97. Parte Due

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Sentivo nel buio della sua camera il suo respirare affannato, segno che stava dormendo, ma dopo qualche minuto lo sentii alzarsi, passandomi con poca delicatezza sopra visto che la sua parte di letto era contro il muro.

«Mmm.» mugolai, facendo finta di essermi svegliata. «Dove vai?» lui non si girò nemmeno verso di me.
«Dormi.» alzai gli occhi al cielo.
«Puoi dirmi almeno se tornerai sano e salvo questa volta?» e anche a quella domanda lui non mi rispose, indossò una felpa e poi mi lasciò in camera sua senza dire nulla.

Quando sentii il portone chiudersi, mi rigirai verso il muro e chiusi gli occhi ma il suo profumo sul cuscino non mi aiutava a tranquillizzarmi. Dove andava? E come gli era tornato in mente nel cuore della notte mentre dormiva?

Mi addormentai nuovamente, anche se lentamente, stringendo a me il cuscino di Jaden e mi svegliai solo quando sentii quel bellissimo e morbido oggetto essermi tolto all'improvviso e senza nemmeno aprire gli occhi, spaventata, mi accorsi di avere tra le braccia il torso nudo del ragazzo.

«Mi dirai almeno dove sei andato così all'improvviso?» le sue mani mi strinsero al suo corpo e io rabbrividii.
«Puoi farti i cavoli tuoi almeno oggi?» sorrisi divertita quando mi balenò in testa un'idea. In difficoltà mi divincolai da lui e corsi in salotto infreddolita.

«Fai davvero?» urlò lui dalla camera.
«Sì.» lo guardai quando si appoggiò in tutta la sua bellezza allo stipite della porta del salotto.
«Non fare la bambina.» alzai gli occhi al cielo e mi stesi sul divano.
«La bambina ora dorme nel divano.»

«Mi si sta congelando anche il culo, datti una mossa Dav.» guardai il suo petto infreddolito, ricoperto da milioni di brividi. In effetti, nonostante fossimo a Maggio in quella casa era un freddo cane ed era notte fonda!
«Allora torna a letto Reyes.»

«Non ti aspetterò in eterno.» scrollai le spalle e mi rigirai verso il muro, lanciandogli la coperta e cercando di scaldarmi le gambe nude sfregandoci sopra le mani. «Perché non ti lanci anche tu come hai lanciato la coperta?» trattenni un sorriso.
«Perché non sono una coperta.»

«Bambolina datti una mossa, altrimenti ti chiudo direttamente fuori casa.» mi alzai per raggiungere il portone d'ingresso per uscire scherzando, ma prima che potessi abbassare la maniglia mi sentii leggera e soprattutto senza più un contatto diretto con il pavimento.

Portai le ginocchia al petto quando le braccia di Jaden mi circondarono la vita e mi alzarono da terra senza alcuna difficoltà.
«Mettimi giù Reyes.» urlai tra le grosse risate.
«Chiudi il becco, la tua voce alle due di notte mi fa venire voglia di spararmi nei coglioni.»

«Allora lasciami, non sei obbligato.» quando varcammo la porta che dava sul reparto notte, allargai le braccia impedendo il continuo cammino verso la camera del moro. Strinsi forte la cornice in legno della porta nonostante le sue lamentele, poi mi arresi quando sentii i palmi delle mani doloranti.

«Bastardo.» mi scaraventò sul letto, saltando dall'altra parte per mettersi comodo. Poi però fece un gesto ancora più strano perché appoggiò le sue mani sul mio fianco destro quasi nudo a causa della maglietta alzata e iniziò a far scivolare delicatamente l'indice, provocandomi cosi la pelle d'oca.

«Stai fermo.» asserii, cercando di allontanarmi da lui invano.
«Vale anche per te.» mi girai dalla sua parte e mi ritrovai così a dieci centimetri di distanza dal suo volto.
«Sei consapevole del fatto che siano passati già tre mesi e ancora non sei riuscito ad entrarmi nelle mutande?»

«Preferisco fare con calma. É più ripagata l'attesa.» l'unica cosa positiva dell'accordo con Andrew era che sapevo di poter vincere la scommessa con Jaden: non mi avrebbe portato a letto perché per i restanti due mesi io sarei 'morta' per lui.
«Hai alte aspettative di te, è per questo che non ci sono ancora venuta.»

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