Davina Foster's pov
Ero seduta su quel molo per l'ennesima volta da quando ero tornata a Solvang. «Sapevo di poterti trovare qui.» mi girai in tempo per vederlo mentre si sedeva al mio fianco, alzandosi i pantaloni fino alle cosce e immergendo i polpacci dentro l'acqua del molo di Santa Barbara.
«Che succede pulce?» abbassai lo sguardo sui miei piedi e feci un'espressione schifata, non volevo raccontare a lui tutto.
Non avrei voluto perché era mia la decisione e avevo paura che lui avrebbe potuto manipolarmi e non volevo. Mancava un solo giorno a Capodanno e io mi ritrovavo sul molo di Santa Barbara a guardare l'oceano con il mio tutore vicino mentre Jaden era in giro per il mondo insieme a Joseph.
Perché sì, era riuscito a farlo uscire di prigione e i due si erano divisi l'impero di Andrew. In giro per il mondo da qualche settimana cercavamo di calmare gli animi e di ritirarsi da quel mondo, mentre io grazie a qualche corsa clandestina avevo aggiunto al conto corrente di Jaden ai Caraibi - che utilizzava per le donazioni ai centri contro l'AIDS in memoria di Curtis - qualche dollaro in più.
«Avanti Dav, sono tuo padre.» scossi la testa. «Puoi dirmele le cose.» appoggiai le mani sul bordo in legno. «Dai pulce, dimmi cosa c'è che non va.» lo spintonai per il nomignolo orribile che mi affibiava.
«Non voglio parlarne con te Eric, stai in silenzio.» alzò gli occhi al cielo.
«Perché?»Mi avrebbe capita subito, probabilmente lo aveva già fatto!
«Non voglio parlare perché se vengo qui significa che voglio stare sola, altrimenti andavo da Julie e parlavo con Justin e Aura.» sbottai infastidita.
«Io lo capisco quando c'è qualcosa che non va: tu non mangi più, mi rispondi più male del solito, non esci da camera tua, fumi, bevi, torni a casa la sera tardi e dormi venti ore al giorno.»Vista così la mia vita faceva davvero schifo, interessante!
«Sto bene.» iniziai a tormentarmi le pellicine delle unghie ormai prive di colore perché avevo tolto ogni residuo di smalto qualche giorno prima.
«Se non c'è nulla che ti turba, devi essere innamorata allora.»Non risposi, lo lasciai continuare con le sue teorie non così assurde. «E non potrei essere più felice di così Dav.» sorrisi a malapena e toccai l'acqua con l'indice della mano. «È bello essere innamorati. Ma lo capisco se hai paura, ciò che non abbiamo mai provato a volte può spaventare.»
«Pensa che perfino io avevo paura di essermi innamorato, avevo paura che qualcuno potesse trovare il mio punto debole Dav, avevo paura di potermi rammolire.» alzai gli occhi al cielo. «Ma so che tu non li hai questi problemi.»
«Ad oggi Dav ti posso dire che mi considero una persona molto fortunata perché mi sono innamorato, perché non ho avuto paura di provare qualcosa di forte.» mi girai verso di lui, preso dal suo racconto. «Quando ti innamori di una persona può andare bene come può andare male, non lo sai ma ci provi comunque.»
«Ci provi perché innamorarsi è bello, perché farsi vedere debole davanti a qualcuno fino a far cadere le proprie barriere è bello Dav.» abbassai lo sguardo. «Ad oggi se ti guardo io vedo una donna che è tanto forte e coraggiosa quanto debole e bisognosa di affetto, ad oggi se io ti guardo vedo mia figlia e non posso che essere orgoglioso di ciò che ne è venuto fuori dalle mie maniere un po' strane di essere padre e dal mio amore per Cat. Se non mi fossi innamorato, tutto questo non sarebbe mai successo.» scoppiai a ridere.
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UNhappy
Teen FictionUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...