FANFICTION CONCLUSA.
I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...
<Abbiamo liberato Maikol stamattina.> il boccone che stavo per mangiare si fermò a mezz'aria. <E cosa avete intenzione di fare?> gli chiesi dura.<Abbiamo votato. Credimi, io voglio che se ne vada tanto quanto gli altri, ma non possiamo, dobbiamo dare l'esempio di civiltà.> <Queste sono parole di Rick> <Si, ma è lui che prende le decisioni giuste. Comunque, ha avuto un ultimatum, se fa qualcos'altro di storto, sarà bandito da Alexandria e dall'alleanza> Per alleanza intendeva Hilltop, il Regno e Oceanside. Annuii e mi rimisi a mangiare. Quando finii mi accorsi che Daryl aveva già finito da un pezzo e mi stava fissando. Era sporco, era stato fuori tutta la mattina a fare chissà cosa. I capelli gli ricadevano davanti alla faccia, era in maniche corte, quel giorno era abbastanza caldo. Indossava il suo immancabile gilet di pelle, e i muscoli delle braccia risaltavano scoperti.<Grazie, per la colazione. Della settimana> Gli dissi poi abbassando gli occhi.<Quindi ricominciamo a parlarci?> Alzai le spalle rialzando gli occhi su di lui. <Bhè, non è che parliamo tanto in ogni caso> Mi sorrise per una frazione di secondo.
<Devo andare al Regno domani. Ci sono alcune questioni da discutere a voce, e voglio vedere come sta Carol. Dopo il Regno devo passare a Hilltop. Oceanside è dall'altra parte quindi sarà per un'altra volta.> Un po' mi dispiacque che doveva andare via proprio ora che avevamo ricominciato a parlarci. <Vieni?> Per quanto ci sperassi, quella proposta fu inattesa. In quella settimana avevo rifiutato o evitato di uscire con lui, e francamente non ne potevo più di stare dentro le mura. Aiutare ogni tanto a far muovere i cavalli non era abbastanza per me. <Si, così vedo questa famosa tigre> dissi ironicamente. <Ancora non ci credi.> mi rispose lui rilassandosi sulla sedia. <Mi hai presa per stupida?> effettivamente mi erano venuti dei dubbi che potesse essere reale, ma quando chiedevo informazioni tutti ridevano, quindi ero convinta che fosse solo una cazzata.<Scommettiamo> Sembrava sicuro dise. <Okay, cosa?> non riuscimmo a trovare un accordo e alla fine decidemmo di decidere al momento della vincita. Infine uscimmo dalla casa di Rick e ognuno andò per la sua strada. Mi ero proposta di allenarmi con Carl e Enid e passai parte del pomeriggio con loro. Il sole cominciava a calare quando tornai a casa. Passai a vedere la camera di Frank e vidi che non c'era più niente di suo. Rick doveva averlo fatto accomodare in una della case. Andai in camera e mi sdraiai sul letto vestita. Non era stata una giornata particolarmente faticosa ma sentivo di meritarmi un po' di riposo. Stavo quasi per addormentami quando sentii la porta di sotto aprirsi. Immaginai fosse Daryl e continuai a sonnecchiare. Dopo poco sentii la porta della camera aprirsi. Daryl non era mai entrato senza bussare. Alzai la testa allarmata e quando vidi Maikol con un coltello da caccia in mano ( il mio, che avevo lasciato in cucina) un brivido gelido mi percorse tutta la schiena. Con una velocità che mi stupii scattò verso di me, e io ancora addormentata non riuscii ad arrivare al comodino dove avevo riposto la pistola. In un attimo mi stava puntando il coltello alla gola. <non muoverti o ti ammazzo> il suo sguardo lo sapevo riconoscere fin troppo bene. Provai a muovermi e in risposta mi diede un pugno in piena faccia. Frastornata non mi resi conto che aveva circondato il mio collo con le sue dita, lasciando il coltello a debita distanza da me. Cominciò a strangolarmi, sentii l'aria mancarmi, i polmoni bruciare in cerca d'aria e la gola sempre più stretta. Mi lasciò andare appena prima che perdessi i sensi. Cominciai a tossire prendendomi la gola con le mani, cercando di prendere più aria possibile. Non capivo perché si fosse fermato, finché sentii un rumore che mi rimescolò le budella. Il rumore di una cintura che si slacciava. Di nuovo cercai di arrivare al cassetto del comodino ma lui mi ritirò indietro. Riuscii a prendere in mano un vaso con dentro una piantina ormai morta.. Avevo intenzione di spaccargliela in testa ma le poche energie e la risposta fulminea di Maikol non me lo permisero. Con uno scatto mi prese il polso e la piantina andò a fracassarsi sulla finestra, rompendola.