Capitolo 84

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Se qualcuno un giorno mi avesse detto che in futuro mi sarei ritrovato in America a cantare, in diretta nazionale, un mio singolo gli avrei riso in faccia. Non era una cosa possibile per me, era un qualcosa di irraggiungibile, almeno in tempi brevi e non mi sarei voluto illudere ma invece eccomi qui, pronto a cantare il mio nuovo singolo in diretta davanti a milioni di americani e non solo, visto che questo show lo guardano in tutto il mondo.
Quando ho chiamato mia madre per darle questa notizia ha pianto, di felicità ma ha pianto e quando si è ripresa la prima cosa che mi ha detto è stata che è fiera di me e la seconda che sarebbero venuti qui per sostenermi. All'inizio pensavo scherzasse, non ho dato importanza a quell'affermazione e invece mi hanno sorpreso ancora una volta. Hanno preso un volo per New York solo per vedermi cantare, non ci hanno pensato due volte a farlo e ammetto che averli qui rende tutto più semplice, più gestibile. Certo avrei voluto ci fosse anche Perrie, averla qui mi avrebbe davvero reso molto più tranquillo, rilassato, ma purtroppo, o per fortuna, deve lavorare anche lei e non può rinunciare al suo lavoro per seguire me, non glielo chiederei mai così come lei non chiederebbe mai a me. È giusto che ognuno abbia i suoi spazi, nessuno dei due deve annullarsi per l'altro, non voglio una relazione di questo tipo e neanche Perrie, su questo siamo d'accordo. I miei ci hanno sempre insegnato che l'amore è anche libertà, propria e dell'altro e hanno ragione, con Perrie mi sento libero di essere me stesso senza costrizioni e lei uguale, o almeno è quello che spero anche se credo che se così non fosse mi avrebbe già lasciato da un pezzo, è uno spirito libero e la amo anche per questo.
Ero sicuro di farcela, di essere pronto per questa sera e sopratutto di non aver bisogno che la mia famiglia mi raggiungesse, ero convinto di questo ma quando ho visto i miei davanti alla mia camera d'albergo ho capito che avevo bisogno di averli qui, del loro sostegno che non è mai mancato. Ho sempre saputo che la mia famiglia era la mia forza e il mio bisogno di averli qui è una prova di questo. Potevo farcela da solo, aspetto questo momento da sempre e non mi sarei lasciato bloccare dalla paura o dall'ansia, non lo avrei permesso ma averli qui rende tutto più facile, sono più pronto che mai per andare in scena questa sera.
Ho provato per tutta la settimana con il concorrente, abbiamo scelto da subito quale cover fare e devo dire che sono fiducioso, è un'ottima canzone e ci viene loro bene, le nostre voci insieme hanno un bel sound, dobbiamo solo aspettare questa sera per vedere la reazione del pubblico. Oltre a provare la cover ho provato anche il mio singolo e mi piace come viene, abbiamo cambiato qualcosa sull'arrangiamento e mi piace, speriamo bene anche in questo caso.
Per la mattinata e il primo pomeriggio non impegno, andrò più tardi agli studi per riprovare e prepararmi, così mamma ha proposto un giro per la città, ovviamente ci accompagnerà Steve.
Ammetto che mi è mancata New York, qui ho passato i primi quattro anni della mia vita ed ero felice, amavo questa città e la amo ancora, è un po' la mia seconda casa.
'Dove si va?' Chiede Am mentre finiamo di fare colazione.
'Beh la mamma e James conoscono New York quindi direi di affidarci a loro.' Afferma papà.
'Va bene.' Dice mamma sorridendo mentre aiuta Hazel a bere il suo latte.
Non siamo mai venuti qui, da quando io e la mamma siamo tornati a Londra non ci siamo più tornati, non insieme perché io ci sono tornato un paio di volte con papà per il suo lavoro o con zio Niall mentre la mamma non è più tornata, non perché non volesse, semplicemente non c'è mai stata occasione ecco.
'Io devo essere agli studi per le 16.' Li informo. 'C'è Steve con noi quindi ci dirà lui quando è il momento di tornare.' Aggiungo.
'Direi che possiamo andare!' Esclama papà non appena anche Blue ha finito di fare colazione.
Avviso Steve che siamo pronti per uscire e una volta che ci ha raggiunti nelle hall usciamo, io e la mamma abbiamo già deciso, solo guardandoci, quale sarà la prima tappa.

