UNhappy

102.

Jaden Reyes's pov

Scesi dalla mia vettura quando parcheggiai davanti all'enorme officina che aveva acquistato anni prima uno dei miei amici più stretti, con passo lento e tranquillo mi guardai intorno e poi spalancai il grandioso ingresso pieno di murales colorati che aveva creato Curtis.

«Amico, ci hai dato dentro l'altra sera?» guardai Alan confuso mentre mi avvicinavo al mini frigo per prendere una lattina di birra.
«Che cazzo dici?» uscì da una macchina e iniziò a pulirsi le mani sporche con un panno già macchiato.

«L'altra sera, alla gara. La ragazza testa di cazzo.» alzai gli occhi al cielo.
«Non abbiamo consumato, se vuoi sapere questo.» e per quanto avessi voluto, non lo avrei fatto perché non volevo illuderla inutilmente. Ero fatto così e non sarei cambiato nemmeno per lei!

«E perché? Non sei Jaden Reyes tu? Il re delle conquiste?» sbuffai e mi stesi a peso morto in uno dei suoi divanetti ormai consumati.
«Fatti i cazzi tuoi.» mi portai la lattina alla bocca e sorseggiai il liquido amaro mentre Alan mi guardava divertito e entusiasta.
«Uhh, abbiamo qualcuno geloso qui.»

«Che cazzo dici? Geloso di chi? Di lei?» il riccio annuì sistematicamente, facendomi poi un cenno verso un bolide verde fluo, il mio bolide verde fluo. «L'hai sistemata?» lui sorrise e poi si avvicinò, aprendo la portiera.

Ero elettrizzato. Quella macchina io l'adoravo forse più di quanto adorassi la mia famiglia. Era stata la prima macchina che avevo utilizzato e che fondamentalmente aveva preannunciato la mia carriera con una fantastica vittoria.

Corsi velocemente dentro e appoggiai la schiena al comodo sedile nero opaco e le mani intorno al volante in pelle, passai una mano sul cambio inalando il nuovo profumo e poi chiusi gli occhi terribilmente innamorato di quell'auto.

Un secondo...

Un profumo esotico venne inalato dai miei polmoni ormai rovinati dalle troppe sigarette che fumavo dalla mattina alla sera così aprii gli occhi di scatto e guardai serio il mio meccanico. «Chi c'è stato qui dentro?» lui aggrottò le sopracciglia confuso.

«Chi vuoi che ci sia stato Reyes? Ci sono stato io, non si aggiusta da sola quella macchina. Per quanto sia fenomenale, anche lei ha bisogno di un aiutino.» scossi la testa e uscii dal veicolo quando iniziai ad avere una strana impressione, come un presentimento a dir poco orribile.
«A meno che tu non profumi di frutti esotici, non sei l'unico che ha messo le mani nella mia auto da corsa.»

Rapidamente Alan corse al motore per controllare che non ci fossero guai improvvisi che avrebbe potuto rovinarla ulteriormente. Magari qualcuno ci aveva messo lo zampino dopo Alan e nessuno se n'era accorto.

Il ricciolino alzò lo sguardo su di me e scosse la testa dopo qualche minuto.
«Qui non c'è nulla Jaden, sembra essere la stessa che ho sistemato in questi giorni. Anche volendo non poteva essere venuto nessuno, sono stato qui tutto il tempo e lei era davanti a me.» rientrai nuovamente nell'abitacolo.

«Entra cazzo, non lo senti anche tu questo odore?» il riccio velocemente prese posto al mio fianco e iniziò a inalare anche lui quello straordinario profumo che mi sembrava tanto familiare ma che non riuscivo a collegare a nessuno.
«Hai ragione. É entrato qualcuno qui.» inclinai la testa a destra e dopo aver appoggiato il braccio sul sedile del passeggero, guardai i posti posteriori.

«Non hai trovato nulla mentre la sistemavi?» ero sicuro che ci fosse stato qualcuno perché io non usavo quel profumo e Alan men che meno, qualcuno era entrato nella mia macchina e per quanto ricordassi io non ci avevo mai fatto salire nessuno a parte il ragazzo al mio fianco.

«Che cazzo dovevo trovare? No, non ho trovato nulla. Volevi un mazzo di rose per caso? Se vuoi la prossima volta te lo compro.» scrollai le spalle, sbuffando e uscii nuovamente dal veicolo per poi guardarlo con sufficienza, allontanandomi. «Comunque... Hai più sentito Nate? Qui non si è fatto più vivo dalla gara. Solitamente la mattina dopo viene a controllare che sia tutto a posto.» alzai gli occhi al cielo.
«Non mi interessa sapere cosa fa, sarà con la sua fidanzatina.»