55 - shock

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Melissa POV

<Daryl! Melissa!> Riconobbi la voce di Glenn. <Sono qui> dissi troppo piano perché mi sentissero. Alzai la voce <SIAMO QUI, PRESTO> Daryl giaceva in una pozza di sangue con il viso pallido. Mi sporsi ancora di più su di lui cercando di sentire il suo respiro. C'era. Era vivo. <Cazzo Daryl> Disse Tara. Tutti e tre erano arrivati e rimasero pietrificati per un istante nel vedere il loro invincibile amico a terra. <Lo hanno preso alla gamba, ma ha perso molto sangue> Dissi per svegliarli dallo shock. Mi tolsi la camicia e la legai stretta attorno alla ferita. Mentre facevo il nodo sentii una fitta alla spalla e mi resi conto che l'adrenalina non mi aveva fatto sentire il dolore fino ad allora, ma anche la mia ferita sanguinava, seppure non fosse grave. <Forza prendiamolo e scappiamo di qui. Potrebbero arrivarne altri. Glenn, tu lega ben stretto quello e portiamolo con noi, se non muore può tornarci utile> Disse Michonne prendendo finalmente in mano la situazione. Mi accorsi in quel momento che c'era un uomo ferito al fianco svenuto, ma vivo. Non mi fecero aiutare a fare nulla. <Non sforzare la spalla Melissa, hai già fatto abbastanza.> Arrivati al camioncino non perdemmo tempo e partimmo immediatamente. Misero il prigioniero immobilizzato nella parte dietro e Daryl sdraiato nei sedili. Io stetti seduta per terra davanti a lui a fissarlo. Stava bene? Aveva perso troppo sangue? Rischiavo di perderlo? Avrei potuto fare di più. Se solo avessi imparato a sparare meglio... Se fossimo stati più attenti senza distrarci. Trattenni le lacrime e per darmi forza presi la mano di Daryl. Era sporca del suo sangue. <Melissa, dicci com'è successo> Guardai negli occhi di Michonne dallo specchietto. <Io... Noi... eravamo lì dentro e hanno sparato a Daryl come avvertimento. Non ci siamo accorti di nulla, non abbiamo sentito nulla finchè non hanno sparato. L'ho trascinato dietro al bancone, voleva che scappassi dalla porta sul retro... non l'ho fatto. È svenuto subito dopo. Sono riuscita a sparare due colpi ma ne ho ucciso solo uno credo. Non avevo speranze da sola, siete arrivati giusto in tempo.> Guardai nuovamente Daryl. <Se la caverà? Il proiettile deve aver preso un'arteria o qualcosa di simile, ha perso troppo sangue> Pregai che Siddiq sapesse come occuparsene. <Ne ha passate molto di peggio Melissa, se la caverà> Disse Glenn sorridendomi, ma il sorriso era tirato e non raggiungeva gli occhi. Quando arrivammo ad Alexandria andammo davanti all'infermeria direttamente con il furgoncino alzando un polverone nella strada sterrata e suonando il clacson. Siddiq non si fece scoraggiare da tutto il sangue, entrò in infermeria e chiamo altre due persone con sé. Un'altra persona prese il prigioniero e lo portò direttamente alle celle. <Tara, ti occupi tu di Melissa?> disse Siddiq un attimo prima di chiudersi la porta dietro di se. Sentii Tara chiamarmi e mi sforzai di distogliere gli occhi dalla porta chiusa dell'infermeria. Non mi resi conto neanche di aver camminato e mi ritrovai nel salotto della casa di Tara e gli altri. Rick era lì affianco senza dire niente ma fissandomi. Ero sotto shock? Mi sforzai di tornare lucida, sbattei gli occhi un paio di volte e feci un respiro profondo. Mi levai il giacchetto e rimasi in reggiseno visto che la camicia l'avevo già tolta per legarla alla gamba di Daryl. Abraham entrò di corsa in casa sbattendo la porta. <Porca puttana. Stai bene Mel?> Annuì leggermente mentre Tara si apprestava a curarmi. <Non è nulla di grave ma ci sono dei frammenti di proiettile che devo togliere, okay?> Cominciavo a sentire il dolore, l'adrenalina stava passando. <Va bene Tara, fai quello che devi> Cominciò a disinfettarmi e per distrarmi raccontai a Rick ciò che era accaduto. Finii di parlare molto prima che Tara ebbe finito di medicarmi. <Hai salvato la vita a Daryl. Lui è come un fratello per me, non ti sarò mai abbastanza grato per questo> I suoi occhi azzurri mi guardarono così intensamente che dovetti distogliere lo sguardo. Il mio labbro cominciò a tremare, due lacrime scapparono al mio controllo prima di riuscire a fermarmi. <Mi ucciderà. Mi ha ordinato di scappare e non l'ho fatto. Appena si sarà ripreso mi ucciderà> Dissi asciugandomi le lacrime cercando di sdrammatizzare con un sorriso. <è probabile> Mi rispose Rick sorridendo a sua volta. Tara finii di togliere l'ultimo pezzo e il disinfettante bruciò via tutti i miei pensieri. Mi fasciò stretta e mi prestò una delle sue felpe. <Se stanotte perdi molto sangue allora probabilmente dobbiamo mettere dei punti, ma per quello dovrai andare da Siddiq.