Mi sarei dovuta trasferire, avrei dovuto cambiare città e riniziare da capo una nuova vita. Ecco a cosa avevo pensato in tutti quei giorni in cui Eric e Catlin ancora non si erano fatti vedere.
Ero tentata di parlare con Jaden, li volevo indietro perché volevo che fossero almeno loro sani e salvi. Volevo anche parlare con Jaden del fantomatico piano che quell'Andrew aveva per, in qualche modo, prenderlo. Volevo dire qualcosa a qualcuno, ma non potevo così occupai il tempo libero a studiare.
Ero diventata una secchiona, se già prima andavo bene a scuola da quando ero tornata da New York la mia media scolastica aveva addirittura superato quella del terzo anno. Che già sfiorava il massimo!
A scuola era un continuo chiacchierare di quanto fosse stata favolosa la gita a Las Vegas, bhe io non ricordavo nulla nemmeno dell'ultima sera passata in hotel. Mi ero svegliata in una stanza non mia mentre Nate mi guardava dal bordo del letto, consapevole probabilmente di quello che fosse successo. L'unica a non esserne consapevole praticamente ero io!
Il lunedì mattina della settimana successiva poi feci l'incontro più strano della mia vita: entrai nei bagni durante uno degli intervalli per lavarmi le mani sporche di inchiostro e mi ritrovai a consolare una delle ragazze che Jaden si portava a letto. E chi l'avrebbe mai detto?
Io che di parole dolci non ne conoscevo nemmeno una, ero rimasta un'ora in bagno con una sconosciuta che piangeva e che continuava incessantemente a sporcarmi la maglietta bianca con il mascara a ripeterle quanto lui fosse un testa di cazzo e quanto lei fosse invece meravigliosa. Mi ero abbastanza stancata di quella situazione, ma mi sentivo male per lei!
Poi, tornando a casa, la situazione non migliorò. L'assenza di Cat e Eric la sentivo nell'aria: non c'era più quell'odore di cene prelibate, patatine sparse per il salotto, tensione nell'aria a causa degli innumerevoli lavori da correggere, borse e cappotti disparsi per la casa. Tutto era immerso in una perfezione quasi implausible, ma in realtà di perfetto non c'era proprio nulla!
La verità era che io avrei dovuto mantenere la mia copertura da studentessa modello fino alla fine dell'anno scolastico, avrei dovuto prendere il tanto atteso diploma per poi morire teatralmente. Bellissimo piano, ma non erano proprio queste le mie idee di futuro!
Più sottolineavo le pagine del libro, sistemando il grandissimo casino che avevo in testa, più sentivo quel senso di ribrezzo che cresceva in me. Non avevo voglia di mettermi a studiare, men che meno la materia che insegnava proprio Eric che al momento non era al piano di sotto a cantare una delle sue solite melodie commerciali.
Buttai la testa indietro e dalla mia bocca fuoriuscì un urlo di esasperazione, portai le mani tra i capelli e sbuffai annoiata. Quando il cellulare prese a squillare, avvertendomi dell'arrivo di un messaggio, me la feci addosso. Non avevo più visto Andrew McConvey in giro, in realtà non avrei potuto comunque perché passavo da scuola a casa e da casa al lavoro.
Anche lì quei giorni non riuscivo a connettere la testa con i movimenti delle mie mani: se decidevo di andare a pulire un tavolo, mi ritrovavo a preparare la macchinetta del caffè senza motivo. Ero semplicemente diventata un groviglio di sensazioni, pensieri e idee che mi giravano per la testa come gli ingredienti di un frullato dentro il mixer.
Una delle poche cose positive era che avevo trovato la ricetta segreta dei frullati della mia collega, era diventato anche per me l'asso nella manica quell'ordine e la proprietaria non poteva essere più fiera di come lo era già. Peccato che nel giro di qualche mese la sua dipendente sarebbe stata ritrovata morta, non si sa come, dentro una bara in legno pregiato!
«Perché? Tu lo scrivi veramente così?» indicai la chat di Eric con una sua collega di lavoro e corrugai la fronte schifata.
«Spiegami dov'è il problema se io scrivo solo 'ok' e non 'okay'.»
![](https://img.wattpad.com/cover/247465504-288-k149920.jpg)
STAI LEGGENDO
UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...