<Cazzo> imprecò Maikol. Si alzò e andò a guardare fuori dalla finestra, poi si girò verso di me con un sorriso maligno. <Non c'è anima viva, nessuno ha visto niente> Con le poche forze che sentivo in corpo cercai di lanciarmi verso la porta ma lui mi prese per un braccio e mi sbattè al muro. Picchiai la testa sulla parete e per un attimo non vidi più nulla. <Questa è la mia vendetta personale> Sentivo le sue mani su di me, il rumore di uno strappo mi annunciò che mi aveva strappato la maglietta, poi lo sentii sfilarmi i pantaloni. Provai a mettere a fuoco ciò che avevo davanti e lo vidi lì, con i pantaloni slacciati, occhi come ne avevo visti tanti, e tutta la violenza di cui un uomo è capace. Si accorse del mio sguardo, e mentre con un mano continuava a toccarmi, con l'altra prese a strangolarmi ancora. Sebbene lo facesse un con mano, non riuscivo a respirare. È arrivata la fine. Sono sopravvissuta ai salvatori e guarda come devo morire. Il suo corpo era vicino al mio, troppo vicino. Sentii la nausea, la frustrazione, la rabbia, la paura e la tristezza arrivare tutte assieme. Cercai invano di prendere un po' d'aria, ma le forze mi stavano abbandonando, mi convinsi che l'ultima cosa che avrei visto prima di morire, sarebbe stato Maikol, con i pantaloni calati e la faccia stravolta dalla malignità, pronto a umiliarmi durante e dopo la mia morte. Spero di trasformarmi in fretta e di sbranarti. Fu il mio ultimo pensiero. Poi sentii una porta aprirsi, il sibilo di una freccia e all'improvviso l'aria ricominciò a fluire nei miei polmoni. Sentivo delle voci ma non riuscivo a capire nulla. La botta in testa e il poco ossigeno mi avevano messa k.o. Quando riuscii a mettere a fuoco qualcosa, vidi Maikol con una freccia in testa, Daryl chino davanti a me e Abraham che correva fuori dalla porta. Poco dopo riuscii a capire anche quello che mi stava dicendo la persona davanti a me. <Sta arrivando Siddiq.> Allungò una mano verso di me e istintivamente come una bambina chiusi gli occhi. La mano che si posò su di me però fu delicata e poco dopo mi lasciai andare a quel tocco. Daryl mi prese in braccio, con un braccio sotto le ginocchia e l'altro a tenermi la schiena. Mi appoggiai completamente al suo torace e portai entrambe le mani dietro il suo collo, allacciandole e reggendomi a lui. Mi chiesi dove mi stesse portando, visto la mia stanza sporca di sangue. Mi portò nella sua camera, non ci ero mai stata ma le mie condizioni non mi permettevano di guardarmi troppo attorno. Mi appoggiò nel letto ma io non lo lasciai andare. Era Daryl, mi potevo fidare di lui, avevo bisogno di lui. Volevo dirgli di non lasciarmi sola, ma dalla mia bocca uscì solo un suono rauco e indistinguibile.<Non me ne vado, prendo solo dei vestiti e una coperta.> Abbassai lo sguardo e mi resi conto dello stato in cui ero. La maglietta era strappata e non avevo i pantaloni, ma fortunatamente le mutande si. Quel lurido verme. La botta alla testa mi aveva stordita e non riuscivo a sentire il mio corpo. Lasciai andare Daryl e mi rannicchiai su me stessa. Daryl mi avvolse velocemente una coperta addosso e uscii dalla stanza, per tornare subito dopo con un pigiama dal mio armadio. Lo appoggiò sul comodino e poi si girò di scatto a guardarmi. Non mi ero accorta di essere scoppiata a piangere. Era un pianto infantile, quasi animalesco. La gola mi faceva male da morire e produceva dei suoni che non mi appartenevano. Lo vidi allungare una mano per intrecciarla alla mia. Vidi i suoi occhi bruciare di rabbia e preoccupazione. Sentivo le forze abbandonarmi e tutto divenne buio.
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