andrò a casa per un po'.' Dico. 'Appena si sveglia chiamami.' Affermo rivolto a Jade.
Lei annuisce senza aggiungere altro.
'Vuoi che ti accompagni?' Chiede Ethan.
'No tranquillo.' Dico per poi salutare entrambi e uscire da quella casa.
Sto odiando quella casa in questo periodo, racchiude solo dolore e sofferenza e non ne posso più, sento che il dolore mi sta soffocando e odio vivere con questa sensazione.
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Fool For You 2
FanfictionSequel di Fool For You. James e Ethan sono cresciuti e con loro anche tutti gli altri. Sono passati cinque anni da quel viaggio fatto insieme per il loro compleanno e molte cose sono cambiate e molte altre cambieranno. Ci saranno incontri importanti...