Capitolo 72: Orologio

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Aprì la scatolina e ci trovai un orologio di Daniel Wellington e un bigliettino
"spero sia quello che ti piaceva tanto,
tanti auguri Alice".
Quando eravamo ad Ibiza volevo comprarlo ma alla fine ci ripensai, non volevo spendere tutti questi soldi per un orologio.
Lo chiamai.
«pronto?»
«sei un coglione, complimenti» dissi arrabbiata
«sei ubriaca?»
«io sono ubriaca e tu non hai avuto le palle per darmelo di persona»
«Alice»
«no» dissi interrompendolo «domani lo lascio a Laura, non voglio niente da te» dissi riattaccando.
Ero arrabbiata e delusa. Nonostante tutto speravo venisse a parlarmi almeno oggi. Mi ha evitata per tutto questo tempo.
Misi il pigiama e stavo per mettermi a letto quando il mio telefono iniziò a squillare, era ancora lui.
«che vuoi?» chiesi arrabbiata
«scendi» disse dopo di che riattaccò.
Mi affacciai e vidi la sua macchina parcheggiata vicino al cancello.
Misi una felpa e uscì cercando di non svegliare mia madre.
«che vuoi?» chiesi avvicinandomi a lui
«sei una cogliona» urlò
«non urlare» dissi appoggiandomi alla macchina «tieni» gli diedi l'orologio
«smettila»
«non lo voglio» aprì lo sportello e lo misi sul sedile, lui mi prese la mano e si avvicinò sempre di più
«io non ho le palle? Sai benissimo perché non te l'ho dato di persona»
«non lo so»
«non lo sai?»
«no!»
«perché sto cercando di lasciarti andare! Non riusciamo a stare insieme, io ti amo ma non voglio che tu continui a stare male per colpa mia»
«certo» risi «hai già deciso una volta cosa sarebbe meglio per me e sai come è finita, ora stai rifacendo la stessa cosa»
«Alice non voglio parlarne ora, sei ubriaca»
«vaffanculo Giacomo»
«Alice» mi guardò
«ti odio»
«sei ubriaca»
«sono ubriaca e ti odio»
«credo sia meglio se torni a dormire, domani ne parliamo»
«continua a decidere per me mi raccomando» risi e mi girai per andare via ma lui mi prese di nuovo la mano e mi attirò a sé dopo di che mi baciò, io ricambiai subito
«torna a casa» disse staccandosi poco dopo
«non ora» risposi mordendogli il labbro
«se continui non sarò in grado di fermarmi»
Lo avvicinai ancora di più a me, avevo bisogno di lui.
Mi fece salire in macchina e mi tolse i pantaloni del pigiama, io gli abbassai i suoi e lo guardai negli occhi.
«sei sicura?» chiese
«stai zitto» risposi prima di baciarlo di nuovo, lui mi abbasso le mutande ed entrò dentro, iniziò a spingere lentamente ma intensamente
«più forte» dissi mordendomi il labbro e lui iniziò a fare come gli ho chiesto «sto per venire» lo baciai e dopo non molto venimmo entrambi.
«devo andare» dissi iniziando a vestirmi
«tutto bene?» mi guardò
«si» scesi dalla macchina «buonanotte»
«Alice, hai dimenticato questo» disse dandomi l'orologio
«Giacomo..»
«no» mi fermò «è tuo» sorrise porgendomelo
«grazie» sorrisi e andai via.
Entrata a casa salì di sopra e mi misi a letto.
Cosa stavo combinando?

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