> Mi disse Tara mentre Abraham mi si avvicinava <Ti accompagniamo a casa, vieni> Disse Abraham porgendomi una mano. Mi alzai aiutandomi con la sua mano ma lo fermai. <No, vado da sola, grazie Tara> Dissi Abbracciandola sbrigativamente con il braccio sano. Uscii velocemente dalla porta sperando che non mi seguissero. Passai da casa per prendere cane con me. Fiutando il sangue mio e di Daryl mi parve subito allarmato e provai a calmarlo. Non sarei mai riuscita a stare tranquilla in casa, tantomeno a riposare. Arrivai quasi correndo davanti all'infermeria. Dissi a cane di aspettare fuori ed entrai senza bussare. <Ma chi- Melissa! Stai bene? Tara ti ha medicato?> Annuì mentre con lo sguardo cercavo Daryl. C'era Aron affianco a lui con un ago nel braccio. Stava dando il sangue direttamente a Daryl. <Ehilà> Mi avvicinai al letto dove Daryl era sdraiato. Sembrava aver ripreso un po' di colore. <Come sta?> Dissi con voce flebile. Siddiq si avvicinò a me. <Sta bene. Ha perso davvero molto sangue ma per fortuna Aron è compatibile. Tranquilla, non c'è da temere.> Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. La mia camicia era stata sostituita da una fasciatura stretta e pulita, i pantaloni erano strappati per lasciargli la gamba nuda. <Sei sicuro che sta bene? L'ho visto perdere così tanto sangue> La mano gentile di Siddiq si appoggiò alla mia spalla. <Non è una ferita da poco, ma si riprenderà> Distolsi finalmente lo sguardo da Daryl per incrociare gli occhi di Siddiq. <Okay, adesso devo andare> Non aspettai neanche una risposta e mi fondai fuori. Il sole stava calando regalandoci un tramonto rosso fuoco. La giornata era passata così in fretta... Tirai su il cappuccio della felpa di Tara, cominciavo a sentire freddo, ma non mi importava, non sarei riuscita a riposarmi, avevo ancora una cosa da fare. Mi avviai verso la prigione sperando che nessuno cercasse di fermarmi, non mi sarei fermata neanche se fosse stato Rick a dirmelo. Un'occhiata alla persona messa di guardia bastò, si mise da parte facendomi un cenno con la testa e fece passare me e cane. Mi domandai stupita se ormai tutti mi vedevano come una della cricca stretta dello sceriffo. Evidentemente si. Entrai in quella piccola stanza con solo tre celle, la luce era poca e veniva da una sola lanterna ad olio appesa alla parete. Sentendo dei rumori l'uomo si era alzato ed era davanti alle sbarre. Era ancora ammanettato e una fasciatura gli copriva parte del fianco, ma sembrava stare fin troppo bene. LUI non era svenuto in infermeria senza sangue. Non disse niente e si limitò a guardare prima me e poi cane, studiandomi. Mi tolsi il cappuccio e un lampo di comprensione gli illuminò il volto. <Ah sei tu. è ancora vivo il tuo amico?> Misi una mano sopra la testa di cane, accarezzandolo, cercando la forza di non entrare a uccidere quell'uomo. <Chi siete?> Gli chiesi con voce fredda. <Non siamo nessuno. Voi invece siete qualcuno. Alexandria da dentro sembra anche meglio> Sapeva. Sapeva chi eravamo e sapeva dove si trovava. E se lo sapeva lui... <Quanti siete?> Sputò a terra sfidandomi con lo sguardo. <Dolcezza, non sai come vanno gli interrogatori? Non basta avere un bel visino per farmi cantare> Lo sapevo bene, ma avevo sperato magari di trovare un uomo pentito, o uno codardo e spaventato. <Domani avrai l'interrogatorio che tanto vuoi. I miei amici sanno essere molto più convincenti di un bel visino.> Mi avvicinai alle sbarre, la mia faccia a pochi centimetri da quella dell'uomo. Avrei voluto chiedergli se erano uomini di Negan, ma non mi avrebbe mai risposto. Ricambiava lo sguardo stupiti da quel mio avvicinamento alle sbarre. <Se il mio amico muore, ti prometto che non ci sarà nessun interrogatorio. Se lui muore, ti farò soffrire in modi che neanche immagini. Anche da qua sotto le tue urla arriveranno fino a fuori, mi implorerai di ucciderti e io me la prenderò molto con calma. Se lui muore, ti prometto una morte lenta e dolorosa.> Notai con piacere lo sguardo insicuro dell'uomo. Sapevo di avere un viso trasformato dalla rabbia in quel momento, ancora sporco di sangue. Mi girai e con cane uscii fuori da lì, guardando appena Rick che era appoggiato alla porta e che aveva sentito tutto. Non mi importava, che pensasse pure che ero una pazza. Quando arrivai a casa, diedi da mangiare a cane, mangiai qualcosa anche io senza sentirne il sapore, mi feci una veloce doccia per niente rilassante e andai direttamente in camera di Daryl, mettendomi sotto le coperte avvolta completamente dal suo odore. La stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai di colpo.

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