Sapevo che quello che stavo per fare avrebbe compromesso il mio accordo con Andrew, ma non avevo intenzione di farmi passare per morta quando in realtà ero sana come un pesce. O così credevo almeno!
Presi la piccola busta bianca e salii in macchina, accesi la radio e mi lasciai cullare da quelle canzoni armoniose. Era l'ultima sera a Solvang e io di sicuro non sarei andata ad uno stupido ballo di fine anno, ero già troppo nervosa di mio.
Arrivai finalmente a Santa Barbara e mi infilai nella stretta via imbrecciata dopo aver controllato che non ci fosse nessuno: da quanto avevo scoperto, Jaden aveva una gara e Alan ovviamente sarebbe andato con lui come suo meccanico.
Mi intrufolai dentro l'officina e rimasi qualche minuto di troppo ad osservare le varie macchine d'epoca e invece quelle già modificate e pronte per le gare, la mia attenzione fu però catturata da un veicolo verde fluo quasi completamente ammaccato e pieno di righe. Forse era andato a gareggiare con una macchina già sistemata perché quella, che era la sua da come avevo capito, era da 'ricovero'.
Ma sarebbe stata sistemata, ed era ancora meglio! Avrebbero potuto trovare meglio il mio biglietto, sperando che Alan non lo buttasse via. Aprii con fatica la portiera del passeggero ed entrai all'interno, annusando il buonissimo odore del proprietario. Dio che dipendenza che mi aveva creato sia quell'odore che Jaden in sé per sé!
Forzai il porta oggetti davanti al sedile dove ero seduta e notai una piccola pistola nera lasciata in bella mostra insieme ad un libretto azzurro, senza curiosare troppo appoggiai vicino alla pistola il biglietto.
Credo chE serva Ricordare Che Anche tu Mi manchI
Avevo speso ore quel pomeriggio per cercare di fare un messaggio in codice, non avrei potuto scrivergli che ero a Buenos Aires perché se Andrew mi avesse seguito o comunque avesse avuto un registro con i miei movimenti avrebbe potuto scoprire che stavo tentando di spiattellare in faccia a qualcuno l'accordo segreto.
Le frase in sé non aveva poi molto senso e non era quella che mi interessava che leggesse, a me interessavano le lettere in maiuscolo che formavano una parola che avrebbe potuto farlo ragionare. Infondo lui era uno dei migliori nel suo giro di azioni e un cervello pensante avrebbe dovuto averlo per riuscire così bene a passare inosservato alla legge.
CERCAMI
Mi appoggiai al sedile e subito dopo uscii dalla macchina, mi controllai intorno cautamente per poi passare a controllare la Mustang che avevo guidato una delle volte che ero stata lì con il moro.
Alla sola vista di una moto rabbrividii e corsi fuori dall'enorme edificio parzialmente all'abbandono, entrai in macchina ma per tornare a casa mi imbattei nell'unica corsa clandestina che si sarebbe dovuta svolgere quella sera. Era destino!
E io sapevo che in quella gara clandestina non avrei dovuto mettere piede, ma anche solo l'impeto di trovarlo e di vederlo fare ciò che sapeva fare meglio mi dava una scarica di adrenalina immensa. Se io ero così, figuriamoci lui che doveva correre!
Appostai la macchina dietro un pick up rovinato e abbastanza rigato, quando scesi dalla macchina la chiusi all'istante e feci qualche passo verso la mischia. Sentii però una mano appoggiarsi voracemente sulla mia bocca, cercai di divincolarmi e riuscii a colpire con una gomitata il petto del ragazzo.
«Fatti indietro.» quella voce che proveniva dalle mie spalle mi era abbastanza familiare, così mi girai e vidi Ben con in mano una pistola puntata verso l'uomo che aveva cercato di bloccarmi.
«Perché non abbassi l'arma? Ci divertiamo e basta.»

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UNhappy
Fiksi RemajaUn passato da dimenticare, un senso di mistero che si cela dietro quegli occhi sempre truccati e una lingua biforcuta hanno sempre caratterizzato Davina Foster. Tutti la conoscono, ma nessuno lo fa veramente. Un animo tormentato e oscuro, una ragazz...