Capitolo 84: Acida

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Giacomo mi chiamò subito dopo
«che succede?» chiese
«volevo parlarti»
«perché?»
«come stai?»
«bene,tu?»
«perché ci evitiamo?»
«hai bevuto?»
«no, è che stavo pensando al fatto che mi avevi chiesto del tempo ma ci stiamo solo evitando da quello che vedo»
«non ci stiamo evitando, abbiamo preso strade diverse, tutto qui»
«quindi se venissi da voi per stare con Laura non ti darebbe fastidio»
«no, non più»
«io voglio che tu sappia che ti voglio bene»
«Ali» disse interrompendomi «anch'io te ne voglio ma sono stanco di te, di noi, non riusciamo ad essere amici ma nemmeno una coppia, non so se ti sembra una cosa normale»
«in realtà non ci abbiamo mai provato sul serio ad essere amici»
«questo lo dici tu»
«quindi?»
«non voglio esserti amico, non voglio sentirti parlare di altri ragazzi che frequenti perché mi darebbe fastidio, se hai bisogno di qualcosa io ci sono ma non voglio esserti amico»
«non ha senso quello che hai detto»
«lo so, ti voglio bene e se hai bisogno di aiuto io ci sono, ma se vuoi parlare di un altro non farlo con me»
«quindi se ti chiedessi di cenare insieme, come due amici, non accetteresti?»
«non lo so, ora vai a dormire, buonanotte Ali»
«buonanotte» dissi riattaccando.
Invece di chiarire, con questa telefonata credo di aver complicato ancora di più le cose.
Presi le sigarette e rientrai in camera, mi misi a letto e mi addormentai subito dopo.
Il mattino seguente venni svegliata da Stella che iniziò ad abbaiare vicino al mio letto.
«che vuoi?» chiesi girandomi verso di lei «ho sonno» dissi guardandola, lei salì su di me e smise di abbaiare
«buongiorno amore» disse mia madre entrando in camera «vado all'ufficio di tuo padre, devo aiutare Dario con una cosa»
«a che ora torni?»
«non troppo presto, ha dei problemi con i documenti e ci mettiamo un po' a sistemare il tutto»
«va bene, io tra poco scendo»
«porta Stella a spasso» disse prima di andare via.
Controllai il telefono e vidi due messaggi di Giacomo
"Ci ho pensato tutta la notte e mi dispiace che le cose siano andate così"
"Però so che sei la migliore amica di mia sorella e non voglio che quello che c'è stato tra di noi influenzi sul vostro rapporto, ti voglio bene e dobbiamo cercare SUL SERIO di essere amici" sorrisi e decisi di rispondergli subito
"Ti voglio bene anch'io❤️".
Scesi di sotto per fare colazione e il mio telefono iniziò a squillare, risposi senza guardare chi fosse
«pronto?»
«ti sei calmata?» chiese Marcello
«se mi stai chiamando per chiarire dovresti sapere che attaccarmi da subito non è una buona idea»
«come stai? Suona meglio?»
«sto bene, che vuoi?»
«tu però puoi attaccarmi?»
«devo prepararmi la colazione quindi se non ti dispiace fai in fretta»
«possiamo vederci? Non mi va di parlarne al telefono»
«si, tra poco devo portare Stella a spasso, ci vediamo al parco?»
«a tra poco».
Finì di fare colazione e andai a cambiarmi, misi un vestito corto, largo e grigio e le vans.
Arrivai al parco e lo vidi seduto sulla panchina.
«buongiorno» dissi avvicinandomi
«ciao» sorrise leggermente
«dimmi»
«non fare l'acida»
«non dirmi cosa posso e cosa non posso fare»
«mi fai ridere» mi guardò «lo sapevi che ero fidanzato ma l'hai voluto lo stesso»
«stai scherzando?» chiesi arrabbiata.

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