FANFICTION CONCLUSA.
I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...
<Allora... bello il Regno?> chiesi a Carol in maniera maliziosa. Mi rivolse uno sguardo minaccioso con le forbici in mano. Ero appena uscito dalla doccia, dopo aver aspettato che Melissa finisse la sua. Ed ero sceso con i capelli ancora bagnati nel porticato. Carol aveva preteso di tagliarmi i capelli, come sempre. <Molto bello.> disse tagliando una prima ciocca, piegando le labbra in una strana smorfia. Melissa uscì dalla porta, ci guardò appena e si diresse verso le mura, dove probabilmente cercava Abraham. Quei due sembravano diventati buoni amici, o forse di più? Anche se Abram aveva Rosita era sempre stato un buongustaio. <ma credo che anche qui la vista non sia male> Tolsi malvolentieri lo sguardo da Melissa che si allontanava per trovarmi lo sguardo divertito di Carol davanti. <Non dire cazzate> cercai di evitare il discorso. Certo che era una bella ragazza, non ero ceco. Anzi, era bellissima, lo sapevano tutti, ma perché Carol mi faceva queste battute? <bha... mi sbaglierò>. Disse lei per niente convinta. Finì di tagliarmi i capelli raccontandomi del Regno e di come lei e il Re erano diventati intimi. <devo chiamarti Regina adesso?> la mia era una battuta ma quando la vidi guardare altrove cominciai a ridere. <non dirmi che qualcuno ti ha chiamata così>. Non riuscivo a smettere di ridere. <non pensare che mi piaccia. Tutta questa storia del re e del regno non mi piace affatto, ma la usano per distrarsi da questa vita>. La guardai cercando di smettere di ridere. <okay okay, non volevo offenderti.... Vostra maestà>. Mi beccai un pugno e mi misi a ridere.
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Verso sera Melissa rientrò in casa, sembrava più sciolta e allegra, probabilmente aveva bevuto qualche birra con Abraham o chissà chi. trovò me e Carol che cucinavamo, ci salutò e si unì a noi quando Carol glielo chiese. <hai superato il test quindi?> le chiese Carol pur sapendo la risposta. Gliene avevo parlato quel pomeriggio. Notai che Melissa mi fissava i capelli che ora erano un po' più corti. Distolse lo sguardo quando incrociò il mio, sembrandomi quasi imbarazzata. <Già, ora devo scegliere con chi vivere>. Parlarono delle persone con cui avrebbe dovuto condividere la casa e alla fine Melissa sembrò più scoraggiata di prima. A quanto pareva non le andava a genio nessuno. La capivo, io ero fortunato ad avere la casa con Carol. <Sai... io starò sempre di meno qui, Ezekiel mi ha chiesto di andare a vivere da lui e io... ho accettato.>
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Stava parlando con Melissa ma era riferito a me. Durate la giornata mi era sembrato che ci fosse qualcosa che la turbasse ma non avevo insistito per saperlo. Poggiai il coltello con il quale stavo tagliando la carne di cinghiale. Mi girai a guardarla negli occhi. <quando te ne vai?> mi avrebbe lasciato. Ero incazzato, ma anche felice per lei, se lo meritava. <Dopodomani> Abbassai lo sguardo. <Daryl, tornerò spesso, ma devo almeno provarci> Le sentì dire prima che mi poggiasse la mano sulla mia. Melissa nel frattempo guardava imbarazzata la scena. Rivolsi di nuovo il mio sguardo a Carol, che mi guardava in attesa. Liberai la mia mano dalla sua per poi stringerle la spalla. Era il mio modo per dirle che non c'erano problemi e lei l'aveva capito. <Potrete usare la mia stanza per ogni necessità, così tu puoi rimanere qui invece di andare in altre case.> Rimasi di sasso, cosa cazzo stava proponendo a Melissa? <Così questo qua non rimane completamente solo> Il coltello questa volta lo piantai con forza nel tagliere. <Che cazzo stai dicendo?> Carol non si trattenne. <Che problemi hai? Non puoi avere una casa tutta per te. Lei ha passato il test, ora deve scegliere una casa, e qua si è appena liberata una stanza.> Ero sicuro che lo facesse solo per darmi fastidio. Melissa mi guardava confusa. <non ti voglio qui> le dissi con rabbia. Non lasciai spazio per dire nient'altro e lasciai la stanza. <Oh, pensavo la prendesse peggio> sentii dire a Carol mente uscivo accendendomi una sigaretta. Mi stava lasciando solo. Non potevo farcela senza di lei. Mi sarei di nuovo chiuso in me stesso, non avrei avuto nessuno che si sforzasse di capirmi, non avrei avuto nessuno con cui essere me stesso. E poi l'idea di lasciarmi la ragazzina in casa... Era stata chiara oggi nel bosco. "non sei degno della mia fiducia Dixon" aveva detto. E io avevo sentito una morsa allo stomaco, come quella che avevo avuto quando in quelle due settimane avevo continuato a darle fastidio e provocarla. Alla fine si era rivelata più che affidabile, ora ci fidavamo di lei. Ma averla in casa... era tutta un'altra storia. Non sarebbe andata a finire bene. Ero attratto fisicamente da lei, dovevo ammetterlo almeno a me stesso questo. Quel corpo che ormai si era rimesso quasi in forma mi faceva bollire il sangue. Quando la mattina la incrociavo in casa, con gli occhi ancora assonnati e le labbra socchiuse che mi mormorava "buongiorno", rischiavo di non risponderle a volte, la fissavo e basta cercando di tenere a bada i miei ormoni. Quello stesso giorno, nel vederla combattere in quel modo contro tutti quegli erranti mi aveva messo il sorriso in bocca, per poi lasciar spazio alla paura quando le cose si erano messe male. Guardai dalla finestra, e vidi Carol che finiva di cucinare la carne, con Melissa che la aiutava, lo sguardo perso chissà dove. "non ti voglio qui" le avevo detto. Ma era davvero così? Avevo bisogno di schiarirmi le idee, e a quest'ora sapevo di poter trovare la compagnia di un paio di donne, così andai verso quella più vicina, Sarah, che mi accolse più che felice.