79 - one last night

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Melissa POV

Quella mattina mi tagliai i capelli corti appena sopra le spalle con il coltello che mi aveva lasciata Jordan. Mi sforzai di fare una colazione veloce e andai direttamente verso la stanza degli interrogatori. Pioveva quel giorno, quindi niente tetto. Poco dopo mi raggiunsero i soliti quattro. Non commentarono il mio nuovo taglio di capelli. Claire mi guardava indagatrice e Jordan... lui cercava di non guardarmi. Ma alla fine ne fu costretto per parlarmi. <Allora, faccio le domande o faccio parlare te?> Mi sarei sentita una traditrice lo stesso. <Domande> gli risposi secca. <Chi è il vostro capo?>  Era il momento di fare sul serio. <Si chiama Rick. Era uno sceriffo nel vecchio mondo, ed è un uomo fantastico. È grazie a lui che Alexandria è sopravvissuta a tutto. È grazie a lui che i salvatori non esistono più. È un uomo con cui ci si può ragionare. Ma è prudente, potrebbe decidere che non vale il rischio di fare patti con voi> Se si fosse fidato del mio giudizio avrebbe accettato sicuramente. Ma dopo tutto questo tempo lontana, era cambiato qualcosa? Jordan mi fece descrivere Alexandria e le sue protezioni, quanti uomini c'erano, bambini, quali strutture avevamo, animali, coltivazioni... era davvero difficile non sentirsi una traditrice. <C'è qualcuno a cui dobbiamo stare particolarmente attenti? Qualcuno che potrebbe non fidarsi a priori e decidere di attaccarci?> Risposi senza esitazione. <Daryl> Solo Jordan e Claire sapevano chi era, quindi Oliver chiese <e chi è? È forte?> Mi mossi a disagio. <è il mio... ex compagno. Non credo gli importi più di me per vostra fortuna. Altrimenti potreste morire nel momento in cui vi vedrà> Poi aggiunsi, perché non stavo scherzando. <Sul serio, non ho mai conosciuto nessuno con la sua forza e testardaggine. Potrebbe prendere questo palazzo da solo e farvi fuori tutti. Lui... è pericoloso. State attenti. Cercherò di farlo ragionare, spero solo sia di un umore migliore di quando l'ho visto l'ultima volta.> mi alzai e presi un bicchiere d'acqua, perché non riuscivo a stare ferma. <Come consigli l'approccio?> Ci pensai su e risposi quando mi risedetti. <Niente giochetti e niente messaggi. Si va lì davanti, con le armi giù. Se non sembrerete una minaccia non saranno i primi a sparare, non sono quel genere di persone. Una stoffa che faccia da bandiera bianca potrebbe aiutare. Una volta davanti scendete con le mani alzate e chiedete di Rick. Poi fate scendere me. E dovrò convincerli che non mi avete fatto del male e siete amici. Se mi crederanno... ci faranno entrare e Jordan potrà avere un colloquio con Rick. Poi starà a te convincerlo> Mi guardarono tutti stupiti. <Ci hai pensato molto> mi disse il capo. <Certo. Non voglio che vi sparino. E voglio questa alleanza. Ne avete bisogno voi e ne... hanno bisogno loro> Non riuscii a inserirmi in nessun gruppo mentalmente. <Ci stai chiedendo di andare lì e farci sparare addosso praticamente. E se tutto quello che ci ha raccontato è solo una cazzata? Se è una trappola? Sembra una trappola. Dimostraci che tutto quello che hai detto è vero.> Elijah ovviamente non si fidava ancora di me, ma mi fece male che Jordan non lo correggesse. Così ci pensai e infine dissi. <C'è una casa sul lago... poco prima di Alexandria. Ci sono foto. Di alexandria, delle persone. Possiamo andare prima lì. Non ci sarà nessuno. Solo un'altra persona oltre me sa della sua esistenza. Se le foto vi convinceranno, bene, altrimenti tornatevene qui> Mi alzai e senza aspettare che dicessero niente uscii. <Partiamo domani Mel> Feci in tempo a sentire Jordan mentre la porta si chiudeva. Andai sul tetto, e nonostante la pioggia battente me ne stetti lì a infradiciarmi e guardare l'orizzonte. Domani avrei dovuto fare una scelta. Restare ad Alexandria. Tornare alla città. O andarmene e tornare a viaggiare da sola. Non so per quanto tempo stetti sotto alla pioggia, ma so che quando sentii delle mani delicate prendermi per le spalle e portarmi dentro, non mi opposi. Jordan mi accompagnò fino alla mia stanza, entrò con me e mi spinse dentro al bagno. Chiusa la porta mi spogliai e mi feci una doccia calda bollente. Mi misi il pigiama, mi tamponai i capelli e quando uscii dal bagno vidi che Jordan era ancora lì. Seduto sul bordo del letto, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, il viso tra le mani. Potevo vedere la tensione che emanava il suo corpo. <Mi dispiace, ma ne abbiamo davvero bisogno> Mi andai a sedere vicino a lui. <Lo so. Solo... non lasciarmi lì. Non so se riuscirò a rimanere lì. Ho bisogno di sapere che... se le cose andranno male potrò sempre tornare qui> Fui io a prendergli la mano questa volta.<Va bene Mel.> la sua voce fu un sussurro. <Prometti?> sembrava una cosa sciocca, da bambini, ma lui rispose senza esitazione. <Promesso> Non so cosa provavo per lui. Bello. Gentile. Forte. Avrei potuto innamorarmi con facilità. Se non ci fosse stato ancora Daryl nella mia testa. La ferita era ancora troppo grande. Ma, quando Jordan con l'altra mano mi accarezzò il viso, non mi ritrassi. E quando le sue labbra sfiorarono le mie, non mi mossi. Non mi scostai, e non ricambiai. Non ero spaventata, ma non sapevo cosa fare.

Per lo meno, non lo ferii

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Per lo meno, non lo ferii. Si scostò con un sorriso.<Buonanotte> Ma l'idea di rimanere da sola ora mi terrorizzava. <aspetta. È una richiesta strana ma...per favore. Dormi qui?> lo vidi trattenere un sorriso, poi annuire lentamente. <Non potrei mai negarti nulla> Il letto era grande abbastanza da starci in due senza toccarsi, e così fu. Mi ero addormentata tante volte con lui che parlava, quindi non fu strano per me. Ma di solito una volta addormentata lui se ne andava. Invece questa volta, se ne andò la mattina.

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