Quando mamma ha proposto questa uscita sapevo già che avrebbe portato tutti al suo vecchio appartamento, dove abbiamo vissuto per quasi quatto anno insieme ai nonni. Non avevo dubbi che saremmo andati proprio lì e ammetto che lo avevo pensato anche io, è un modo per far conoscere a tutti, sopratutto a papà, dove ho vissuto io e cosa facevo quando stavo qui.
'Dove stiamo andando?' Chiede Blue mentre camminiamo. Niente auto o taxi, papà ci ha praticamente obbligati a camminare a piedi oggi, prendere l'auto solo quando sarà il momento di andare agli studi. L'albero non è lontano da dove vuole portarci mamma quindi va bene camminare, certo Steve era un po' titubante ma mamma è riuscito a convincerlo, solo con me fa il duro.
'Un posto speciale per me e James.' Dice mamma sorridendo.
'Tu ci sei nato qui!' Esclama Am come se solo ora si fosse ricordata di quel particolare.
'Esattamente!' Affermo portando un braccio intorno alle sue spalle. 'Sono nato qui.' Aggiungo. 'Cioè non qui per strada ma in ospedale.' Preciso.
'Ma non mi dire!' Esclama papà con una finta sorpresa. 'Pensavo fossi nato proprio su questa strada.' Aggiunge.
'Pensavo fossi nato proprio su questa strada!' Gli faccio il verso.
'Non incominciate.' Ci riprende mamma. 'Ora vi portiamo a vedere dove vivevamo.' Dice. 'Se volete anche vedere l'ospedale vi ci porto.' Aggiunge poi, rivolta sopratutto a papà.
'Se abbiamo tempo mi piacerebbe.' Risponde lui sorridendole.
È vero che sono passati anni e che il tempo aiuta a risanare certe ferite ma è come se mio padre non fosse mai stato ferito dalla mamma, come se sua moglie non gli avesse nascosto un figlio per quasi quattro anni. Essere qui e fargli vedere dove sono nato o dove ho vissuto avrebbe potuto riaprire la ferita e invece no, è come se niente fosse successo. So che non è stato il tempo a risanare quella ferita, so che è stato l'amore che provano l'uno per altro a far sì che non ci sia rabbia negli occhi di mio padre.
'La casa immagino sia abitata quindi non possiamo vederla dentro.' Dice la mamma. 'Però più o meno sapete com'è fatta avendo visto le foto.' Aggiunge. 'Vi faremo vedere dove passava la maggior parte del suo tempo però.' Afferma.
'E dove?' Chiede Blue che cammina tenendo Hazel per mano dietro i miei e davanti a me e Am.
'Qui!' Esclamo quando arriviamo al parco vicino casa nostra.
'Che bello!' Esclama Hazel non appena entriamo nel parco. 'Posso andare a giocare?' Chiede rivolta sopratutto alla mamma.
'Resta dove possiamo vederti.' Si raccomanda e subito Hazel, seguita da Blue corrono a giocare mentre noi ci sediamo sotto un albero.
È una bella giornata per essere febbraio, certo si muore di freddo ma c'è un timido sole che rende tutto più piacevole.
'E così è qui che passavi le tue giornate.' Dice Am guardandosi intorno.
'Ogni giorno!' Risponde mamma. 'Sopratutto quando c'era la neve.' Aggiunge sorridendo.
'Hai tante foto a casa di James immerso nella neve.' Dice papà ridendo.
'Era divertente.' Mi difendo. 'C'era sempre la neve altissima es soffice.' Dico. 'Fredda ma soffice e mi tuffano sempre.' Aggiungo.
'E ogni volta morivo di paura.' Afferma mamma guardandomi male. 'Fortunatamente non si è mai rotto la testa.' Aggiunge.
'Sicura?!' Chiede papà ironico. 'Forse qualche botta l'ha data.'
'Che stronzo.' Dico.
'Ehi!' Mi richiama. 'Attento a come parli.' Dice.
'Ti amo papi.' Dico sorridendogli.
'Ripeto, qualche botta l'ha data.' Afferma.
'Beh che altro facevi qui?' Chiede Am.
'Giocavo con gli altri bambini.' Dico. 'Andavo in bici e d'estate io e la mamma facevano spesso dei picnic.'
'È vero!' Esclama mamma sorridendo. 'Venivano qui io e lui quando le giornate erano buone e passavamo l'intera giornata qui.' Aggiunge.
'Potevamo portare qualcosa da mangiare.' Dice Am ma nessuno fa in tempo a rispondere che Blue e Hazel tornano da noi e si lanciano, letteralmente su papà e su di me che siamo stesi sull'erba.
'Blue mi soffochi!' Dico cercando di liberarmi, lui in tutta risposta non si alza ma si sposta un po' per farmi tornare a respirare.
'Che facciamo?' Chiede Hazel.
'Restiamo un po' qui.' Dice Am stendendosi accanto a me, al lato opposto di Blue, abbracciandomi.
'Restiamo un po' e poi andiamo a pranzo.' Dice la mamma mentre si stende accanto a papà.
Una giornata di questo tipo, tutti insieme, era quello che mi serviva per affrontare la serata che mi aspetta.
'James.' Mi chiama Am.
'Dimmi.' Dico voltandomi verso di lei.
'Pensi che noi troveremo mai un amore come il loro?' Chiede guardando i nostri genitori.
'Credo di si.' Dico sorridendole. 'Con Noah non sei felice?' Chiedo.
'Si che lo sono.' Dice. 'Però potrà essere un amore come il loro?' Domanda. 'Un amore che non conosce ostacoli, non conosce barriere, un amore che vince sempre su tutto?'
'Può essere eccome piccola.' Dico. 'È difficile trovarlo, è difficile vivere un amore come il loro ma magari siamo fortunati e anche noi troveremo la nostra persona.' Affermo.
'Tu l'hai trovata?' Domanda riferendosi a Perrie.
'Io credo di sì.' Affermo. 'Anzi ne sono sicuro.' Dico.
'Sono felice per te.' Dice lasciandomi un bacio sulla guancia. 'E sono super fiera di te e di quello che stai costruendo.' Aggiunge.
'Grazie cucciola.' Dico baciandole la guancia.

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